Secondo i sondaggi, Roberta Lombardi ha ancora parecchio terreno da recuperare su Nicola Zingaretti per conquistare la presidenza della Regione Lazio. Ma la prima capogruppo alla Camera del Movimento 5 Stelle non è certo persona avvezza allo scoramento. E col piglio con cui affrontò Pierluigi Bersani, in uno streaming diventato oggetto di studio per esperti di comunicazione politica, la deputata grillina promette battaglia, sicura di poter recuperare il gap di partenza. Come? Con un programma radicale che spazia dalla sanità pubblica ed efficiente al reddito di cittadinanza, dall’obiettivo rifiuti zero al taglio dei vitalizi.

Onorevole Lombardi, partiamo da questo inizio di campagna elettorale. Come ci si sente a non avere più Grillo al proprio fianco nelle piazze?

Beppe, oltre che il garante, è il papà del MoVimento 5 Stelle e questo è un dato che non cambierà mai. In ogni caso, anche prima di queste elezioni politiche e regionali, non era scontato averlo accanto durante le attività del Mo-Vimento, campagne elettorali incluse. Di sicuro l’idea di Beppe di far in modo che il MoVimento 5 Stelle si regga da solo sulle proprie gambe non è nuova. È un mantra che sia lui che Gianroberto Casaleggio hanno sempre ripetuto sin dall’inizio ma che, in questo preciso momento storico, fa sentire il peso di una grande responsabilità e allo stesso tempo rappresenta una prova di fiducia. Ognuno di noi, me compresa, dovrà dimostrare di meritarsi con il proprio esempio davanti ai cittadini, il progetto politico che riceve in eredità, nelle piazze come nelle istituzioni.

In compenso avrà il sostegno del nuovo capo politico Luigi Di Maio. Come è cambiato il Movimento dal 2013?

Ho il sostegno di tutto il MoVimento 5 Stelle e di tutti coloro che mi hanno votato on line alle “Regionarie” per scegliermi come candidata alla presidenza della Regione Lazio. Questa è una prassi che vale oggi come nel 2013. Da allora il MoVimento si è evoluto, non senza qualche momento di duro confronto interno ma questo fa parte di un processo naturale… Siamo cresciuti, non cambiati.

Il suo programma elettorale prevede lo stop a inceneritori e discariche. Non è che poi sarete costretti a chiedere aiuto a un altro Pizzarotti, almeno nel breve periodo, per smaltire i rifiuti del Lazio?

Nessuno ha chiesto aiuto a Pizzarotti, bensì il Comune di Roma aveva avanzato richiesta di poter smaltire una parte dei rifiuti fuo- ri, questo perché dalla chiusura di Malagrotta, voluta dall’Ue, per fortuna, il Pd e Zingaretti in Regione Lazio non hanno mai varato un piano regionale sui rifiuti. L’ultimo è della Polverini, si figuri. Dopo che sarò diventata presidente della Regione chiudo io, dunque, il Piano rifiuti, recependo la direzione già data a Roma, che è il più grande produttore in Regione, vale a dire verso ' rifiuti zero', dove il rifiuto diventa una risorsa che crea occupazione.

L’obiettivo è l’abbattimento della produzione di rifiuti attraverso «il recepimento del Piano Rifiuti Zero di Roma Capitale». Virginia Raggi è diventata un modello da seguire?

Il M5S ha un progetto chiaro, condiviso, non è questione di modelli, ma di applicare il programma condiviso con i cittadini. A Roma si sta facendo.

Le polemiche su Marra e sul “raggio magico” sono ormai acqua passata?

Fu un caso, su cui già mi sono espressa.

Sanità, è questo il tema più caldo della campagna elettorale, sia lei che Zingaretti ne parlate in continuazione: sblocco delle assunzioni, riduzione dei tempi di attesa al pronto soccorso, potenziamento dell’assistenza domiciliare. E abbattimento delle liste d’attesa nel giro di 7 o 8 mesi. Sembra il libro dei sogni. Come farete a mantenere queste promesse?

No, il libro dei sogni è promettere di abbatterle in tre mesi come fece Zingaretti. Io dico la verità invece, in tre è impossibile, in 6- 7 si può fare, serve la volontà politica e un attento monitoraggio. La Sanità è un tema importante per un semplice motivo: innanzitutto quasi l’ 80 per cento del bilancio del Lazio è dedicato alla sanità e, malgrado ciò, il pubblico nel Lazio oggi è a pezzi. L’altro giorno un suo collega mi ha detto che con i 200 milioni di risparmi che abbiamo in programma, incluso il taglio dei vitalizi, ci si fa ben poco. Io gli ho risposto che con 200 milioni si sbloccano centinaia di assunzioni di medici, infermieri, operatori sanitari. Si comprano Pet. Le sembra poco? A me no.

Tra le sue priorità ha indicato un reddito regionale di cittadinanza, circa 780 euro, per chi vive sotto la soglia di povertà. Dove troverà le coperture?

Le coperture le abbiamo già annunciate, si tratta del recepimento del reddito di cittadinanza nazionale, al fianco del quale la Regione integrerà ulteriori servizi a sostegno della famiglia, con investimenti sul territorio italiano pari a 17 miliardi di euro, che toccheranno anche il Lazio.

Se lei vincesse, per la prima volta nella storia repubblicana una regione sarebbe amministrata da un monocolore 5 Stelle. Che ripercussioni ci sarebbero negli equilibri tra forze politiche a livello nazionale?

L’unico scenario a cui puntiamo è quello di vincere sia nel Lazio che in Parlamento in modo da avere, insieme con Roma Capitale, un unico asse di Governo e garantire ai cittadini una più efficiente e rapida applicazione del programma che s’integra con quello nazionale.

In campagna elettorale capita spesso che saltino fuori vecchie polemiche. E in questi giorni sui social ha ripreso a circolare il suo vecchio post in cui distingue il fascismo cattivo da quello buono, quello «che prima che degenerasse aveva una dimensione nazionale di comunità attinta a piene mani dal socialismo, un altissimo senso dello stato e la tutela della famiglia». Vuole dire una volta per tutte che il Movimento 5 Stelle è antifascista senza se e senza ma?

Il MoVimento 5 Stelle è sicuramente antifascista, ma mi lasci dire che trovo questo dibattito un po’ obsoleto. Gli italiani e i cittadini del Lazio oggi vivono problemi diversi. Se devi aspettare un anno per farti una colonscopia puoi essere comunista, fascista, socialista, sempre un anno aspetti. Noi puntiamo ai problemi concreti.

Un’ultima domanda. Firmerà il contratto “di fedeltà” al Movimento, con tanto di penale, prima delle elezioni?

L’ho già firmato, l’ho già detto, non è una notizia. E ne vado fiera. Chi mi voterà avrà la certezza che porterò avanti il programma per cui mi ha votato. I cittadini meritano questa certezza.