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Pierluigi Rippa
Vediamo cosa dice ilmeteo. it per domani. Sono solito consultarlo il giorno prima delle lauree, perché così posso organizzarmi, decidere se affrontare in moto la giungla cittadina con indosso giacca e cravatta, o se conviene scendere in auto.
Piove. Forte. Si va in auto domani.
Poi mi fermo. Ci penso. E mi ricordo che domani non devo scendere. Non posso scendere. La guerra batteriologica mi costringe a casa. Ma domani come faremo a laureare questi giovani studenti che aspettano da tanto tempo un giorno così importante? Giuseppe aveva comprato un vestito bellissimo, voleva riempire d’orgoglio la nonna. E Lorenza aveva già prenotato da tempo il parrucchiere. Perché si sa, una donna non deve mai mostrarsi in disordine. E quindi, come si affronta ora questo giorno più importante, adesso che ci si vede solo da remoto e gli acconciatori per signore sono chiusi?
Le lauree al tempo del Covid, ci racconteremo un giorno, le facevamo davanti uno schermo del PC, con gli studenti connessi dalle loro case, dai salotti, dalle loro camere.
Appuntamento alle ore 15. Documento alla mano. Ancora non hanno prodotto il modello di autocertificazione ad hoc ( a proposito, ne ho collezionati già 6, tutti diversi. In meno di due settimane. E non credo finisca qui).
Si comincia, a distanza. L’emozione si sente anche attraverso uno schermo, la voce tremolante supera anche le barriere dell’etere. Manca solo il contatto fisico. Per noi è una novità, è un salto nel futuro. Ma per altri, per molti, non è così.
E quindi, che si fa? Si fa quel che si deve, stiamo laureando studenti in Ingegneria, nella più antica università laica d’Europa. E quindi bisogna passare all’azione. Un’azione che in economia verrebbe definita demand pull, che crea un mercato. In poco meno di una settimana, dall’inizio dell’emergenza in quel drammatico 9 marzo, abbiamo completamente cambiato i nostri stili di vita. Siamo passati da un viaggio in metropolitana o in auto per andare all’università ( ma anche nelle scuole, nei luoghi di lavoro), ad accendere un PC, prendere appunti in pigiama, lavorare da casa ( chi può). Si perché i ragazzi hanno imparato ad utilizzare la tecnologia in maniera pro- attiva, senza essere più passivi spettatori di contenuti creati ad hoc. Oggi stiamo laureando ingegneri prima di tutto. Ed un ingegnere cosa fa o cosa deve fare in momenti come questo? Agire. Deve passare all’azione. L’azione ( agency) secondo il biologo e ricercatore statunitense Stuart A. Kauffman è la caratteristica chiave di tutto il mondo vivente. E' l’azione che genera conoscenza: ha il potere di focalizzare un nuovo ambito di senso che, facendo emergere nuove opportunità esperienziali, consente di selezionare e mutare i problemi iniziali ( De Toni, 2020).
Da domani, anche se online, sarete ingegneri. Ingegneri d’azione. Del cambiamento. Andate, e cambiate il mondo. Perché tutto questo non accada mai più. Voglio vedervi in faccia. Abbracciarvi.
* professore di Ingegneria Economico- Gestionale Università degli Studi di Napoli Federico II