Senatore La Russa, come reagisce all’idea di “partito repubblicano” lanciata da Salvini?
La proposta non è stata formulata con la riflessione che servirebbe. Senza alcuna animosità verso Salvini, penso sia più opportuna una pausa di riflessione, soprattutto da parte sua, prima di immaginare ipotesi che andrebbero meditate lungamente. Credo sia più una proposta di reazione che figlia di un’attenta analisi.
È stato questo il problema di Salvini la scorsa settimana, cioè reagire d’impulso invece che riflettere?
Non ho alcuna intenzione di fare polemica con Salvini, che è già abbastanza in difficoltà. Non so quali siano state le spinte interiori che lo hanno portato a modificare in pochi minuti la sua idea, che era contraria alla rielezione di Mattarella. Quel che è emerso è che il centrodestra parlamentare non rispecchia la volontà degli elettori di centrodestra.
Cioè?
I nostri elettori hanno sentimenti e pensieri politici compatibili e comuni. Al contrario, nel centrodestra parlamentare c’è chi è pronto ad allearsi con la sinistra pur di conservare posizioni personali o di gruppo. Nessun elettore di centrodestra avrebbe accettato che per far durare sette mesi o poco più la legislatura si mettessero in gioco i sette anni di durata della Presidenza della Repubblica. Che è quello che è accaduto in Parlamento.
Qual è stato il momento di rottura nella coalizione?
Nella votazione che aveva in gioco la presidente Casellati, almeno 43 parlamentari di Forza Italia e due terzi dei cosiddetti centristi hanno votato in modo difforme da quanto deciso. E lo hanno fatto preferendo e immaginando un accordo su nomi non di centrodestra. Così come poi è risultato.
Dunque il problema sono “i centristi”. Pensa a un centrodestra che sia solo destra senza più il centro?
Giuseppe Tatarella, indimenticato vicepresidente del Consiglio nel Berlusconi I, diceva che in Italia il centro è una zattera che si muove in un fiume in cui c’è una riva destra e una sinistra e attracca a volte di qua e a volte di là a seconda della propria convenienza. Noi riteniamo invece che anche in Italia si dovrebbe avere una situazione simile a quella degli altri paesi, in cui ci sono due rive soltanto, e il centro che è stabilmente alleato a destra sta con la destra; quello che è stabilmente alleato con la sinistra sta con la sinistra.
Quindi vede il futuro di Fratelli d’Italia e del resto della coalizione lontano dalla cosiddetta “quarta gamba” centrista.
In Italia come centro non si identifica una posizione culturale, ma prevale l’ipotesi trasformista, in cui ci si sente liberi di aggregarsi a qualunque altra formazione con lo scopo di continuare a esistere o a governare. È probabile che nell’errore madornale di Salvini di far convergere anche la Lega su una soluzione voluta dalla sinistra e che fino al giorno prima il centrodestra negava, vi sia stata l’influenza forte di questo centro che ha alcuni pezzetti anche dentro la Lega. Non è una scusante dell’errore, ma una spiegazione dello stesso. In ogni caso è evidente a tutti che Salvini, di fronte alla scelta tra maggioranza di centrodestra o maggioranza di governo con Pd, Iv e Leu, ha scelto quest’ultima.
Se il problema è il centro, non pensa fosse evidente già da prima, quando facevate i vertici con Coraggio Italia mentre loro pubblicamente lavoravano, e lavorano, a un grande centro con Italia viva?
Ci siamo fidati di persone che dicono di essere di centrodestra ma vogliono sfruttare la coalizione come un traghetto. E non mi riferisco solo ai centristi. Un errore che non va ripetuto mai più. Hanno detto che avrebbero votato la Casellati ma non sono stati in grado di farla votare ai loro grandi elettori; poi ci hanno detto che non volevano Mattarella e guardate come è finita. La prossima volta siano gli italiani a scegliere direttamente il presidente della Repubblica: lo farebbero in un solo giorno e sicuramente bene.
Crede che nella debâcle abbia pesato anche la continua concorrenza che Meloni e Salvini si stanno facendo ormai da mesi?
Quel che posso dire è che la Meloni, fino a un quarto d’ora prima della decisione su Mattarella, era riuscita a stabilire un ottimo rapporto durante tutta la settimana con Salvini, migliore di quello degli ultimi mesi, dichiarando che non aveva alcuna intenzione di correre per l’oscar da protagonista. Al massimo, aggiungo io, avrebbe potuto avere l’oscar per la migliore attrice non protagonista.
Quindi tutti gli errori sono da imputare a Salvini.
È chiaro che la battaglia la dovesse condurre lui. Non voglio infierire, ma sicuramente lo sfogliare la margherita con una serie infinita di nomi per poi bruciarli non ha aiutato. La verità è che non si è voluto provare ad avere un presidente di centrodestra e nemmeno “neutro”. Il nome di Belloni, proposto da Letta, era stato accettato da Salvini e Meloni, a dimostrazione che non c’era alcun arroccamento. Ma appena hanno visto che c’erano i numeri, l’hanno ritirato per garantire lo status quo.
Chi secondo lei ha lavorato affinché lo stesso centrodestra non si mettesse d’accordo su un nome di quell’area?
Non voglio puntare il dito contro nessuno, ma alla terza votazione non abbiamo votato un candidato della rosa come proponeva Meloni, cosa che avrebbe indirizzato la trattativa in maniera diversa; poi non abbiamo insistito sulla Casellati; infine, quando ci siamo detti d’accordo sulla Belloni, questo nome è stato ritirato. Evidentemente, alcuni del centrodestra non hanno mai voluto un presidente di centrodestra, mentre molti parlamentari di tutti gli schieramenti hanno scelto Mattarella per essere certi che non si andasse a elezioni né cadesse il governo salvando così le loro poltrone.
Crede dunque che il centrodestra dovesse insistere su Casellati?
Nessuno ha notato che la presidente del Senato, prima dell’ultima votazione, ha avuto o più voti o gli stessi voti che nelle votazioni precedenti ha avuto Mattarella. Forse conveniva insistere. Non ha avuto voti a sufficienza perché la sinistra non ha votato per paura, in modo che i suoi elettori non potessero scegliere liberamente come volevano. Ma di fronte a un nome istituzionale come Casellati prima o poi sarebbero dovuti entrare in Aula e a quel punto sarebbero arrivati molti voti.
Non pensa che la rielezione di Mattarella alla fine avvantaggi Fratelli d’Italia e la sua coerenza nella partita?
Noi siamo orgogliosi della nostra coerenza. Siamo usciti dalle elezioni come vi eravamo entrati. Esattamente come volevano gli elettori di centrodestra. La larga maggioranza dei giornali italiani considera la rielezione di Mattarella un grande risultato, ma basta scorrere i giornali stranieri per considerarla una sconfitta della politica e della democrazia stessa. Con tutto il rispetto per Mattarella, che prima è stato sì tirato per la giacchetta, ma poi non si è sforzato più di tanto per mandarli via.