L’ ex presidente del Pd e leader dei giovani Turchi Matteo Orfini chiede le dimissioni del ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, «un’incapace che dovrebbe riconoscere la propria inadeguatezza» e accusa la presidente del Consiglio Giorgia Meloni di «andare contro l’interesse nazionale per non contraddire i suoi amici sovranisti dell’est Europa».

Onorevole Orfini, cosa resta dopo i giorni di emergenza a Lampedusa, la visita di Meloni e von der Leyen e la dialettica con Francia e Germania?

Resta la fotografia del fallimento della destra. Nel senso che un anno di politiche aggressive e brutali hanno prodotto una delle emergenze peggiori della storia del nostro paese. Non ha funzionato l’accordo con la Tunisia, perché come già avvenne con la Libia gli accordi con i dittatori non funzionano. Non ha funzionato la guerra assurda alle Ong, perché questa estate dimostra l’inesistenza del cosiddetto pull factor: la gente arriva non certo perché ci sono le Ong. Ed è fallita la strategia sull’accoglienza con gente ammassata a Lampedusa, Porto Empedocle e Trieste, il tutto per l’incapacità di Piantedosi di gestire una situazione che sarebbe gestibilissima,.

Pensa che questa volta si riesca a mettere in piedi una strategia europea di ampio respiro?

Il piano di von der Leyen è IL nulla, ci sono solo cose vecchie. L’unica cosa nuova è la riproposizione della missione Sophia, che il governo chiama blocco navale ma che in realtà fu abolita dal ministro Salvini e dal suo capo di gabinetto Piantedosi proprio perché non era un blocco navale e la consideravano un pull factor. La destra è completamente in confusione e questo produce un dramma per la lesione dei diritti dei migranti che avrebbero diritto a un’accoglienza dignitosa e non ce l’hanno. Ed è un dramma anche per il nostro paese, perché la non gestione produce problemi per i cittadini, di Lampedusa e non solo.

Ha parlato di una situazione che sarebbe gestibilissima: come?

Parliamo di Lampedusa, che è sovraccarica. Noi abbiamo avuto anni in cui più o meno è arrivato lo stesso numero di persone in Italia ma non si è mai vista una situazione del genere. Banalmente perché i barchini venivano “raccolti” dalle Ong che poi li distribuivano su più porti. Nel momento in cui criminalizzi le Ong lasciando il Mediterraneo sguarnito i barchini arrivano lo stesso ma tutti nello stesso posto, cioè Lampedusa. Il secondo elemento, poi, è che si è distrutta l’accoglienza diffusa.

Cioè?

Abbiamo sindaci del Pd che stanno inventando ogni giorno soluzioni per andare in soccorso a un ministro dell’Interno del tutto inadeguato. Bologna ha posti liberi per l’accoglienza diffusa che non può occupare perché le leggi volute da questo governo hanno previsto che quei posti siano destinati solo ai fragili e quindi non ai richiedenti asilo maschi adulti. Sono ragioni ideologiche che hanno dato vita a norme stupide.

Quindi andrebbe ripristinato il sistema di accoglienza diffusa?

Quella era la soluzione. Lo dicono anche i sindaci di destra. Siamo di fronte a un meccanismo che consentiva un’articolazione dell’accoglienza in nuclei sparpagliati sul territorio. Un sistema che di certo ha meno impatto di grandi centri o concentrazioni di persone come quelle che si stanno producendo. È chiaro che avere migliaia di persone ammassate sullo stesso luogo che vanno in giro per quel luogo sia un problema sia per i migranti che per i cittadini. Ma tutto questo è l’effetto del lavoro di un ministro incapace. Dopo un’estate del genere Piantedosi si dovrebbe dimettere.

Eppure il governo dice che i nuovi Cpr saranno costruiti lontano dai grandi centri, proprio per evitare problemi. Non basta?

È una bugia. Propongono di costruire nuovi Cpr, che sono luoghi dove stanno i cittadini che devono essere rimpatriati, ma quest’anno dei 130mila migranti arrivati in Italia ne abbiamo rimpatriati soltanto 3mila. Il problema dei rimpatri non è solo che costano tanto ma che servono accordi con i paesi d’origine, e se questi non ci sono i migranti non verranno mai rimpatriati, a prescindere da quanto li teniamo nei Cpr. E inoltre ci sono seri dubbi di costituzionalità su questo provvedimento.

Gli accordi però non si possono fare con i dittatori del Nordafrica, o se si fanno c’è il rischio che non vengano rispettati. Insomma un cane che si morde la coda… Partiamo dal presupposto che si può rimpatriare solo ed esclusivamente chi non è un richiedente asilo. Con la Tunisia c’è un accordo, anche se fallimentare. Ma ci sono tanti paesi dell’Africa subsahariana con i quali questi accordi non ci sono. Per questo quella del governo è solo propaganda che non cambierà nulla. Sono nel pallone perché prigionieri della loro ideologia che ha fallito ma non possono ammetterlo, visto che hanno passato anni a fomentare con questi temi il proprio elettorato.

Ha criticato il piano di von der Leyen: come si può arrivare a una soluzione europea di gestione dei flussi?

Il problema è che dovremmo combattere una battaglia per la redistribuzione dei migranti, cioè per superare il Trattato di Dublino. È chiaro che tanti sono contrari a questo principio ma la cosa assurda è che la prima a dichiararsi contraria è la Meloni, che facendo questo va contro l’interesse nazionale. Lo fa per non contraddire i suoi amici sovranisti dell’est Europa ma è una posizione che danneggia l’Italia.

Il pensiero della presidente del Consiglio è che la redistribuzione non serve perché vanno fermate le partenze…

È un principio fallimentare, perché le migrazioni esistono da quando esiste l’uomo. L’unico modo per arginare i flussi è costruire canali legali di immigrazione. In queso paese abbiamo bisogno in tre anni di più di 800mila migranti, come scritto dagli stessi Piantedosi e Meloni. Il problema è che non abbiamo canali legali. Il decreto flussi prevede 400mila arrivi ma dobbiamo aprire alla possibilità di immigrazione legale. Ci sono paesi come la Germania che sull’immigrazione legale e sull’integrazione di quegli immigrati hanno creato la propria crescita economica.

Veniamo al Pd: in molti hanno criticato la scelta di Schlein di non farsi sentire di persone andando a Lampedusa, è d’accordo?

Non mi sembra che siamo silenti. Intanto perché su questi temi la Schlein si batte da sempre. E poi perché Pierfrancesco Majorino ( responsabile Immigrazione dem, ndr) è andato a Lampedusa, io stesso sono stato a Trieste che è la frontiera della rotta balcanica e i nostri parlamentari sono impegnati ogni giorni in missioni nei Cpr. Su questi temi stiamo ogni giorno contrastando la linea sbagliata del governo anche con delle proposte, come quelle presentate in queste ore. Ci hanno accusato di boicottaggio ma segnalo al governo che senza lo sforzo dei nostri sindaci allora sì che la situazione sarebbe diventata esplosiva.

In passato ha contrastato con forza la linea del Pd sull’immigrazione, ad esempio votando in dissenso dal partito sui finanziamenti alla Guardia costiera libica: è cambiato qualcosa?

Mi sembra che finalmente siamo su un’altra strada. Ho portato avanti quella linea per anni pur essendo in minoranza e ora sono contento che quelle battaglie siano non di una minoranza del Pd ma del Pd stesso. E mi permetto di dire che il disastro di questa estate dimostra che su questi temi avevamo ragione noi.