Clemente Mastella, che della guerra tra politica e magistratura fu vittima, parla oggi di una politica «troppo timida» e di un ministro Nordio «poco deciso». «Manca coraggio - dice - io subii una veraporcata».

Mastella, la guerra dei trent’anni tra magistratura e politica non è ancora finita?

Diciamo che ci sono ancora dei filamenti di quel periodo. Ma attenzione, non è corretto parlare di guerra tra magistrati e politica, ma tra alcuni magistrati e alcune parti della politica. Una guerra che di certo continua ancora oggi, perché non appena si affaccia all’orizzonte un tentativo parlamentare o governativo che sembra toccare l’autonomia dei magistrati scattano elementi che creano tensioni, difficoltà, incutono paura. Tentativi, chiariamo bene, che non toccherebbero minimamente l’autonomia della magistratura perché nessuno vuole mettere il potere giudiziario in subordine rispetto al potere esecutivo. Sarebbe incostituzionale e nessuno ci pensa.

Eppure alcuni tentativi in passato ci sono stati, e non appena qualcuno attacca una parte della magistratura, vedi il ministro Crosetto, si scatena il finimondo…

È come una partita di calcio. C’è una squadra che attacca, cioè la politica, e una squadra che difende, cioè la magistratura. Se il difensore comincia a tirare calci al centravanti quello si prende paura e smette di attaccare, per paura di prendere un calcio più forte, magari nelle parti basse. Il dato sconfortante è che la politica è fatta di partiti che hanno sempre tifato per la magistratura così da ottenere lo scalpo del partito avversario, non capendo che prima o poi viene preso lo scalpo di tutti. Da questo punto di vista è importante che non si faccia una battaglia singola. I curiazi soccombono sempre.

Lei ha combattuto per anni una battaglia da solo contro tutti: cosa ricorda di quel periodo?

La mia vicenda è quella di uno che era espressione del governo di centrosinistra e sono stato fottuto ugualmente. Quello che mi hanno fatto è stato di una brutalità incredibile. Mio figlio è stato per due anni sotto gogna mediatica perché un finto pentito diceva di avergli regalato una macchina quando ero ministro, e lui chiedeva di essere ascoltato e non lo ascoltavano. Ho subito umiliazioni incredibili. Alcune di quei magistrati hanno fatto pure carriera.

D’altronde anche i magistrati del caso Tortora hanno fatto carriera: ci sono altri episodi dei quali ancora non si dà una ragione?

Sono finito sotto processo a Napoli per concussione a Bassolino per una serie di nomine. Ebbene, Bassolino non è stato mai chiamato, non gli hanno mai chiesto se Mastella l’aveva concusso e per cosa. È come se a una donna stuprata non le viene chiesto chi l’ha stuprata. L’ho dovuto chiamare io a testimoniare anni dopo. Un pm dell’epoca disse che se avessero chiamato Bassolino e lui avesse detto di non essere stato concusso sarebbe finito il processo a Mastella. É stata una barbarie indicibile. Per fortuna c’è stato un giudice a Berlino, ma dopo 11 anni. Facevo il ministro, non l’usciere. Chi mi ridà la mia dignità? Andreotti mi disse «a me perlomeno hanno salvato la famiglia, a te neppure quella». Ero arrivato a 100 anni di galera. A mia moglie hanno dato una misura che non si dà nemmeno ai mafiosi. Non poteva muoversi, andare da sua madre, nulla. E questa gente ha fatto carriera.

Oggi però si parla di riforme, da quella sulle intercettazioni alla separazione delle carriere: andranno a buon fine?

Penso che il ministro Nordio si debba decidere. Sta facendo solo annunci da un anno, ad esempio sull’abuso d’ufficio. Ha una maggioranza granitica, io con la mia maggioranza sterile ho fatto l’indulto. Si dovrebbe abolire l’abuso d’ufficio, mettere mano alla legge Severino, poi concentrarsi su altro. La separazione delle carriere è più complicata, ma se si annuncia e poi non si realizza si finisce per perdere credibilità. L’abolizione dell’abuso d’ufficio è una richiesta bipartisan che arriva da tutti i sindaci.

Eppure sulla separazione delle carriere Forza Italia si è impuntata, paragonandola a premierato e Autonomia: c’è il rischio di uno strappo in maggioranza?

Se la devono vedere tra di loro. Le riforme si fanno tra maggioranza e opposizione o con spicchi di maggioranza in cui uno va avanti e l’altro retrocede. Ma la separazione delle carriere è ancora più importante del premierato, perché la giustizia tocca direttamente la vita dei cittadini.

Pensa che Nordio si senta un po’ tirato per la giacchetta dai partiti?

Nordio si trova in questa situazione imbarazzante per cui alcuni politici non si fidano di lui in quanto ex magistrato e alcuni magistrati non si fidano di lui perché passato alla politica. Ma come si dice dalle mie parti “scurdammoce ‘ o passato”. In base ai numeri della sua maggioranza deve portare avanti certe cose. Forza Italia si indigna, ma per cosa? Si vedono forse i risultati di questa indignazione? È il cittadino che deve indignarsi per una giustizia che funziona male, nonostante una marea di magistrati seri e preparati.

Crede che le correnti indeboliscano o rafforzino la magistratura?

Le correnti nella magistratura sono come le correnti della DC. Cioè si dividono nella discussione quotidiana ma poi, di fronte agli attacchi della politica, si uniscono. Ma chiariamo che io sono favorevole al dialogo tra politica e magistratura. Nonostante le botte che ho subito e le recriminazioni sul piano umano e di politica giudiziaria, visto che mi hanno fatto una porcata e spero che il Padreterno li giudicherà.

Cosa manca al ministro Nordio e alla politica per non farsi mettere i piedi in testa dalla magistratura?

Manca coraggio. C’è sempre timidezza. Mentre la magistratura, appena la si tocca, attacca sparata contro la politica, quest’ultima è timida. Immaginate se i protagonisti della vicenda Palamara fossero stati tutti dei politici: sarebbero stati arrestati tutti. Invece quanti sono stati arrestati per quei fatti? A qualcuno forse è stato contestato il traffico d’influenze?

C’è molto dibattito sulla questione intercettazioni: che ne pensa?

Penso che la discussione sia fuorviante. Tranne qualche imbecille, nessuno pensa che bisogna diminuire le intercettazioni contro la mafia. Ma bisogna avere il coraggio di dire che ci sono intercettazioni fatte oltre l’ordine costituzionale. A me hanno intercettato i figli, la scorta, di tutto, e non avete idee di cosa hanno combinato. A un certo punto scambiarono lo stipendio che prendevo da parlamentare europeo come un tesoretto all’estero, solo perché lo mettevo in una banca olandese.

Cosa direbbe oggi ai magistrati di allora?

Li ringrazio, perché mi hanno fatto finire nei libri di storia.