AVVOCATO CASSAZIONISTA

La luce della luna. Quest’anno tremendo tra gli altri si è portato via il professor Giulio Giorello.

Poco prima di andarsene ha avuto il tempo di rilasciare un’intervista a Il Dubbio e questo è servito a farmi incuriosire del suo pensiero.

Apparentemente un filosofo della scienza ha poco da dire a un avvocato.

Mi sono imbattuto però in un sua densa prefazione all’Areopagitica di John Milton che Laterza pubblicò a metà degli anni ’ 80 che giaceva in un vecchio scaffale di una libreria della mia città.

Anche John Milton sembra un personaggio strano e remoto: poeta inglese, fu segretario di Oliver Cromwell, quello che fece tagliare la testa al Re, un secolo prima che in Francia.

Invece l’Areopagitica sembra scritta oggi e parla dell’Italia.

Milton fu uno dei tanti inglesi che fece il viaggio culturale in Italia e ebbe l’occasione per parlare con Galileo.

L’idea che si fece del nostro Paese è ancora attuale. Scrive infatti che in un ambiente conformista come quello della Controriforma: « L’esser ignari ed ignavi nelle cose più nobili, l’esser un qualunque solennissimo balordo, sarà l’unica vita piacevole, l’unica ambita”.

Certo, ci siamo lasciata alle spalle l’Inquisizione clericale, ma non possiamo dirci affrancati dalla tirannia, ugualmente imperante del politicamente corretto e del richiamo, sempre logoro ma sempre riproposto, a “stare uniti” o come si usa dire con stanca metafora sportiva “a fare squadra”.

Insomma, niente chiacchiere, che sono sinonimo di perdita di tempo.

Milton invece la pensa diversamente: «Sono l’orgoglio e l’ignoranza le vere cause di tutto il disordine ; coloro che non vogliono ascoltare gli altri, né son capaci di convincerli e però vogliono che sia soppresso tutto quello che non si ritrova nei loro riassunti».

E’ un pensiero bellissimo, da scolpire nel marmo all’ingresso di ogni Palazzo di Giustizia, Parlamento e Consiglio.

La tendenza eterna in materia di diritto ( e non solo) è quello del riassunto: la massima della sentenza, il principio di diritto estrapolato da un orientamento giurisprudenziale e messo lì in una sentenza come pietra tombale su ogni ragionamento.

Eppure se i principi del diritto fossero eterni, non avrebbero senso i Tribunali e le Corti, che in modo continuo questi principi di continuo mutano, fingendo di ossequiarli.

Basta divertirsi a leggere un vecchio massimario: quanti punti fermi si sono mossi, quante regole sono mutate, spesso senza neppure una virgola di dettato legislativo, solo per via giurisprudenziale.

Non è incoerenza, è invece il segno della sapienza del diritto perché come scrive Milton «ecco la regola aurea : impiegare incessantemente tutto quello che già conosciamo al fine di scoprire quello che ancora ci è ignoto».

E a coloro che ci invitano a “stringere “e a terminare di parlare, possiamo replicare con queste parole : «Dove vivo è il desiderio di apprendere, lì molto sarà, necessariamente, il discutere, molto lo scrivere, molte le opinioni; perché l’opinione, negli uomini buoni, non è altro che la conoscenza stessa che si vien formando».

Giorello era un uomo ironico. Infatti intuì lo scetticismo dei lettori di fronte alla proposta di un’opera tanto lontana dal nostro tempo, come quella di un poeta puritano inglese, da molti etichettato come un fanatico, amante del chiaro di luna metafisico.

La sua risposta, che è un testamento spirituale, è bellissima e lapidaria: «La luna splende alta: possiamo avanzare». E’ l’eco delle bellissime parole di Milton : «La luce che riuscimmo ad ottenere ci fu data , non perché noi stessimo sempre fissi a mirarla, ma perché ce ne servissimo per scoprire nuove cose e per spingere più oltre i confini della nostra conoscenza».