È antifascista tre volte. Ma è anche anticomunista. La Costituzione è antifascista perché, come osservò allAssemblea costituente Piero Calamandrei, ogni articolo della prima parte rovescia come un guanto la concezione fascista dello Stato. Ma la verità è che la nostra Costituzione è a potenzialità multiple. Basterà lesempio della cosiddetta Costituzione economica, dove sia il liberale sia il progressista possono vederci del buono. Del resto, sosteneva Giovanni Giolitti, le leggi si applicano ai nemici e sinterpretano per gli amici. Perciò, se i comunisti avessero vinto le elezioni del 18 aprile 1948, avrebbero potuto fare a meno di rivoltare come un calzino la Carta. Insomma, la Costituzione è contro tutte le dittature perché sispira ai valori della democrazia liberale. Comè stata interpretata dalle forze politiche che hanno guardato sempre allOccidente libero. Facciamo un passo indietro: credetemi, ne vale la pena. In occasione della ricorrenza del 25 aprile il neodirettore di Huffington, Matteo Feltri, ha messo i puntini sulle i. Ha affermato che «la nostra Costituzione, scritta da tutti i partiti antifascisti, compreso il Partito comunista, è una Costituzione antifascista e, nella prassi, diventa una Costituzione anticomunista proprio perché conduce lItalia nel mondo libero e democratico». Gli replica a stretto giro di posta il direttore della Fondazione Cercare Ancora, Alfonso Gianni, con parole allapparenza paradossali: «Il ruolo dei comunisti fu dunque quello degli utili ingenui che scrissero una Costituzione che si rivolta contro di loro». Cose da scomodare Luigi Pirandello e Eugène Ionesco. E non so se mi spiego. Dobbiamo allora concludere che siamo al teatro dellassurdo, in cui i comunisti si prestano a recitare la parte degli utili idioti? No, le cose non stanno precisamente così. Certo, non cè ombra di dubbio che la nostra Costituzione sia antifascista. E, guardate un po quanta grazia, per ben tre volte. E antifascista perché a darle vita furono i partiti antifascisti. Anche se ci perseguita lirridente battuta di quella malalingua di Winston Churchill, che il 25 luglio 1943, non appena caduto il fascismo, se ne uscì con queste sferzanti parole: «Strano popolo, litaliano. 40 milioni di fascisti e 40 milioni di antifascisti. Ma dallanagrafe non risulta che glitaliani siano 80 milioni». Tuttavia la nostra Costituzione non è un monolite. Sulla prima parte, quella programmatica, si registrò un compromesso tra le tre culture: la cattolica, la socialcomunista e la liberale. Invece sulla seconda parte, relativa allordinamento della Repubblica, le cose andarono diversamente. Perché le sinistre non erano favorevoli né alla Corte costituzionale né ai referendum né alle regioni. Cioè a tutti i bilanciamenti del Potere. E guardavano con sospetto agli organi monocratici. Fossero il capo dello Stato o il presidente del Consiglio, che tra laltro avevano il grave torto di essere insuscettibili di lottizzazione. La Costituzione è poi antifascista perché, come osservò allAssemblea costituente Piero Calamandrei, ogni articolo della prima parte rovescia come un guanto la concezione fascista dello Stato. Riconosce e garantisce i diritti inviolabili della persona umana. Stabilisce luguaglianza dei cittadini, senza distinzione tra le altre di razza e di opinioni politiche. Lopposto delle infami leggi razziali e del partito unico che non tollerava il dissenso. Sancisce la libertà di manifestazione del pensiero. Infine la Costituzione è antifascista per via della clausola prevista nella XII disposizione, che si badi è finale ma non transitoria. Perciò valida in saecula saeculorum. Essa vieta la riorganizzazione, sotto qualsiasi forma, del disciolto partito fascista. Disposizione impropria, perché di partiti fascisti ce ne furono due: il Pnf e il Pfr. Vale a dire il Partito nazionale fascista e il Partito fascista repubblicano, ai tempi della Repubblica sociale. Luno fu sciolto ope legis da Pietro Badoglio. Laltro si sciolse a Milano nellaprile del 1945 come neve al sole. È però il caso di dire che tutto è a posto ma nulla in ordine. Perché la tesi di Mattia Feltri non fa una grinza. Difatti quelle disposizioni della prima parte della Costituzione sono sì lantitesi del fascismo. Però lo sono a più forte ragione del comunismo, come si è realizzato dappertutto. Tantè vero che il Parlamento europeo ha equiparato nella condanna nazismo e comunismo. Ma allora, per dirla con Alfonso Gianni, perché mai i comunisti si sono adattati a recitare la parte degli utili ingenui? Potremmo appellarci allautorevolezza di un La Rochefoucauld: «Lipocrisia è un omaggio che il vizio rende alla virtù». La verità è che la nostra Costituzione è a potenzialità multiple. Può essere letta, come osservava il solito Calamandrei, in diverse guise. Basterà lesempio della cosiddetta Costituzione economica, dove sia il liberale sia il progressista possono vederci del buono. Del resto, sosteneva Giovanni Giolitti, le leggi si applicano ai nemici e sinterpretano per gli amici. Perciò, se i comunisti avessero vinto le elezioni del 18 aprile 1948, avrebbero potuto fare a meno di rivoltare come un calzino la Carta. Insomma, la Costituzione è contro tutte le dittature perché sispira ai valori della democrazia liberale. Comè stata interpretata dalle forze politiche che hanno guardato sempre allOccidente libero.