Nella relazione che la giunta per le autorizzazioni ha presentato al Senato c’è scritto che «non è implausibile» l’accusa rivolta al senatore Caridi dalla Procura di Reggio Calabria. E siccome non è implausibile, lo si arresti.E la Costituzione? La Costituzione che garantisce la presunzione di innocenza? Roba vecchia.E il codice di procedura penale? Il codice che dice che si può arrestare qualcuno solo se c’è il rischio che fugga, che reiteri il reato o che inquini le prove? Chissenefrega del codice. E poi qui nessuno lo ha letto.E di nuovo il codice, che dice che per arrestare qualcuno servono indizi seri? Beh, abbiamo per le mani una dichiarazione di un pentito rilasciata quattordici anni fa, e il pentito era molto chiaro: «Ho sentito dire che... ». Non vi basta?La richiesta di arresto del senatore Caridi, e l’ipotesi che lui sia - più o meno – il capo di una sorte di spectre italiana (anzi, forse internazionale, proprio come quella di 007) che dirige e coordina mafia, ‘ndrangheta, camorra e sacra corona, per la verità sono del tutto implausibili per chiunque abbia un minimo di buonsenso. Ma ammettiamo pure che siano non-implausibili. L’idea di scrivere in un documento ufficiale del Senato che si chiede l’arresto di una persona perché è non-implausibile la sua colpevolezza, è una via di mezzo tra una barzelletta e una sfida arrogante e beffarda allo Stato di diritto. A questa sfida, purtroppo, tranne il senatore Luigi Manconi e pochissimi altri, nessuno, a sinistra, ha osato opporsi. Le uniche voci contrastanti sono venute da destra, alcune per garantismo vero, molte – purtroppo – solamente per autodifesa.È stata una giornata nera, ieri, in Senato. Non solo perché sono stati calpestati i diritti di una persona umana di nome Caridi Antonio, ma perché si è sancita la totale e acritica sottomissione del nostro Parlamento a qualunque pubblico ministero alzi la voce. Non è stato – questo credo sia chiaro a tutti – un atto di giustizia, anzi è stato un sopruso odioso. Ma soprattutto è stato un atto di resa incondizionata del potere legislativo alla aggressività e alla spavalderia del potere giudiziario. «Ecco qui i polsi: per favore, siate clementi se potete... »Credo che quasi nessuno dei senatori avesse letto le carte inviate dai magistrati per chiedere l’arresto. Anzi, spero che sia così. Altrimenti il Senato avrebbe dovuto aprire un grandissimo dibattito sulla tesi di fondo che è alla base dell’inchiesta cosiddetta “mammasantissima”, e cioè l’affermazione che tutto ciò che è stato detto finora sulla mafia (da Falcone, e prima ancora Chinnici e Terranova, al famoso pool antimafia, a moltissimi studiosi, al lavoro di molte commissioni parlamentari antimafia della prima e della seconda repubblica) è sbagliato. Falcone escludeva il terzo livello? Ora invece si dice che esiste un terzo e anche un quarto livello. E lì, al quarto, c’è Caridi. Le mafie non sono organizzazioni radicate sul territorio e con una fortissima autonomia e capacità di penetrazione sociale, ma sono solo delle pattuglie militari al servizio di una organizzazione segreta piccolissima e onnipotente, guidata dal senatore Caridi e da alcuni suoi complici.Naturalmente se questa analisi è vera, deve cambiare tutto. A partire dalle strategie antimafia dello stato italiano. Ma su che base la procura di Reggio ha raggiunto questa certezza? Riesumando una ipotesi che una ventina d’anni fa fu avanzata dal magistrato Cordova (ve lo ricordate? Era il nemico numero 1 di Falcone) e che ora sarebbe confermata da testimonianze (anche quelle vecchie di quindici o vent’anni) di due o tre pentiti i quali avrebbero sentito dire che questa cupola esisteva.Un senatore serio, al quale viene prospettata una ipotesi di questo genere, non può far altro che buttare all’aria le carte e mandare tutti a quel paese. O almeno chiedere: «Benissimo, ma allora cosa imputate a questo ultrapotente Caridi? Quali delitti ha ordinato, o organizzato, o preparato? A quali riunioni della cupola ha partecipato, e quando, e cosa è stato deciso in queste riunioni? Quali intercettazioni, o documenti, o testimonianze di prima mano, testimoniano questo. Ci sono filmati? Quali atti concreti ha compiuto per favorire le cosche?La risposta è un silenzio imbarazzato. Niente. Tranne una cosa, che vien detta con voce flebile flebile: «Ha fatto assumere cinque spazzini». E poi però i “5 stelle” e qualche giornalista ardito spiegano che queste erano assunzioni di grossi mafiosi. Quindi la mafia oggi è al punto che i suoi boss anelano a fare gli spazzini?La cosa che fa più male, nel penoso spettacolo di ieri pomeriggio, è che i più scalmanati tra quelli che sventolavano le manette, sono quegli stessi che urlano sempre alla vittoria della legalità. Povera legalità: ieri i senatori se la sono messa sotto i piedi.