È necessario garantire agli omosessuali il pieno godimento dei loro diritti, incluso quello al riconoscimento giuridico delle comunità nelle quali essi organizzano la loro vita affettiva. Riconoscere questo diritto non è, per i cattolici, un cedimento rispetto ai propri principi.Perdonerete ad un professore notoriamente bigotto come me se inizio questo intervento con una citazione di San Tommaso d’Aquino che una volta ha scritto: "facilius pervenitur ad veritatem ex errore quam ex confusione". Si arriva più facilmente alla verità partendo dall’errore che dalla confusione. Di confusione a proposito della legge sulle unioni civili ce n’è tanta ed io vorrei cercare, con questo intervento, di fare un poco di chiarezza.Sullo sfondo di questa legge vi sono due questioni e due diritti costituzionalmente protetti fra i quali siamo chiamati a costruire un ragionevole equilibrio. Quelli che ripetono in modo ossessivo o l’uno o l’altro di questi diritti non aiutano il nostro lavoro e non fanno il bene dell’Italia.C’è una questione omosessuale, una discriminazione antica e ancora pervasiva che impedisce agli omosessuali il pieno godimento dei loro diritti umani. Questi diritti non sono solo diritti individuali. La persona, come dice anche la Costituzione italiana, si espande nelle comunità di cui è parte o che essa stessa crea. È necessario riconoscere e garantire alle persone omosessuali il pieno godimento dei loro diritti, incluso quello al riconoscimento giuridico delle comunità nelle quali essi organizzano la loro vita affettiva. Riconoscere questo diritto non è, per i cattolici, un cedimento rispetto ai propri principi. Lasciatelo dire ad uno che ha pagato un prezzo non irrilevante per la difesa di questi principi: una cosa è avere un giudizio moralmente negativo sulla omosessualità, una cosa affatto diversa è cercare di comprimere i diritti delle persone omosessuali. Il catechismo della Chiesa Cattolica afferma il mio diritto al giudizio morale ed anche il mio dovere di rispettare nella sfera del diritto il principio di non discriminazione. Queste cose ho detto anni fa nel Parlamento di Bruxelles e queste cose ho ripetuto nella Camera dei deputati del Parlamento italiano.C’è una questione della famiglia e un diritto della famiglia. Oggi la famiglia è il soggetto debole, sfruttato e oppresso della società italiana. È oppresso culturalmente da un sistema della comunicazione che propaganda sistematicamente stili di vita alternativi, che svilisce l’ideale di un amore costante e fedele che genera e protegge la vita, che esalta la trasgressione e la passione momentanea contro l’impegno dell’esistenza nel dono di se alla persona amata ed ai figli avuti con essa. È sfruttato economicamente da un sistema della tassazione iniquo che non riconosce il reddito familiare, da una organizzazione del lavoro sempre più precaria che nega il minimo della stabilità di cui la famiglia ha bisogno, da una disoccupazione giovanile di massa che viola in modo flagrante il diritto ad avere una famiglia e ad avere dei figli. Le conseguenze di questa lotta sono evidenti: i giovani non si sposano, i bambini non nascono, i sistemi pensionistici sono in crisi perché i pensionati sono tanti e i giovani lavoratori che pagano i contributi sono pochi, la nazione italiana si avvia a scomparire dalla storia.La Costituzione italiana, interpretata autorevolmente dalla Corte Costituzionale, ci ha indicato il cammino.I diritti degli omosessuali sono tutelati dagli articoli 2 e 3 della Costituzione, che proteggono la libertà di associazione. Essi hanno quindi il diritto di costituire "formazioni sociali specifiche" che non sono famiglie.I diritti della famiglia sono protetti dagli articoli 29/31 della Costituzione e la famiglia è "una società naturale fondata sul matrimonio". Società naturale vuol dire che in quella società si nasce e che quella società si struttura in funzione del bambino per offrirgli un "utero spirituale" nel quale possa crescere fino alla sua piena maturità umana. La famiglia è il luogo elettivo della nascita e della educazione del bambino. Questo non vuol dire che bambini non possano nascere al di fuori della famiglia e non abbiano diritto, in questo caso, alla piena protezione dei loro diritti per quanto possibile. Questo vuol dire invece che il primo diritto del bambino è quello di nascere in una famiglia, da un padre e da una madre che si amano fra loro e che amano il loro bambino. Una conseguenza ulteriore è che se un bambino rimane privo dei suoi genitori bisognerà cercare di inserirlo in un contesto familiare che abbia queste caratteristiche. L’istituto dell’adozione esisteper dare una famiglia ai bambini orfani e non per creare artificialmente degli orfani per darli a chi li desidera.Questo è il modello che abbiamo cercato di seguire con questa legge. Noi di Area Popolare abbiamo detto fin dall’inizio: "sì alla unioni civili, no ad un similmatrimonio, no alle unioni gay".Per ottenere questo risultato è stata necessaria una dura battaglia politica. Abbiamo iniziato male, con un disegno di legge chiaramente incostituzionale che voleva dare agli omosessuali "tutto del matrimonio tranne il nome". È stata necessaria una grande manifestazione popolare con più di due milioni di persone per indurre ad un salutare ripensamento. Noi siamo grati al popolo del Family day, ci dispiace che alcuni suoi rappresentanti non si riconoscano nel risultato raggiunto e vogliano convocare una grande manifestazione o addirittura un referendum contro questa legge. Li invitiamo a non farlo, a non isolarsi, a portare invece tutto il peso ideale e politico della loro partecipazione alle battaglie che ancora ci aspettano per il pieno riconoscimento dei diritti della famiglia.A chi invece chiede il matrimonio egualitario e l’utero in affitto diciamo che incontreranno l’opposizione fermissima non solo nostra ma della grande maggioranza del popolo italiano e, mi auguro, anche del Parlamento. La prima rivendicazione è chiaramente incostituzionale, la seconda ripugna al comune sentire, come conferma anche una recente risoluzione del Parlamento Europeo. I bambini hanno il diritto di stare con la madre che per nove mesi li ha nutriti con il suo sangue e cullati con il battito del suo cuore.A coloro infine che credono in una ingenua religione del progresso e sono convinti che la storia ci porterà irresistibilmente la morte della famiglia e la produzione di bambini a mezzo di macchine voglio ricordare che il trionfo dell’individualismo edonistico e lo scioglimento dei vincoli familiari ha sempre accompagnato il declino e lo spegnimento delle grandi civiltà. È compito di una politica responsabile proteggere il popolo dalle ombre che minacciano l’esaurimento demografico e spirituale della e l’eutanasia dell’Europa.