MASSIMILIANO IERVOLINO

SEGRETARIO DI RADICALI ITALIANI

Inizia la campagna elettorale, molti leader politici sono pronti a percorrere chilometri e chilometri per convincere gli italiani della bontà delle proprie idee. Pochi parlano di ambiente, nonostante gli appelli degli scienziati, malgrado le richieste delle nuove generazioni, a dispetto di temperature sempre più estreme e sebbene l’Italia abbia un debito ambientale enorme.

È proprio così, il nostro Belpaese – oltre a essere inserito nel contesto di un hot- spot climatico come il Mediterraneo, quindi tra i più colpiti dai recenti cambiamenti climatici – deve scontare ritardi storici in materia di rifiuti, di depurazione delle acque, di qualità dell’aria, di abusivismo, di bonifiche e di molto altro ancora. In parole povere, ci troviamo di fronte a questioni mai risolte che vedono l’intera Penisola coinvolta. Ci sarebbero da percorrere chilometri e chilometri per guardare con i propri occhi la desolante realtà.

Dalla Sicilia, con la quasi totale assenza di depurazione delle acque reflue, alla Calabria, con Comuni che emanano ordinanze per buttare in discarica i rifiuti organici differenziati, per passare alla Campania, dove esistono le cittadelle dell’immondizia nate ai tempi di Bassolino, per continuare nel Lazio, con una Capitale perennemente sporca, spingendosi più su, visitando i Siti di Interesse Nazionale o SIN, quelle ampie aree contaminate, ex poli industriali mai bonificati presenti in Toscana e non solo ( ce ne sono più di 40 in tutta Italia) e respirando un po’ di aria malsana della Pianura Padana, per poi fare tappa in Veneto, Piemonte e Lombardia parlando di inquinamento da PFAS, di Casal Monferrato e della Caffaro a Brescia.

Ma questi sono solo alcuni luoghi dove l’ambiente è morto, ogni Regione contribuisce in maniera consistente all’enorme debito ambientale dell’Italia.

Basti vedere le numerose procedure di infrazione pendenti sul nostro Paese e le centinaia e centinaia di milioni di euro sborsati da noi cittadini per pagare le multe inflitte dalla Corte di giustizia europea.

Non basterebbe un articolo per elencare – Regione per Regione – le questioni irrisolte. Forse servirebbe una guida – ma non turistica – per segnalare le zone compromesse. Magari così sarebbe più facile organizzare un giro, o un tour virtuale, di chilometri e chilometri, da percorrere insieme innanzitutto a quelle nuove generazioni che chiedono risposte contro i cambiamenti climatici e per il rispetto dell’ambiente.

Agli scienziati che in questi giorni – attraverso un appello su change. org – hanno chiesto giustamente che la lotta alla crisi climatica venga posta in cima all'agenda politica, chiediamo un aiuto: accendere i riflettori anche sul debito ambientale che attanaglia l’Italia.

Radicali Italiani è in prima linea affinché il nostro Paese faccia la propria parte: - 55% di CO2eq entro il 2030 come previsto dagli obiettivi europei. Tuttavia non possiamo fare finta che tutto il resto non esista – pur consapevoli che le questioni in parte si sovrappongono – ed è proprio per questo che c’è bisogno di una campagna elettorale dove entri a pieno titolo il tema della modernizzazione e della salvaguardia ambientale del nostro Paese, bisogna chiudere i conti con il passato e bisogna farlo in fretta.