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L'argomento chiave di tutta la dialettica proibizionista, il cavallo di battaglia di ogni oppositore alla legalizzazione della cannabis è quello che riguarda i rischi e i danni per i giovani. Nell'opinione di chi lo propone, questo argomento risulterebbe inappellabile: una sorta di poker d'assi in grado di inchiodare ogni obiezione alla propria inefficacia. E tuttavia, con buone ragioni, si può dimostrare che è vero l'esatto inverso: ovvero che è proprio la legalizzazione della cannabis la via da perseguire per il "bene dei giovani".E' d'accordo su questo Raffaele Cantone, magistrato e presidente dell'Autorità nazionale anticorruzione, il quale ha così spiegato la ragione per la quale oggi è sostenitore della legalizzazione: "Credo che una legalizzazione intelligente delle droghe leggere possa evitare il danno peggiore per i ragazzi, cioè entrare in contatto con ambienti della criminalità".E i pericoli in una situazione come quella attuale - dove chiunque, maggiorenne o meno, può reperire a qualsiasi ora in qualsiasi strada di qualsiasi città ogni tipo di sostanza - sono davvero molti.Per farsi un'idea basta dare un'occhiata allo studio ESPAD Italia, che ogni anno fotografa la situazione dei comportamenti a rischio tra gli studenti italiani, di età compresa tra i 15 ed i 19 anni. Secondo la rilevazione oltre un terzo degli studenti ha sperimentato il consumo di almeno una sostanza illecita (tra cannabis, cocaina, eroina, allucinogeni e/o stimolanti) nella vita, mentre il 27% lo ha fatto nel corso dell'ultimo anno.Tra tutte le sostanze illegali consumate, la cannabis è quella maggiormente utilizzata (quasi il 27%), seguita da stimolanti (2,6%), cocaina (2,5%) allucinogeni (2,2%) ed eroina (1%). Ma il dato di maggiore allarme è costituito dalla percentuale di coloro che hanno utilizzato sostanze psicoattive "sconosciute", ignorandone cioè la natura e gli effetti e, quindi, aumentando i potenziali rischi correlati al consumo. Si stima, infatti, che circa il 2,1% degli studenti di 15-19 anni abbia assunto almeno una volta nella vita sostanze psicoattive senza sapere di cosa si trattasse. Il 52% circa di questi studenti le ha assunte per non più di 2 volte, il 26% ha ripetuto l'esperienza oltre 10 volte.In un quadro del genere, non possono essere rimandati ancora interventi minimi come quelli di riduzione del danno, con unità mobili che oltre ad offrire servizi come quello del "drug checking", ovvero dell'analisi delle sostanze che è già routine davanti alle discoteche in molti paesi soprattutto del nord Europa. O ancora, è il momento di assumere provvedimenti strutturali come quello della decriminalizzazione del consumo di tutte le droghe. Può sembrare una provocazione, ma per avere un'idea della sua efficacia basta vedere cosa è accaduto in Portogallo, che nel 2001 ha approvato una legge in materia. Lì gli esiti di questo provvedimento di decriminalizzazione sono stati sbalorditivi: tra il 2001 e il 2006, l'uso di droga tra i giovani di età tra i 13 e i 18 anni è calato per quasi tutte le sostanze considerate e, in generale, il consumo di sostanze da parte dei portoghesi rimane al di sotto della media europea.Dunque, anche "per il bene dei giovani" come Radicali italiani e Associazione Luca Coscioni in queste settimane siamo nelle piazze a raccogliere le firme per un progetto di legge di iniziativa popolare per legalizzare la cannabis e decriminalizzare l'uso di tutte le sostanze. Sabato 24 settembre e domenica 25, abbiamo organizzato in decine di città italiane i "Legalizziamo Day": una mobilitazione straordinaria con tanti tavoli dove i cittadini potranno firmare la nostra proposta. Con noi, le più grandi associazioni antiproibizioniste e centinaia di volontari. Il tema è così popolare che, in questi giorni, dopo che molti siti internet avevano rilanciato l'iniziativa (e anche Roberto Saviano l'aveva segnalata sulla sua pagina Facebook) il portale della campagna Legalizziamo.it è crollato per i troppi accessi. Ci è sembrato un auspicio: migliaia di firme per far crollare il proibizionismo.