Il relatore di maggioranza in Senato, e cioè Felice Casson, propone - nella sostanza- di abolire la prescrizione. Per l’esattezza propone che la prescrizione sia calcolata dal momento nel quale il giudice inizia a indagare, e che poi sia cancellata del tutto dopo la sentenza di primo grado. Siccome oggi la legge stabilisce che la prescrizione scatta dopo sei anni per i reati minori, e dopo dieci o venti anni per i reati più importanti (tanto per capirci: per omicidio stradale la prescrizione scatta dopo 16 anni; per i reati di corruzione può arrivare a 20 anni), questo vuol dire che la possibilità di ottenere la prescrizione – in caso di processi lunghissimi - sarà praticamente zero, e dunque l’imputato sarà lasciato nelle mani dell’accusa senza limiti di tempo. L’appello per un reato commesso – poniamo, dieci anni fa, si può tranquillamente celebrare nel 2030 o nel 2040 senza violare quell’articoletto della Costituzione (il 111) che ne impone la ragionevole durata.Con l’emendamento Casson nasce il processo eterno. In nome di che? Della certezza della pena. E la certezza del diritto? Pinzillacchere, diceva Totò.Chi è Felice Casson, che propone questa chiara modernizzazione della macchina della giustizia? E’ un magistrato. Un magistrato che ricopre il ruolo di relatore su una legge che riguarda le relazioni tra magistrati e imputati. E’ come se, dovendo fare una legge sugli infortuni sul lavoro, si decidesse di affidarla al capo della Thyssen Krupp, o viceversa a una vittima o a un familiare di una vittima, oppure si chiamasse un sacerdote cattolico per fare la legge sull’aborto, o un grande editore di giornali per decidere le norme contro la concentrazione delle testate. Con questi paragoni, come è chiaro, non si da un giudizio morale su chi fa le leggi -tantomeno sul senatore Casson – solo si affaccia un timido dubbio sulla possibilità che esista un conflitto di interessi. Se la questione è quella di stabilire quali siano i diritti di un imputato e al tempo stesso quali siano i diritti (o le regole) di un magistrato, sapendo che gli uni confliggono con gli altri, può la politica affidare la stesura della legge a una delle parti in causa? O piuttosto non dovrebbe chiedere a tutti i magistrati (e magari anche a tutti gli imputati) di astenersi?E’ così. Il conflitto di interessi c’è. Ma stavolta non importa niente a nessuno. Neanche a quelli che tanto spesso hanno invocato il conflitto di interessi (contro Berlusconi, o anche contro Renzi e molti altri). Oggi ti dicono: il mio conflitto è un giusto conflitto. Beh, così non va. O decidiamo che in politica tutto è conflitto di interessi, e dunque il conflitto di interessi è legittimo (ma allora non si possono più rompere le scatole neppure a Berlusconi), oppure Casson deve mollare la legge sulla prescrizione.P. S. Comunque la proposta di Casson sembra proprio fuori dal mondo. Viene il sospetto che sia solo una mossa tattica. Di questo tipo: «vi propongo una soluzione talmente folle ed estremistica che poi voi troverete ragionevole una soluzione appena un pochino meno folle... »