Caro direttore,glielo dico da poliziotto e da garante dell'ordine: ha ragione il presidente Violante (intervista pubblicata su Il Dubbio del 23 settembre ndr.), "la macchina penale ci sta invadendo".Il sistema è deviato. La legge penale dovrebbe tutelare gli onesti cittadini e la brava gente, ma troppo spesso diviene uno strumento pretestuoso per secondi fini. L'azione penale è diventata strumentale agli scopi personali di chi la esercita, invece che strumento di garanzia ed imparzialità per tutta la collettività. Dovrebbe avere un'accezione straordinaria, quale fenomeno che interviene eccezionalmente come diritto dei criminali, ossia il diritto dei crimini.Così l'obbligatorietà della legge penale finisce per consentire ad alcuni pm di perseguire chicchessia a prescindere da una reale criminosità, perché ormai qualsiasi aspetto finisce nel calderone dei reati penali. Ciò, ovviamente, è illogico e inconcepibile per uno Stato democratico e di diritto. È palese, dunque, che la devianza del sistema non consente un'equa e distaccata azione penale, trasformandola invece in uno strumento afflittivo e ingiustamente persecutorio nei confronti di chi è "scomodo" per qualsiasi tipo di ragione.Evidentemente qualcosa non va, c'è un malfunzionamento del sistema giudiziario. E quindi in Italia siamo "un po' tutti criminali", le "brave persone" quasi non esistono più. Sono stati inventati talmente tanti delitti e tanti crimini che ogni giorno ognuno di noi potrebbe esservi sottoposto. Il diritto penale è diventato un sistema per tenere sotto controllo chiunque e ciò non può che suscitare preoccupazione per la libertà e la democrazia.Ciò in parte dipende dall'assenza di linee guida da parte del Parlamento o del Governo, poiché la giustizia, ricordiamoci, è amministrata in nome del popolo italiano. E quindi diventa necessario trovare dei correttivi, poiché il diritto penale sta entrando nelle vite di tutti mentre i veri comportamenti criminali, in questo modo, non vengono più sanzionati o "studiati" con attenzione: lo stesso sistema, vista la carenza di organico che lamentiamo da anni, non ha più le energie per combatterli.Basti considerare che nel momento in cui un operatore di Polizia va in televisione in qualità di rappresentante sindacale per mettere in luce la debilitazione delle Forze dell'Ordine viene perseguito penalmente e sospeso dal servizio... Direttore, le sembra giusto tutto questo? È palese l'ingiustizia manifesta e l'intento persecutorio se alcuni sindacalisti vengono sospesi e sottoposti a procedimenti penali. La situazione è kafkiana e l'onorabilità di una vita onestamente vissuta viene meno. Perché, diciamolo fuori dai denti, in Italia è sufficiente un rinvio a giudizio, anche se del tutto infondato o pretestuoso, a connotare come un criminale chi lo riceve. Se un buon padre di famiglia, dopo aver lavorato per anni, decidesse di dedicarsi alla politica, rischierebbe di essere trasformato dai suoi oppositori in un imputato col minimo pretesto e la sua famiglia sarebbe etichettata "la famiglia del corrotto". "Male non fare -paura non avere? " In Italia purtroppo non funziona così.Gianni Tonellisegretario generale Sap (Sindacato autonomi di Polizia)