«La senatrice Segre è entrata nel mirino di chi non intende discutere, ma vuole solo imporre i propri punti di vista con risultati che sono sotto gli occhi di tutti». Lo storico italiano Mimmo Franzinelli si sofferma sulla recente vicenda che ha interessato la senatrice a vita Liliana Segre, oggetto di ripetute minacce di morte e destinataria, su impulso del ministro dell'Interno Luciana Lamorgese, di una scorta di due militari che la seguono in ogni spostamento.

Franzinelli, riguardo le minacce indirizzate a Liliana Segre il direttore del Centro Wiesenthal di Gerusalemme, Efraim Wiesenthal, afferma: «È una vergogna per l'Italia che una sopravvissuta alla Shoah di 89 anni sia attaccata in questo modo». Condivide il suo punto di vista?

Assolutamente. Per comprendere fino in fondo questi atti scellerati, bisogna inserirli in due filoni: uno fa capo a una tradizione razzista di lungo corso della destra radicale italiana, presente dal 1938 ad oggi, mentre il secondo rispecchia una sorta di decadimento della morale pubblica, contrassegnata da una politica che non lesina lo scontro, anche con colpi bassi, nel quale l'avversario è visto come un nemico da abbattere.

Parlando della nuova Commissione contro l'antisemitismo, il razzismo, l'odio e la violenza, Liliana Segre, chiamata a presiederla, dichiara: «Io non ho voluto questa commissione contro l'antisemitismo, ma contro l'odio». Come giudica questa nuova iniziativa parlamentare?

Auspicherei che il Parlamento desse al Paese una lezione in termini di comportamenti corretti in Aula, tra avversari politici, mentre invece vengono esposti financo cartelli insultanti. L'esempio fornito risulta perverso e diseducativo. Preferirei, in luogo di una Commissione parlamentare – che rischia di entrare in un gioco di contrapposizioni aprioristiche contro posizioni preconcette –, una maggiore assunzione di responsabilità da parte di ogni membro del Parlamento riguardo il rispetto verso la Carta costituzionale, la quale prevede che chi è chiamato a cariche elettive le eserciti con onore e dignità, cosa che troppe volte oggi non accade. Spero, tuttavia, che questa Commissione riesca quantomeno a lavorare su un censimento e un monitoraggio non solo di atti di antisemitismo ma anche, come rimarcato dalla Segre, di invito all'odio.

All'approvazione in Senato della Commissione si è registrata l'astensione in blocco delle destre, diventata in Lombardia aperta contrarietà alla creazione di questo organismo. Un brutto segnale?

Senz'altro. Sono convinto che le destre questa Commissione non la volessero e non la vogliano tuttora ma, attente allo stato d'animo di una parte dell'opinione pubblica, non hanno osato contrapporsi con un voto negativo, ripiegando quindi su un'astensione che dimostra una volta di più l'esistenza di due schieramenti contrapposti sulla questione.

Il mondo del calcio è spesso interessato da cori e altre manifestazioni razziste, contro cui diversi giocatori hanno espresso il proprio dissenso. A suo avviso, i club calcistici hanno adottato misure adeguate? Dovrebbe esistere una sorta di autogoverno, di diffusa responsabilizzazione. Rilevo come molto positivo il fatto che alcuni giocatori abbiano protestato civilmente. Il calcio – come tutti gli altri sport – dovrebbe diventare un momento di crescita collettiva, mentre invece alcune tifoserie fanno concorrenza a certi politici nell'insulto e nell'offesa. Questo è un elemento che in alcuni miei studi storici ho denominato ' diciannovismo': in un mio recente libro, Fascismo Anno Zero. 1919: la nascita dei Fasci italiani di combattimento ( Mondadori, 2019), ho evidenziato come nel 1919 si attuò proprio questo, un decadimento della morale pubblica e della politica e un deterioramento dello scontro da ambiti ideologici a livelli di deplorevole volgarità.

Il Web è un altro importante terreno di coltura di razzismo e xenofobia. Su blog, social e forum ricorre spesso l'aggettivo “zecche”, a denominare l'oggetto dell'odio. Come fare per porre argine a questo fenomeno?

In riferimento a un fenomeno che culmina in veri e propri reati – diffamazione, incitamento all'odio, ecc... – sono convinto che la magistratura debba fare la propria parte, pubblicizzando il concetto che chi compia dei reati sia poi chiamato a pagare per essi. Uno degli elementi che agevola la diffusione di questo malcostume in Rete è la sensazione di essere impuniti e impunibili: si tratta di dimostrare che questa sensazione è sbagliata.

Il giorno dopo che il sindaco di Predappio ha negato il contributo a uno studente per andare a visitare i luoghi della Shoah, la Presidente delle Comunità ebraiche italiane Noemi Di Segni dichiara: «I viaggi della Memoria sono sempre più necessari, vista l'ondata di antisemitismo che attraversa il Paese». Ne conviene?

Penso che i viaggi della Memoria debbano essere percorsi consapevoli che facciano conoscere gli aspetti più tragici e terribili del passato senza mai trasformarsi in strumenti ideologici o di propaganda. I docenti dovrebbero farsene promotori e collegarli ai programmi di storia e di educazione civica. Considerati in quest'ottica, tutti dovrebbero appoggiare queste iniziative.