Chiede a Matteo Renzi «un patto di fine legislatura» per continuare, sennò «appoggio esterno». E per votare sì all’Italicum, pone al primo posto il cambiamento dell’Italicum. Ma il futuro lo vede con un nuovo schieramento a guida moderata di centrodestra, «al quale Sivio Berlusconi potrà dare ancora un grande contributo». Parla con <+corsivo_giust>Il Dubbio<+tondo_giust> Roberto Formigoni, pezzo da novanta di Ncd, già influente governatore della Lombardia.Senatore Formigoni, ha letto l’editoriale del direttore del “Dubbio” Piero Sansonetti che parla di siluro a Renzi e vede dietro a un processo mediatico a Alfano in realtà una guerra dentro la Guardia di Finanza? Una tempesta imperfetta?Mi limito al mio parere e ai fatti. Alfano non è indagato, non è destinatario neppure di un avviso di garanzia. Risulta che le carte oggi fatte conoscere al pubblico fossero a conoscenza della Procura di Roma già da diversi anni, almeno da due. E che la stessa Procura le abbia ritenute insussistenti. Quindi, è come se Alfano fosse già stato assolto. Mi sembra proprio che sia al di sopra di ogni sospetto.Come si spiega che torni a galla tutta questa vicenda?Non lo so, ma sappiamo anche che le carte possono avere infiniti percorsi. E oggi contro Alfano si è scatenata una tempesta di tipo mediatico, una speculazione mediatico-politica che non tiene conto, appunto, che queste sono già stata giudicate dalla Procura insussistenti, Quindi, Alfano non ha alcuna responsabilità, alcuna incriminabilità ma c’è qualcuno che agita…Chi e con con quali finalità?Chi non lo so. Ma certamente ha finalità politiche, per far del male a Alfano, al suo partito, e indubbiamente anche al governo.Un siluro a Renzi, come titola “Il Dubbio”?Può esserci tutto.La tempesta, perfetta o imperfetta si vedrà, però si scatena proprio nel momento in cui non solo Ncd ma anche il Pd sono usciti malconci dalle Amministrative. Colpiti perché più deboli?Penso sia lecito pensarlo. Però non capisco chi sia il soggetto che colpisce. Il governo è debole, Renzi è meno forte di ieri, in Ncd c’è un dibattito partito già da settimane e come in ogni dibattito ci sono posizione diverse.Ncd è divisa tra chi chiede di tornare nel centrodestra, chi come lei minaccia l’appoggio esterno e chi invece vuole un rapporto con Renzi di collaborazione-competizione. Lei esattamente come la pensa? Vuol tornare alla casa-madre di Berlusconi?Io parlo solo per me. Abbiamo rotto prima con il Pdl e poi con FI, abbiamo fatto un accordo con Enrico Letta e poi con Renzi che ha un solo obiettivo: fare le riforme economiche e istituzionali necessarie. Non abbiamo mai fatto un accordo di tipo politico, questo è un governo di emergenza, nato sulla non vittoria di nessuno nel 2013, constato che le riforme le abbiamo fatte, belle o brutte (più belle che brutte) dal jobs act alla detassazione delle assunzioni. Quindi, il nostro accordo con Renzi è esaurito…Farete cadere il governo, votando no al referendum costituzionale?Mi faccia premettere che intanto il referendum non è un compito dei partiti, mentre Renzi lo ha partitizzato. Il referendum è dei cittadini. I partiti hanno già fatto la loro parte, hanno votato le riforme, ora consegniamo questo testo ai cittadini. Siano loro a scegliere e a decidere! Io sono anche molto dubbioso dei comitati per il sì che stanno nascendo. I cittadini hanno saggezza e sapranno decidere loro.Insisto, voterà no?Non ho ancora deciso, perché sono e saranno importanti anche le condizioni di contesto. Se il clima si depurerà, se il clima tornerà sereno io voterò sì…Altrimenti?Se il clima resterà avvelenato e militarizzato (è stato Renzi a militarizzarlo), sono già da ora molto incerto.Cosa intende per clima militarizzato?Ho sentito dire che solo i partigiani veri voteranno si, che gli imprenditori veri voteranno sì, che gli uomini veri voteranno sì. E perché quelli che voteranno no saranno mezzi cittadini, mezzi uomini?Gli industriali hanno già detto che se vince il no il Pil cadrà di 4 punti…Io aggiungo: gli imprenditori di Confindustria hanno dimenticato di scrivere che ci sarà un’invasione di cavallette o una grande esplosione solare (sorride ndr). Ma queste sono cose che fanno male alla democrazia. Questo clima non va bene! Renzi ha il compito di smussare gli angoli, di pacificare il Paese, di essere inclusivo.E invece?Ha scelto di militarizzare il Paese, una strada divisiva, ben spalleggiato da Maria Elena Boschi e dalla Confindustria. Quindi, io adesso sono per il sì, ma c’è una connessione strettissima con l’Italicum che non funziona.Perché?L’Italicum era stato pensato con un partito guida al 42, 43 per cento, oggi questo non c’è più. Le coalizioni sono date al 30 per cento e forse meno. Questa legge elettorale dà un premio del 55 per cento di deputati a chi prende il 30 per cento dei voti. Ma questo 30 per cento è della metà degli aventi diritto al voto. Quindi, è un 15 per cento reale, perché la metà degli italiani non va più a votare. E noi diamo a una forza che ha il 15 per cento il 55 per cento di deputati?Come cambiare?Con il premio alla coalizione che gli stanno chiedendo tutti, anche all’interno del Pd. Ma va corretto anche il fatto che i deputati siano nominati. È un fattore di incostituzionalità, sennò ci pensa la Consulta.Insomma, se l’Italicun non cambia lei voterà no?Non ho ancora deciso.Berlusconi appena dimesso dal S. Raffaele ha ammonito: o si cambia l’Italicum o vince il M5s. Che ne pensa?Questa prospettiva anche per me negativa si esorcizza facendo della buona politica e delle buone leggi. Noi invochiamo da anni sostegni veri alla famiglia, un’attenzione vera alla povertà e a quelle riforme che potranno far ripartire l’economia.Però ci faccia capire meglio: lei intende tornare con Berlusconi?Con Forza Italia no. Ne siamo già stati alleati a Milano, Io ho detto che la fase si è esaurita e ora si apre un nuovo dialogo con Renzi al quale chiediamo: ti impegni a fare qualcosa sulla famiglia, sulla povertà e a cambiare l’Italicum? E a smilitarizzare il referendum? Se lui risponde di sì, la collaborazione potrà andare avanti su questa nuova base.Sennò, lei ha già minacciato l’appoggio esterno. Gli italiani potrebbero accusarla delle solite astruserie da Prima Repubblica. O no?Capisco. Ma la collaborazione è finita e se Renzi vuole continuarla si negozia un patto di fine legislatura. Si fa un governo con dentro questi obiettivi. Altrimenti: appoggio esterno.Cosa significa tornare alla nuova formula di centrodestra uscita da Milano? Stefano Parisi leader?No. Significa che come siamo riusciti a fare a Milano, è possibile ricomporre il centrodestra a guida moderata anche in Italia. A Milano sono stati con noi e FI anche Matteo Salvini e Giorgia Meloni, ma non in veste di comandanti, il timone deve essere in mano a un moderato. A un Parisi nazionale.Vede ancora un ruolo centrale per Berlusconi?Al presidente Berlusconi faccio i migliori aguri non solo di salute ma anche quelli di avere ancora influenza in politica. Come Berlusconi ha determinato il risultato di Milano e ha dato uno scappellotto a Salvini e Meloni, a Roma, potrebbe dare una grossa mano per creare questo nuovo schieramento.