Un messaggio a sinistra, a Alfredo D’Attorre di SI e anche a eventuali mugugni della minoranza che ora incolpano Matteo Renzi per il dialogo con Denis Verdini: «Non c’è una spectre che induce la classe dirigente del Pd a delinquere. Non lo credono gli italiani». Un altro messaggio a destra: «Matteo Salvini pensi agli arresti in Regione Lombardia e al caso Belsito prima di accusare il Pd». Quanto a Piercamillo Davigo: «Il Pd non è in guerra».Dopo l’arresto del sindaco renziano di Lodi Simone Uggetti, in una delle giornate più nere per i dem, sotto assedio, parla con Il Dubbio Emanuele Fiano, autorevole esponente della segreteria di Largo del Nazareno, dove è responsabile delle riforme costituzionali e la sicurezza. Fiano è anche l’uomo indicato dal borsino del Transatlantico di Montecitorio a sostituire alla guida della commissione Antimafia Rosy Bindi.Onorevole Fiano, dopo Tempa rossa, il caso di Stefano Graziano, arriva l’arresto del sindaco renziano di Lodi. C’è un’offensiva delle Procure contro il Pd?Mi auguro che un’ipotesi del genere non possa neanche balenare nella mente di qualcuno, vorrebbe dire la fine dello Stato di diritto. E quindi noi non ci pensiamo affatto.Ma è un fatto che in senso cronologico i guai giudiziari del Pd sono andati crescendo dopo la cosiddetta svolta garantista di Renzi.Stiamo ai fatti. Noi agiamo su tre filoni. Primo: siamo la legislatura nella quale sotto questa maggioranza e sotto questo governo sono state inasprite le pene sulle corruzione; è stata istituita l’Autorità anticorruzione, alla cui guida è stata messa una autorevolissima figura, quale è il dottor Raffaele Cantone, votato all’unanimità dal Parlamento. A lui sono stati dati poteri straordinari di intervento. Noi quindi abbiamo agito contro fenomeni corruttivi.Ma sembrerebbe che non basti.Noi siamo sicuramente garantisti come è giusto che sia e come è nella nostra cultura. La magistratura compia i suoi passi, faccia il suo lavoro con la massima rapidità possibile. Ma fino a che non ci sono prove e condanne di coloro che sono accusati, noi pensiamo che vadano garantite le prerogative di innocenza di ciascuno, politico o meno. Però, ripeto, che sulla corruzione si debba agire con forza lo dimostrano i fatti da noi compiuti in parlamento.Intanto, il Presidente dell’Anm Piercamillo Davigo si è scagliato contro i politici. E questo quasi subito dopo le parole di Renzi contro “la barbarie giustizialista”. Cantone e il vicepresidente del Csm Legnini lo hanno un po’ criticato. Che sta succedendo?Rispondiamo agli atti giudiziari della magistratura. Davigo è la rappresentanza sindacale della categoria. Agiamo secondo la legge e con rispetto della magistratura e naturalmente anche delle nostre prerogative di fare leggi. Non ci sentiamo in guerra, il terreno della polemica non ci interessa, questo ovviamente sempre nel rispetto della magistratura e delle garanzie degli imputati.Oggi (ieri ndr) solo il vicesegretario Pd, Lorenzo Guerini, anche lui di Lodi, ha detto che il sindaco è persona perbene.Sono arrivate accuse e quasi sentenze da parti politiche la cui legittimazione a fare queste cose è veramente incredibile. Il leader della Lega Salvini pensi all’arresto del presidente della commissione Sanità della Lombardia, a quello dell’assessore Mantovani di FI e alla ben nota vicenda Belsito, anche se il processo deve ancora concludersi. La Lega dovrebbe cautelarsi. E i Cinque Stelle non hanno ancora fatto sapere cosa deve fare l’assessore di Livorno sotto inchiesta.Salvini parla di ipotetica deriva penale del Pd. Ma sostiene che sulla legittima difesa non ci debba essere l’intervento del giudice e invece quando si parla di inchieste su esponenti del Pd...I giudici vanno bene?Vanno molto bene.Ingroia parla di romanzo criminale da Craxi a Berlusconi a Renzi, ma lei, da ex Pds qualcosa da rimproverarsi magari sul garantismo la ha?Io personalmente sono stato educato a una cultura garantista, non ho mai fatto parte di un partito delle manette facili. Tutto deve essere riportato all’equilibrio tra i poteri dello Stato.D’Attorre, ex Pd, parla di “questione morale” e tira in ballo i rapporti con Verdini. Che gli risponde?Non vedo nessun tipo di relazione. Suggerisco a D’Attorre, che viene da una cultura di garanzia, di non confondere legittime critiche politiche con questioni che riguardano eventualmente il comportamento penale del singolo. Se qualcuno gioca con le parole, facendo finta di pensare che esista una spectre che induce la classe dirigente del Pd a delinquere, credo che non incontrerà neppure l’ interesse degli italiani.