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Almeno per una volta potevano dire sì. Un sì convinto. Invece ancora una volta il Movimento cinque stelle si è distinto per un no incomprensibile se si usano le categorie della ragione. Ha infatti bocciato, prima alla Camera e poi al Senato, il ddl che fa diventare la casa di Antonio Gramsci, a Ghilarza, monumento nazionale. Lo motivano dicendo che quella legge è farlocca, è inapplicabile, ma poi spiegano che il problema è invece che verranno destinati finanziamenti pubblici per far vivere uno dei luoghi più visitati della Sardegna, dove il grande pensatore visse dal 1898 la sua infanzia. Finora la casa museo è andata avanti grazie al lavoro dei volontari. Adesso arriva il salto di qualità che potrà favorire il ricordo del pensatore e delle sue idee.Peccato che i Cinque stelle abbiano perso questa ennesima occasione. Se c'è qualcuno che dovrebbe leggere Antonio Gramsci sono soprattutto loro. In particolare dovrebbero rileggersi quelle pagine che definiscono il "nazionalpopolare". A un primo sguardo nessuno meglio dei grillini interpreta quel sentimento di connessione con il popolo di cui parlava Gramsci. Sono attenti a ciò che la gente vuole, ne rappresentano, più che l'anima, la pancia. Ma l'intellettuale sardo, quando chiedeva alle classi dirigenti di interpretare i bisogni e i gusti del popolo, non lo faceva giocando al ribasso. Non chiedeva di essere provinciali, ma di attivare attraverso la cultura, le idee, un sistema di valori che innalzasse il livello di tutta la nazione. Esattamente l'opposto di quello che rischiano di fare i Cinque stelle. Non c'è la volontà di creare un'egemonia che abbia a cuore il destino delle idee, ma piuttosto una politica ridotta al grado zero che parli direttamente alla rabbia delle persone. Sì, peccato, perché se i Cinque stelle avessero votato a favore per far diventare monumento nazionale la casa di Gramsci avrebbero dato un segnale di cambiamento e avrebbero avuto l'occasione per ricordarsi anche loro che senza cultura, senza finanziamenti alla Cultura non si rischia di chiudere solo un museo, una casa, un luogo destinato alla memoria. Si rischia di chiudere il rubinetto delle idee e della civiltà. Peccato, davvero.