Onorevole Colucci, perché vi siete schierati per il No al referendum sulla cittadinanza?

Per Noi Moderati i dieci anni sono un tempo giusto per otten[/CAP3-1]ere la cittadinanza ma il vero problema è che una volta raggiunto il traguardo dei dieci anni non ci devono essere tempi lunghi per ottenerla: cioè un diritto acquisito deve essere immediatamente riconosciuto. Le lungaggini che prevedono tre anni di media per verificare il paese d'origine, il comportamento tenuto dalla persona e la sua reale integrazione sono un ritardo inaccettabile che però non può essere colmato attraverso un dimezzamento del tempo che serve per ottenerla. Insomma, un problema sostanziale non deve essere risolto con una soluzione formale.

Lo schieramento del sì dice che cinque anni sono sufficienti perché quelle persone parlano italiano, pagano le tasse, vivono in Italia: cosa risponde?

Noi vogliamo semplificare, sburocratizzare e se necessario assumere le risorse umane utili per raggiungere questi obiettivi. Ma oggi si sta cercando attraverso un referendum su una questione importante di fare battaglie ideologiche e propaganda politica. Stiamo parlando di una cosa molto seria e tra l'altro le parla un esponente di Noi moderati che è uno dei partiti che ha sostenuto il decreto flussi. Noi non siamo contrari a un flusso regolari di stranieri spesso necessari anche al mondo economico e produttivo, tanto è che in quel decreto abbiamo previsto che vengano individuate nei paesi d'origine le persone giuste a un determinato lavoro, vengano formate e gli venga già dato in loco il permesso per lavorare in Italia.

Dunque non c'è alcuna necessità di intervenire?

Non si deve ragionare su modifiche di regole in ragione di altre problematiche: secondo noi dieci anni come in Austria e in Spagna sono un tempo giusto e adeguato per fare tutte le verifiche ed essere certi di un'avvenuta integrazione e crediamo sia giusto garantirle in quei dieci anni perché non diventino 13 o 14. Detto ciò chi è residente ha diritto allo studio, alla salute, al lavoro, insomma a tutto fatta eccezioni per i diritti politici cioè votare e candidarsi.

Nel centrodestra molti collegano il tema immigrazione a quello sulla sicurezza: pensa sia una correlazione valida?

Siamo tra i paesi che ha concesso più cittadinanze nel corso degli anni, basta girare per altri paesi europei per accorgersi che dove si nota di più la presenza di stranieri è proprio in Italia. Da un punto di vista della statistica purtroppo i dati evidenziano che il tasso dei reati commessi da stranieri è più alto di quelli commessi da italiani. Detto questo c'è una necessità di immigrazione ma tutto passa da un tema di famiglie, scuole e lavoro. Se aumenta l'inclusione diminuisce la probabilità che si commettano reati, spesso generati da discriminazione ed emarginazione. Poi di certo tutti devono rispettare le regole. Quando i migranti arrivano in maniera irregolare rimangono in un contesto illegale, ed è per questo che commettono reati. Ed è per questo che servono i decreti flussi.

Perché avete deciso di votare no e non di astenervi, come il resto del centrodestra?

Perché è l'occasione di partecipare al voto esprimendo la linea dell'intera coalizione. Se non si è d'accordo con i quesiti si può votare no oppure astenersi. Noi abbiamo deciso di andare a votare e votare no ma il risultato è lo stesso. Non far raggiungere il quorum, in fondo, non è altro che un altro modo per dire no.