Per la minoranza del Pd il dado sembra tratto. «A questo punto è evidente che ci stiamo avviando verso il No al referendum», annuncia Davide Zoggia, bersaniano di punta, ex presidente della Provincia di Venezia ed ex capo dell'organizzazione. Al culmine di uno scontro al veleno con Matteo Renzi, la minoranza interna ormai si mostra convinta che sulla legge elettorale prevalgano «le mosse tattiche sulla volontà di cambiamento». Se Renzi perdesse il referendum? Per Zoggia non si dovrebbe dimettere dal governo, ma rispetto alla guida del partito «dovrebbe trarre le conseguenze».Onorevole Zoggia, il premier non ve ne risparmia una e voi fate lo stesso con lui. Ma in tutto questo Pier Luigi Bersani ha anche detto che se vincesse il No Renzi non dovrebbe lasciare Palazzo Chigi. Così però non rischiate di restare intrappolati? Qual è la vostra strategia?Prima di tutto voglio dire che noi siamo in piena legge di Bilancio e credo che il Paese sia più interessato a che tipo di provvedimenti il governo mette in campo per provare a uscire da una crisi ormai certificata come cronica. I dati parlano chiaro: siamo praticamente fermi e in Europa siamo nella lista dei peggiori, c'è un problema di consumi interni, le famiglie non ce la fanno più... Questo dovrebbe essere il principale impegno di un governo di un presidente del Consiglio tanto più di centrosinistra.Ma qui sembra che tutto dipenda dal referendum costituzionale?Un referendum costituzionale, per quanto importante sia, non può vedere impegnato un primo ministro e il suo governo in questa maniera. Mancano più di 60 giorni e ci troviamo in presenza di un impegno quotidiano da parte del premier e di tutta la compagine governativa in una disfida che sembra francamente surreale rispetto a tutti i problemi del Paese.La madre di tutte le battaglie?Sì, ne ha fatto la madre di tutte le battaglie ed è stato un errore sin dall'inizio.Ma il premier ha anche detto che ha sbagliato a personalizzarlo?Sì, ma contemporaneamente ha detto pure: ci giochiamo tutto. Quindi, vuol dire che sta continuando a farlo questo errore. Sembra di vivere in un paradosso. Tra l'altro ci sono slogan come quello che dice "tagliamo i politici", che non sono di una forza di centrosinistra come il Partito Democratico ma che assomigliano più a quelli di un populismo becero.Rischia di dare man forte ai Cinque Stelle?Ma sì! E' una brutta di copia di quello che altri sanno fare meglio di noi.Ma la sinistra interna che intende fare? Voterà No a questo punto?La nostra strategia è molto chiara: nel momento in cui abbiamo votato la riforma costituzionale alla Camera con la sesta lettura noi abbiamo anche approvato un documento interno che diceva due cose: i cittadini eleggano i senatori e si cambi l'Italicum. Non mi si dica che non sia direttamente legato alla riforma costituzionale. Sarà un caso che la Corte costituzionale non si pronunci prima del referendum? E' passato più di un anno e nessuna delle due cose si è realizzata. C'è stata un'occasione la settimana scorsa con la mozione sulla legge elettorale, ma è stata una cosa all'acqua di rose che noi non abbiamo votatoMa perché non l'avete votata visto che si tratta di un impegno a cambiare l'Italicum?Perché non ci prestiamo a giochi tattici e strumentali. Se Renzi lo vuole cambiare l'Italicum lo cambi sul serio, non con mosse volte ad aspettare l'esito del referendum e sulla base di questo decidere che fare?Renzi ha detto che la riforma costituzionale è più importante della legge elettorale, che però va cambiata proprio per questo. Cos'è, un'apertura o una chiusura nei vostri confronti?Ma sono solo dichiarazioni! L'altra volta ha messo la fiducia sulla legge elettorale, cosa che non si era mai fatta, si è dimesso Roberto Speranza da capogruppo, ha fatto dimettere dieci componenti - tra cui Pier Luigi Bersani e Gianni Cuperlo - della commissione Affari costituzionali, ha forzato in maniera inaudita. Se vuole davvero cambiare l'Italicum ha gli strumenti per far capire che vuol fare sul serio. Ma non mi pare che lo farà. Non vedo atti palpabili. E siccome queste due cose insieme (riforma costituzionale e Italicum ndr) per noi non sono sostenibili, è evidente che ci stiamo avviando al nostro No al referendum.Non gli date più tempo, neppure fino alla prossima direzione?Ma la direzione gliela posso già raccontare in diretta streaming? Renzi dirà: datemi il mandato per cambiare la legge elettorale e il 95 per cento glielo darà. Poi?Bersani però dice che se perde non si deve dimettere da premier. Non rischiate di dare l'idea di quelli che lanciano il sasso e ritirano la mano?Ho già detto che il referendum non dovrebbe mettere in gioco il governo. Quindi, non ci sarà da parte nostra richiesta di dimissioni se dovesse vincere il No?E richiesta di dimissioni dalla guida del partito?Ci sono cose che in politica sono automatiche. Se Renzi ha impegnato così il Pd al 100 per cento, poi ne deve trarre le conseguenze.Intanto, Renzi, da voi contestato per la rincorsa dei voti di destra per il sì, vi accusa di essere dei perdenti. Come ribatte?Fossi in lui mi preoccuperei di rimettere insieme tutto il mondo vicino alla sinistra e al centrosinistra. Invece l'Anpi non importa, la Cgil pure. C'è una volontà scientifica di rottura che lo fa essere così criticato. E' normale voler conquistare nuovi voti ma non lo puoi fare snaturando un partito. Invece, lui si sta tagliando tutti in ponti.