«De Luca è una fotografia abbastanza fedele di ciò che è diventata oggi la politica, ma sarebbe superficiale derubricare tutto a "ironia"». Il vicepresidente della Commissione parlamentare Antimafia, Claudio Fava, va subito al sodo: sul governatore campano vorrebbe vederci chiaro. Per questo rivendica la decisione della Commissione di chi chiedere chiarimenti alla Procura di Napoli sulla riunione elettorale convocata pochi giorni fa da Vincenzo De Luca. Ospiti: circa trecento amministratori campani.Perché avete richiesto informazioni alla Procura?È la procedura normale. Prima di decidere se occuparci di una vicenda chiediamo alla Procura se sia stato aperto o meno un fascicolo, in caso affermativo chiediamo di acquisire atti e documenti per capire se abbiamo o non abbiamo competenza.C'è un'inchiesta della magistratura sulla riunione di De Luca con i sindaci?Credo di sì. Ma la la domanda che abbiamo rivolto alla Procura serve proprio a capire se ci sono atti giudiziari in corso e di che tipo, in modo da poter valutare tutto sulla base di elementi più concreti rispetto a un semplice file audio che abbiamo ascoltato.Che tipo di reato di interesse della Commissione si potrebbe configurare?Noi non ci muoviamo sulla base di reati, la Commissione per sua funzione è totalmente autonoma rispetto all'esistenza di inchieste giudiziarie aperte, siamo una commissione politica che dovrebbe, se possibile, anticipare le indagini giudiziarie, ci muoviamo a prescindere dalle ipotesi di reato. Diciamo però che il contesto e la qualità delle argomentazioni ascoltate in quel file fanno credere che sia utile chiedere se ci siano o meno sviluppi. Il linguaggio utilizzato fa pensare a una richiesta di scambio elettorale, si invita a spendere risorse pubbliche pur di procurare consensi a un referendum. L'ex sindaco di Agropoli viene indicato come punto di riferimento, un personaggio che è sotto inchiesta per una vicenda legata a beni confiscati alla criminalità organizzata. Non stiamo parlando della Lapponia, ma della Campania. La terra in cui l'empatia fra criminalità organizzata e amministrazione ha avuto momenti spiacevoli. Di fronte a questo, non chiedere alla Procura se è stato aperto almeno un fascicolo sarebbe un'omissione.Non c'è nessuno scontro personale tra De Luca e Rosy Bindi?La Commissione Antimafia ha diramato un comunicato che racconta una decisione assunta all'unanimità nell'Ufficio di presidenza della quale Rosy Bindi non ha alcuna paternità. Anzi, l'Ufficio di presidenza è stato sollecitato a discutere la vicenda su richiesta di alcuni gruppi politici tra i quali non c'era il partito della Presidente.Indipendentemente dal suo ruolo in Commissione, che idea si è fatto ascoltando quell'audio?Ho la sensazione che il tentativo di buttarla sempre sull'ironia nasconda una malattia più profonda della politica. Quando il linguaggio si impregna di queste metafore da piazza, da bar o da mercato con elementi di oscenità e sciatteria il problema non è più politico.Però il governatore insiste sul suo tono scherzoso e dice di essere curioso «di conoscere l'iter previsto sul reato di battuta» a proposito dell'iniziativa della Commissione...Che ci sia o meno un seguito giudiziario mi interessa assai poco. Io sto ai fatti. E fatti raccontano indecenze, indipendentemente dai reati. Se io sono il governatore di una Regione complicata e a due settimane dal voto raccolgo trecento sindaci e dico "ventre a terra, andatevi a prendere i voti", per me è indecente. Se la politica utilizza queste argomentazioni, se il senso delle istituzioni si riduce a questo, mi chiedo dove è finito questo Paese.Probabilmente De Luca intendeva dire che il contenuto delle sue affermazioni non riguarda comunque la Commissione Antimafia...Questo è un problema non suo. Noi siamo il frutto di una legge che ci ha istituito, fissandoci paletti ma anche affidandoci delle responsabilità. Se dovessero esserci ragioni per cui pensiamo che ci sia titolo di competenza della Commissione agiremo per senso di responsabilità. Se non ci sono non è un problema, abbiamo altro da fare. Personalmente, occuparmi di De Luca mi annoia, mi piacerebbe occuparmi d'altro. Capisco che ci sia una rivendicazione da parte sua, lui è un uomo pragmatico e dice che la politica si fa col clientelismo.Si sarebbe aspettato un intervento da Renzi?Penso che il segretario del Pd qualche problema se lo dovrebbe porre sul linguaggio che usano i suoi iscritti, soprattutto quando hanno funzioni istituzionali così alte. Credo che in questo gioco delle parti quelli come De Luca servano al partito perché fa vincere le elezioni e porta voti. Ma il punto è anche questo, se riduciamo la politica al cinismo commerciale, viene meno la sua funzione alta. Altrimenti si può proporre da domani di impiccare al pennone più alto i ladri di cavalli per prendere il 99 per cento dei voti.Dopo le affermazioni su Rosy Bindi lei ha detto: «De Luca parla come un camorrista». Che intendeva dire?«È stata una cosa infame, da ucciderla» non è un linguaggio civile, nemmeno da bar sport. Non è un linguaggio né politico, né metapolitico, è un linguaggio da camorrista. Certo, detto ironicamente, detto da un signore che non farà mai ammazzare nessuno, però io un brivido sulla schiena lo avverto. Ricordo verbali di intercettazioni in cui si diceva: "a quello dovrebbero scippargli la testa". E poi la testa gliel'hanno scippata.