Prima di andare in ferie Bianca Berlinguer ha avuto la conferma del vecchio adagio popolare col quale siamo sempre stati invitati a guardarci più dagli amici che dai nemici, dai quali ultimi già cerca di proteggerci il Signore.Già difesa troppo pelosamente da giornali e giornalisti di area di centrodestra che da una parte ne hanno lamentata la sostituzione al vertice del Tg3 e dall'altra Le hanno praticamente rinfacciato il cognome che porta, come per dire che a suo tempo arrivò alla Rai perché figlia di un certo papà, si è trovata per un po' di giorni candidata addirittura a segretaria del Pd: per sostituire al prossimo congresso, ordinario o anticipato che sarà, l'odiato Matteo Renzi. Al quale si è attribuita, a torto o a ragione, la responsabilità politica della sua sostituzione alla direzione del telegiornale della terza rete della Rai. Una ritorsione alla grande, diciamo così.L'idea di una simile candidatura, per quanto Bianca Berlinguer fosse stata già prenotata pubblicamente dall'azienda per altri programmi d'impegno e di visibilità sulla stessa rete televisiva, è stata lanciata per primo da Il Fatto Quotidiano con un articolo di Fabrizio d'Esposito. Che si è spinto a prospettare una disponibilità dell'ex capogruppo della Camera Roberto Speranza, in verità mai esplicitata davvero, a non candidarsi più al congresso contro Renzi nel caso di una corsa dell'ex direttrice del Tg3.Poi sono arrivate interviste dell'ex presidente del Pd Gianni Cuperlo, a La Stampa e ad altri giornali, su una "Papessa straniera", con esplicito riferimento proprio a Bianca Berlinguer, capace di rivitalizzare il maggiore partito italiano. Dove la sinistra non sarebbe riuscita a trovare ancora la personalità giusta da contrapporre a Renzi. Contemporaneamente un incontenibile, come al solito, Carlo Freccero, consigliere d'amministrazione della Rai indicato dai grillini, in una intervista a Il Foglio ha teorizzato il diritto di "strumentalizzare" tutto nella lotta al segretario del Pd: anche la vicenda della "rimozione" della Berlinguer dalla direzione del Tg3, pur essendo - ha riconosciuto Freccero - l'avvicendamento previsto, e direi fisiologico dopo una direzione durata sette anni. Strumentalizzazione per strumentalizzazione - ha fatto capire Freccero - starebbe bene anche una candidatura, a questo punto, della Berlinguer alla guida del partito di cui probabilmente è elettrice, forse anche iscritta.L'interessata ha sapientemente resistito ad ogni tentazione di commentare le cose che si scrivevano e di dicevano di lei, limitandosi a ricordare a chi l'assillava di domande di avere sempre considerato il giornalismo "il suo mestiere".Il silenzio di Bianca Berlinguer ha probabilmente, e opportunamente, contribuito a spegnere il dibattito, spiaggiato sulle cronache ferragostane di tutt'altro segno e contenuto. Ne ha in qualche modo tratto le somme su la Repubblica Claudio Tito liquidando la discussione su Papi e Papesse "straniere" per il Pd come l'ennesimo diversivo di una sinistra interna al Pd in cerca d'autore e d'identità. Un modo come un altro - ha scritto forse non a torto Tito prendendosela, in particolare, con Gianni Cuperlo - per cercare di segare le gambe al povero Roberto Speranza. Che probabilmente è troppo amico di Pier Luigi Bersani per piacere alle altre componenti della minoranza antirenziana del partito.È stato insomma un fuoco d'estate. Estinto per fortuna da una giornalista che anche sotto questo aspetto non meritava e non merita di vedere strumentalizzati il proprio cognome e la propria vicenda professionale.