Il caso Vannacci continua a scuotere la politica italiana e rischia di creare nuove fibrillazioni all’interno della maggioranza. Abbiamo fatto il punto con il capogruppo di Forza Italia alla Camera Paolo Barelli.

La vicenda Vannacci sta alimentando il dibattito politico. Salvini difende il generale. Le sembra una posizione strumentale o aderente alle idee del leader della Lega?

In democrazia ognuno è libero di avere la propria opinione. Ma le ragioni di opportunità devono prevalere quando si ricoprono ruoli istituzionali e si rappresenta lo Stato, cioè tutti i cittadini. Indossare la divisa impone riguardo e cautela perché ogni parola pronunciata viene recepita da chi può avere una cultura, delle usanze diverse ma ugualmente rispettose delle leggi. Il caso del generale Vannacci è comunque una vicenda circoscritta che in nessun modo può consentire strumentali attacchi - come leggo provenire dalle opposizioni - alle nostre Forze Armate di cui siamo orgogliosi e fieri, garanti della sicurezza del nostro Paese e baluardo in difesa delle istituzioni democratiche.

In ogni caso il ministro dei Trasporti non perde occasione per provare a spingere a destra il baricentro del governo. Anche rispetto alle alleanze europee. C’è il rischio che l’area moderata possa trovarsi schiacciata?

L'area moderata - di cui FI è l'unico riferimento - è il pilastro dell'Europa e nutriamo la legittima ambizione di competere per la guida europea con un esecutivo di centrodestra in linea con quello che in Italia ha vinto le elezioni lo scorso anno. È chiaro che ognuno parla al proprio elettorato con il linguaggio che ritiene. Ma è altrettanto chiaro che per noi non possono esserci accordi con chi si è dichiarato anti europeista. Il partito della Le Pen e quello tedesco Afd hanno posizioni - almeno finora - bel lontane dall'idea di Europa che noi popolari abbiamo. Per noi, l'unica coalizione possibile stando così le cose - è quella che vedrebbe insieme popolari, conservatori e liberali. Ma le questioni che riguardano i “blocchi di partenza” per la tornata delle elezioni in Europa non devono riguardare né condizionare la tenuta e le attività del nostro governo. Fi ha un Dna proprio, una storia diversa da quella di Lega e di FdI, parliamo lingue diverse con i nostri elettori, ma al tavolo della coalizione ci sediamo trovando la convergenza rappresentata da un progetto comune.

Quindi nessun problema?

La Lega sa bene che nel quadro europeo non esistono ( solo) Forza Italia, Lega, e Fratelli d'Italia. Esistono i partiti europei e Fi è parte integrante del Ppe, maggioritario in Europa. Se l'idea è quella di avere un'alternanza in Europa, l'unico modo possibile è quello di trovare un accordo per una coalizione che abbia la stessa visione e gli stessi obiettivi, cioè sostene-re l’Unione con il fine di migliorarne la capacità di competere nel mondo e migliorare la vita dei suoi cittadini.

Tornando a Vannacci, il Pd chiede alla premier di esprimersi chiaramente sulla vicenda. Secondo lei dovrebbe farlo?

Esiste un ministro di riferimento che è Guido Crosetto. Al di là dei termini, ha parlato con linearità, prendendo le decisioni che gli competono. Non c'è altro da dire. Ogni altra richiesta suona come strumentale. Lo conosco personalmente da sempre e lo stimo per serietà e competenza.

Giorgetti ha annunciato una manovra complicata. Un modo per evitare che i partiti si presentino con la lista della spesa?

Le ultime manovre - per via della pandemia prima e dell'incidenza della guerra in Ucraina dopo - sono state tutte particolarmente complicate e la bussola che per noi deve valere è il sostegno a famiglie e imprese, messe a dura prova dagli ultimi accadimenti. Nella prossima legge di bilancio la priorità per Fi è quella di mettere più soldi nelle buste paga degli italiani, specialmente ai percettori di redditi bassi, consolidando anche per gli anni a venire il taglio del cuneo fiscale, detassando le tredicesime, il lavoro straordinario e i premi di produzione. Abbassare le tasse è sempre stato uno dei punti essenziali dei programmi del nostro movimento, fortemente voluto dal presidente e fondatore Silvio Berlusconi ed è quello che vogliamo continuare a fare. Inoltre per Fi portare le pensioni minime a mille euro rimane l’obiettivo da raggiungere entro la fine della legislatura.

A proposito di Fi, la preoccupa il periodo di vuoto fino al congresso?

Il periodo che ci divide dal congresso di febbraio è invece pieno di attività, entusiasmo e di nuovi arrivi, a dimostrazione che Forza Italia cresce perché è riferimento dell’area moderata, vero motore del nostro paese. Il nostro vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani, è stato eletto - al Consiglio nazionale - segretario nazionale. La sua è una guida sicura e determinata che, con le capacità che ha sempre fatto valere in ogni ruolo che ha ricoperto, porterà il nostro partito al congresso, così come prevede lo statuto. Antonio Tajani si candiderà al congresso e, sono certo, in tantissimi - se non tutti - saremo al suo fianco. Siamo un partito maturo, capace di rispettare le regole, chiunque voglia dare un contributo alla sua ulteriore affermazione è il benvenuto. Sarà certamente una grande prova di maturità che mai avremmo voluto avvenisse perché coincide inevitabilmente con la nostra più grave perdita: quella del nostro presidente Berlusconi.

Dopo l’ultimo editoriale di Matteo Renzi su “Forse Italia” si continua a parlare di una sua possibile Opa su Fi. Che ne pensa?

Mi sembra che Renzi stia facendo altri lavori, il conferenziere, il direttore di giornale e ha già smontato il terzo polo di Calenda. È una persona spiritosa e al di là delle battute, è chiaro a tutti che il centro nel nostro paese corrisponde a Forza Italia e in “forse” c’è solo il futuro politico di Renzi.