L’Avvocato Francesco Caia è intervenuto sabato 1 aprile al convegno ' Musica e arte per i diritti umani', Giornate di studi giuridici e interdisciplinari, sul tema ' La libertà di espressione artistica : affermazione ideale e declinazione reale', presso il Conservatorio di musica “G. B. Martini” di Bologna.

Avvocato Caia, quale ruolo possono avere le espressioni artistiche per la difesa dei diritti umani?

Il potere non tollera la libertà e ha paura del linguaggio figurativo, oppure musicale e artistico in genere che, talvolta, può essere più potente della parola stessa. Pensiamo alla valenza evocativa di ' Guernica' di Pablo Picasso come messaggio contro la guerra e quanto, purtroppo, lo stesso sia attuale oggi che la guerra è tornata a insanguinare il continente europeo.

Lei è vice presidente dell'Ossevatorio internazionale degli avvocati in pericolo ( OIAD) e ha accesso a molti dossier che, attraverso le vicende degli avvocati che subiscono intimidazioni, violenze, arresti e condanne arbitrarie ricostruiscono anche la situazione più generale che si registra negli Stati e nelle aree geografiche dove maggiore è la violazione dei diritti fondamentali, qual è la realtà oggi, rispetto alla libertà artistica?

Dove vi sono dittature o regimi illiberali gli artisti non allineati col potere costituito sono nel mirino, al pari degli avvocati, dei giudici indipendenti, dei giornalisti, dei difensori dei diritti umani. La situazione è talmente grave che il Consiglio d' Europa, nel 2020, ha pubblicato il ' Manifesto sulla libertà di espressione dell'arte e della cultura nell'era digitale'. Il Manifesto riassume l'importanza della creazione artistica e dell'industria culturale per le nostre società democratiche e ribadisce l’impegno per la loro tutela, che l'articolo 10 della Convenzione europea dei diritti dell'uomo estende alla libertà di espressione artistica.

Può fare degli esempi attuali di repressione della libertà artistica?

Purtroppo l'elenco sarebbe molto lungo, basti pensare a quanto accade in Iran, dove le donne addirittura non hanno il diritto di ballare e cantare. Nel Paese, come è noto, è stata attuata con spietata brutalità, da parte delle Autorità di Governo, la repressione delle pacifiche manifestazioni di protesta conseguenti alla morte di Mahsa Amini, la ventiduenne ragazza curda morta a seguito delle torture subite dalla “Polizia morale”, che l’aveva arrestata il 13 settembre scorso per non aver indossato in modo corretto l’hijab, il velo che le donne iraniane sono costrette ad indossare in pubblico dal compimento dei nove anni di età. Secondo i dati di cui dispone il Cnf dall'inizio delle proteste, nel settembre 2022, sono stati uccisi 525 manifestanti, di cui ben 71 minori. Circa 5mila persone sono state arrestate ma il numero delle persone “scomparse” è molto superiore. Discriminazione e violenze vengono costantemente attuate contro le donne, le persone Lgbti e le minoranze e, naturalmente, gli artisti e gli uomini di cultura. Ma spesso si tenta addirittura di cancellare, con la distruzione di un'opera d'arte, la storia e la cultura di un intero popolo. Pensiamo alla distruzione delle statue di Buddha di Bamyan, risalenti al VI secolo. Le due statue, scolpite su un fianco di una rupe nello stile dell'arte Gandhara ( una di 55 metri e l'altra di 33), furono pressoché interamente distrutte con la dinamite dai talebani nel 2001.

Quali sono gli strumenti giuridici di cui disponiamo per tutelare la libertà artistica?

A livello di convenzioni internazionali l'art. 19 della Dichiarazione Universale dei diritti umani del 1948, l'art. 19 del Patto internazionale sui diritti civili e politici del 1966; l'art. 10 della Cedu e l'art. 11 della Carta dei diritti dei diritti fondamentali dell’Unione europea ( Carta di Nizza) del 2000, che corrisponde all’art. 10 della Cedu. L'art. 13 della Carta dei diritti dei diritti fondamentali dell’Unione europea, che recita: “Le arti e la ricerca scientifica sono libere. La libertà accademica è rispettata”. C’è poi l' art. 13 della Convenzione americana per o diritti umani, ma ve ne sono anche altre. Il tema oggi è quello di dare effettività a questi diritti, a volte negati da Stati che pure hanno sottoscritto le suddette convenzioni internazionali.