«Gli estremi per i procedimenti disciplinari ci sono tutti. Mi auguro che vengano istruiti e portati a compimento», dichiara Andrea Reale, gip al Tribunale di Ragusa, fra i promotori del blog toghe.blogspot.com, una piattaforma nata per evidenziare i mali del correntismo in magistratura, commentando le chat dell’ex presidente dell’Anm Luca Palamara.

Dottor Reale, è rimasto sorpreso dalla lettura delle chat? Erano tantissimi i suoi colleghi che si rivolgevano a Palamara per una nomina o un incarico.

Per nulla. Sono anni che denunciamo, ovviamente inascoltati, queste condotte.

Pensa che oltre al disciplinare ci possano essere anche degli aspetti di rilevanza penale?

Mi rendo conto che denunciare fatti penalmente rilevanti è complicato e non è facile capire chi poi dovrebbe indagare. Ma comunque penso di si.

Chi è stato indicato per un incarico direttivo in base a queste logiche cosa dovrebbe fare?

Queste nomine devono essere tutte annullate. C’è un vizio di legittimità dell’atto: violazione di legge o eccesso di potere, se non entrambi. E poi serve massima attenzione alle nomine effettuate “a pacchetto”, tipo la Procura generale della Cassazione o il Massimario.

Spieghiamo per chi non è un magistrato cosa è il “pacchetto”.

Il Csm aspetta che ci siano un certo numero di posti vacanti in quegli uffici e poi li mette a concorso tutt’insieme. In questo modo i posti vengono assegnati in base ai rapporti di forza fra le correnti.

Il pg della Cassazione Giovanni Salvi ha messo in campo una task force per analizzare le chat.

Spero che chi sia preposto a tale compito sia avulso da queste dinamiche.

È trascorso oltre un anno da quando lo scandalo Palamara è esploso. È cambiato qualcosa al Csm?

Nulla. L’ultimo esempio di resilienza è stata la nomina del neoprocuratore di Perugia, votato in maniera compatta dal gruppo di Area, nonostante gli anni trascorsi fuori ruolo, oltre che da tutta la componente laica.

Con alcuni suoi colleghi avevate chiesto lo scioglimento del Csm.

Era, ed è, l’unica soluzione. Mi rendo conto che possa sembrare imbarazzante per il presidente del Csm, che è il capo dello Stato, ma non penso sia possibile al punto in cui siamo procedere in maniera diversa.

Perché?

Io, e tanti come me che non sono iscritti a nessuna corrente, abbiamo ormai contezza che questo Csm non è imparziale e trasparente nel suo funzionamento. E le correnti hanno, dopo l’elezione dei componenti togati, costituito abusivamente e, a mio parere, in modo incostituzionale, i cosiddetti gruppi consiliari. Chi non aderisce ad alcuno di essi non può contare sull’organo di garanzia nato a tutela di ciascun magistrato, soprattutto di chi orgogliosamente non intende ' appartenere'.

Parole forti.

Il problema sono i gruppi dentro il Csm. Deve trovarsi un modo, immediato, per tagliare fuori le correnti dal Csm. Sono associazioni di carattere privato che si sono impossessate del Csm. Ed io, ripeto, che non sono iscritto ad alcuna di loro, non sento tutelata la mia autonomia ed indipendenza. Io pretendo che il Csm sia diverso. L’ha ricordato recentemente anche il Capo dello Stato quando ha affermato che si “impone, in modo categorico, che si prescinda dai legami personali, politici o delle rispettive aggregazioni, in vista del dovere di governare l’organizzazione della Magistratura nell’interesse generale”.

Visto che lo scioglimento del Csm e delle correnti non è fattibile, cosa si potrebbe fare?

Subito il sorteggio per l’elezione del Csm.

Sul sorteggio i suoi colleghi sono contrari.

Certo che chi oggi ha in mano il Csm e l’Anm è contrario. É ovvio.

Stanno girando diverse proposte.

Le ho studiate tutte. Ho letto recentemente quella presentata da Area, il cartello progressista. Sono tutti palliativi che non servono assolutamente a nulla. Maggioritario, proporzionale, doppio turno, sono tutte riforme gattopardesche che permetteranno alle correnti di spadroneggiare come fanno ora.

Comunque il dibattito c’è.

Il dibattito interno, sulle mailing list della magistratura, non ha mai dato frutti. Ora abbiamo questo blog per cercare solidarietà all’esterno. Un’apertura alla società civile: giuristi, accademici, avvocati, giornalisti. Sta dando grandi soddisfazioni. Se pensa che anche un ex presidente della Corte costituzionale si è detto favorevole al sistema del sorteggio.

Torniamo all’Anm: Palamara è stato espulso la scorsa settimana.

Non avrebbero dovuto pronunciarsi; erano tutti in una situazione di grave conflitto di interessi. Sono stati tutti a contatto con Palamara. Ad iniziare da quelli del suo gruppo che gli hanno votato contro. E poi con quale autorevolezza dopo quello che è successo è stato possibile prendere una decisione del genere?

Palamara voleva essere sentito ma gli è stato vietato.

Ecco, infatti. Lo statuto non dice nulla al riguardo. Ma in decine di altri casi esso non è stato rispettato dagli organi esecutivi dell’Anm: penso in materia di convocazione di assemblee generali, o di pubblicità dei bilanci, o di votazioni segrete per la designazione della giunta esecutiva centrale.

Le nuove elezioni per il rinnovo dell’Anm sono fissate a fine anno.

Ma non servono a nulla. Alcuni, nell’uscente Comitato direttivo centrale, sostengono addirittura che le liste siano chiuse. Io non condivido. In compenso l’alternativa sarebbe da subito costituire un, altra associazione ovvero procedere a una scissione di quella esistente.

Un giudizio sull’Anm di cui lei ha fatto anche parte anni addietro?

Assolutamente deludente e incapace di una efficace azione sindacale e istituzionale.

Insomma, è scettico sul cambiamento?

Dall’interno della magistratura il cambiamento è alquanto improbabile. Dall’esterno forse è più verosimile, ma è difficile.