Resto davvero sorpreso dal Vostro articolo dal titolo “Estremo rimedio a Brescia: avvocati solo in chat ( o quasi)”. Trovo del tutto fuorviante sia il titolo, sia le modalità con cui viene presentato l’intervento dell’avv. Cavaliere, come se fosse in polemica con il provvedimento a mia firma, quando invece si limita a svolgere considerazioni generali sul processo a distanza.

Il titolo è del tutto fuorviante: se si legge il provvedimento da me adottato come misure organizzative previste dal D. L. n. 18/ 2020 per il periodo dal 15 aprile al 30 giugno si vede che la partecipazione da remoto è meramente eventuale. Testualmente si legge “Gli avvocati e le parti che vorranno partecipare da remoto ( attraverso il sistema teams) dovranno preavvertire la Corte almeno tre giorni prima.” Null’altro sul tema.

Non solo, ma la scelta ponderata che abbiamo operato è stata quella di ridurre al minimo le udienze da remoto dato che allo stato si tratta di un sistema fruibile, ma ancora farraginoso e dispendioso come tempi. Questo mantenendo per tutti regole di comportamento rigorose ( dall’evitare gli ascensori, al contingentamento, all’utilizzo di mascherine etc.,) per evitare il diffondersi di un’epidemia che vede il suo acme proprio nel nostro distretto.

Ho sempre avuto ed ho tuttora l’idea che la possibilità ( non obbligo) della partecipazione a distanza alle udienze sia un’opportunità in più da cogliere sino in fondo che potrà consentire agli avvocati e alle parti di presenziare da remoto in tutti i casi in cui la presenza non sia essenziale, ai testimoni di poter essere sentiti dal luogo di residenza o prossimo ad esso. Un’opportunità in più, non un nuovo rito processuale, cui dobbiamo essere aperti perché dobbiamo essere i primi a volere tecnologie fruibili e capaci di migliorare le nostre vite e la nostra attività professionale. La grande sfida che abbiamo di fronte, che questa drammatica emergenza ha solo accelerato, è se saranno le tecnologie ad essere strumentali e quindi a doversi adattare al processo, oppure se sarà il processo a essere modellato dalle tecnologie.

Questa è la grande alternativa. Polemiche pretestuose e atteggiamenti di rifiuto ci portano dritti alla prospettiva peggiore. Ringrazio.

Presidente Corte d’appello di Brescia