UN DEPUTATO PUTINIANO: LONDRA SARÀ LA PRIMA CITTÀ COLPITA

Parole choc del capo della diplomazia di Mosca La Turchia annuncia l’intesa per sbloccare il grano

Urla fortissimo il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov attingendo alla simbologia primaria evocata da Vladimir Putin il giorno dell’invasione militare: la “denazificazione”, prima dell’Ucraina e ora, sembrerebbe, anche del resto dell’Occidente: «L’Unione europea e la Nato preparano una coalizione contro di noi, si comportano proprio come fece Hitler durante la Seconda Guerra mondiale, si preparano a fare guerra alla Federazione russa». Parlando alle agenzie di stampa russe da Baku capitale dell’Azerbajan, il capo della diplomazia del Cremlino attacca con durezza la concessione all'Ucraina e alla Moldavia dello status di candidate all'Unione europea e usa termini che rimandano a un conflitto di lunga durata tra Mosca e l’Occidente di cui la guerra in Ucraina sembra solamente il primo tassello: «Terremo d’occhio la situazione ma non ci facciamo illusioni sul fatti che la leadership russofoba cambi posizione in futuro, nel breve e nel lungo periodo».

Difficile distinguere la propaganda dal reale rischio di un confronto militare diretto tra la Russia e gli Stati europei, confronto che per il momento avviene per interposta persona. Ma i toni salgono in modo vertiginoso, sentite cosa dice il deputato Andrey Gurulyov, uno dei membri della Duma di Stato sanzionato dal Tesoro Usa per presunti crimini di guerra e fedelissimo di Vladimir Putin: «Londra sarà la prima città ad essere bombardata in caso di terza guerra mondiale, la capitale del Regno Unito sarà subito colpita se le restrizioni imposte dalla Lituania all’exclave russa di Kaliningrad dovessero portare alla guerra: durante la prima operazione aerea distruggeremo l’intero gruppo di satelliti nemici. A nessuno importerà se sono americani o britannici, li vedremmo tutti come Nato», ha detto Guruliov per poi aggiungere: «In secondo luogo, colpiremo l’intero sistema di difesa antimissilistica, ovunque e al 100.- Terzo, non partiremo di certo da Varsavia, Parigi o Berlino. La prima ad essere colpita sarà Londra. È chiaro che la minaccia per il mondo viene dagli anglosassoni».

Uno scenario possibile potrebbe essere l’entrata nel conflitto della Bielorussia, magari con un pretesto comedenunciava ieri la Direzione principale dell’intelligence del ministero della Difesa ucraino. secondo la quale il Cremlino starebbe pianificando attentato terroristici nella città bielorussa di Mosyr, dove progetta attacchi a case, scuole, ospedali e alla raffineria petrolifera con l’obiettivo di fornire a Lukashenko un motivo formale per entrare in guerra, usando lo stesso metodo già utilizzato per giustificare la guerra in Cecenia.

«A questo scopo - si legge sul canale Telegram dell’intelligence ucraina - a Mosyr sono arrivati i gruppi di sabotatori travestiti da civili e che includono personale della Central Intelligence Agency russa e mercenari. Secondo le menti di questa “operazione speciale” del Cremlino, «questo creerà un cosiddetto casus belli per Lukashenko.

Cioè, un pretesto formale per entrare in guerra allargando ancora di più il conflitto tra i due poli.

In questo clima arroventato si apre comunque uno spiraglio diplomatico, almeno per fronteggiare l’emergenza alimentare che si profila già dalle prossime settimane.

La Turchia, protagonista assoluta nelle mediazioni in questi mesi, infatti fa sapere che sarebbe stato trovato un «consenso generale» tra le parti per sbloccare l’esportazione di grano dai porti dell’Ucraina. Lo ha affermato il ministro della Difesa, Hulusi Akar, secondo quanto riporta il quotidiano Hurriyet. La notizia di un comporomesso sembra credibile.

«È stato raggiunto un consenso generale sulla creazione di un centro a Istanbul per le operazioni e la gestione sicura e ininterrotta di questa attività da parte di soldati turchi, russi e ucraini insieme, oltre che con l’Onu», ha specificato il ministro Akar. «Ora si possono intraprendere passi concreti» ha aggiunto citando i colloqui tra russi e turchi di questi giorni.

IL MINISTRO DEGLI ESTERI RUSSO SERGEY LAVROV IN BASSO IL MINISTRO DELLA DIFESA TURCO HULUSI AKAR