Gigi Petteni, presidente dell’Inas Cisl e a capo del Ce Pa al convegno patronati e istituzioni: «Siamo un punto di riferimento e di tutela sociale per milioni di persone »

«La crescita dipende come non mai dalla capacità che avremo di fare coesione, di diminuire le disuguaglianze» grazie a un «patto sociale per assicurare scelte capaci di tenere assieme sviluppo ed equità» : è quanto ha ribadito recentemente Luigi Sbarra, segretario generale della Cisl, tracciando la strada del sindacato con una visione precisa di come parti sociali, istituzioni e tutti gli altri soggetti in campo dovranno lavorare insieme per ripartire di fronte al complesso scenario socio- economico che il Paese si trova ad affrontare.

In questa visione si colloca perfettamente il ruolo del patronato, su cui si sono confrontati recentemente i principali protagonisti del settore, riuniti nel Cepa ( Centro patronati: Acli, Inas Cisl, Inca Cgil, Ital Uil), e gli interlocutori istituzionali in questo ambito.

Ne è emersa un’immagine del patronato del futuro parte di una rete di servizi su misura per il cittadino, collocato – grazie alle proprie capacità di prossimità e relazione – nel nuovo sistema di welfare post pandemia.

«Siamo un punto di riferimento e di tutela sociale per milioni di persone che ci scelgono ogni giorno e non riconoscerlo sarebbe un errore: in prospettiva, applicare al dialogo tra noi e le istituzioni lo stesso impegno di ascolto che i nostri operatori dedicano alla gente sarà fondamentale per dare valore al nostro lavoro di qualità e professionalità», ha spiegato Gigi Petteni, presidente dell’Inas e a capo, pro tempore, del Ce Pa Lo ha confermato Angelo Fabio Marano, direttore per le politiche previdenziali e assicurative del ministero del Lavoro: «Dobbiamo intervenire sui controlli perché la qualità è fondamentale e certificarla serve proprio ai patronati», ha detto.

La necessità di dialogo e sinergia è stata confermata da Andrea Tardiola, direttore generale dell’Inail: «Siamo chiamati a costruire trasformazione, rivedendo le categorie in base alle quali lavoriamo: le nostre relazioni con i patronati devono essere tarate in base a questo, perché nell’analisi dei problemi e degli scenari ci somigliamo molto, possiamo essere insieme attori positivi di cambiamento».

«La scelta di procedere con la digitalizzazione non significa rinunciare alla prossimità e in questo per noi il partner strategico adeguato sono i patronati, perché abbiamo gli stessi obiettivi di servizio e sviluppo della presenza sociale per la persona», ha sottolineato Vincenzo Caridi, direttore generale dell’Inps.

A conferma della volontà di mettersi al lavoro per costruire insieme, il presidente della Commissione bicamerale controllo enti gestori previdenza e assistenza, Tommaso Nannicini, ha annunciato: «Daremo indicazioni sul ruolo dei patronati nel sistema del welfare post pandemia e, contestualmente, dobbiamo eliminare un sistema barocco per rispetto del lavoro degli operatori che non devono essere gravati da inutile burocrazia. Inoltre, ha detto, ci impegniamo a ridisegnare un metodo per dare certezza nelle verifiche e un aumento delle risorse finanziarie, perché abbiamo bisogno di una rete di prossimità come quella del patronato, che prende in carico le persone attraverso la relazione, per orientarle tra i diritti».