Il saluto del segretario generale che rassegna le dimissioni dalla guida della Federazione dei pensionati dopo due anni di mandato per motivi di salute

In questi due anni abbiamo dovuto affrontare eventi che ci apparivano lontani, quasi impossibili. Come se non fosse già preoccupante la situazione sociosanitaria ed economica del Paese e dell’intera Unione europea, abbiamo dovuto assistere, inaspettatamente, al riesplodere di tensioni e conflitti bellici.

Lo scontro tra Ucraina e Russia ha riportato la guerra nel cuore dell’Europa: una guerra che rappresenta per noi, per tutta la Cisl, una soluzione inaccettabile per la risoluzione dei contrasti e delle controversie; con essa vengono messi in discussione i princìpi fondamentali di libertà, indipendenza, autonomia degli Stati: princìpi per i quali ci siamo battuti e che rappresentano le radici per garantire la pace. I danni che ne deriveranno non sono solo quelli della devastazione, dei morti, ma anche quelli della distruzione di relazioni tra Paesi, comunità e persone che sono a loro volta il substrato fondamentale della pace stessa. La guerra, non solo mette a rischio la vita di milioni di persone che non hanno potere, ma colpisce i più deboli, i più fragili, sia in termini di sacrifici umani, sia in termini di costi economici e sociali i cui effetti si protrarranno nel tempo aumentando, ancora più a dismisura, le diseguaglianze. Anche in questa drammatica vicenda del conflitto russo- ucraino che ha riportato la guerra all’interno della nostra Europa, determinando devastazione, miseria e milioni di profughi che non si registravano dai tempi della Seconda guerra mondiale, ci siamo orgogliosamente riconosciuti nella posizione chiara assunta dalla Confederazione attraverso le parole limpide del nostro segretario generale, Gigi Sbarra. Senza falsi pacifismi, senza ipocrite equidistanze, la Cisl ha sentito da subito il dovere morale di sostenere la popolazione ucraina contro l’invasione e le minacce del dittatore Putin. La Cisl è e rimarrà sempre per la pace e per la ricerca prioritaria, fino allo stremo, di tutte le vie per il dialogo diplomatico, ma non essere neutrali tra chi difende la propria libertà, la propria terra e chi invece massacra uomini, donne, bambini, anziani e, prendendo di mira le centrali nucleari, minaccia l’intera umanità. Sono sicuro che la Fnp Cisl continuerà ad impegnarsi nell’affrontare ogni nuova sfida, sapendo di doversi assumere una responsabilità presente e futura verso le giovani generazioni. Non abbiamo davanti a noi un’epoca di cambiamento, ma un cambiamento d’epoca, in cui occorre anche il nostro impegno per riportare sempre al centro non l’individuo, ma la persona, per ricostruire non un insieme di singoli soggetti ma una comunità, un “noi”. Per questo ho condiviso la richiesta avanzata più volte dal nostro segretario generale Cisl, Gigi Sbarra, di un nuovo patto sociale che ridefinisca un nuovo “contratto”: è nei momenti di crisi che nascono anche nuove ed inattese opportunità, e chi è capace di esplorare il futuro ricerca i semi per far germogliare una società migliore.

Una società che deve ripartire dalla famiglia, la quale resta il principale sostegno cui possono far ricorso le persone anziane, anche se la rete di aiuti familiari e quella di aiuti informali ha subìto, nel tempo, un forte ridimensionamento per le dinamiche demografiche e i mutamenti sociali iniziati dagli anni ’ 60. Alla solitudine degli anziani è necessario affiancare la preoccupazione per la diffusa precarietà dei giovani, e lo scoraggiamento e lo spaesamento che caratterizza i nostri figli e nipoti. L’inverno demografico, determinato dalla forte diminuzione delle nascite, non compensato dai tassi di natalità degli immigrati ( tassi oltretutto in forte diminuzione anche tra i cittadini stranieri residenti nel nostro Paese), è uno degli aspetti più preoccupanti del nostro sistema Paese. Per mitigare tale declino sarebbe necessaria una politica lungimirante di investimento sulle famiglie, che mettesse al centro i giovani i quali, insieme agli anziani, sono coloro che escono maggiormente sconfortati da questa stagione: bisogna far emergere le ragazze e i ragazzi che hanno pagato il prezzo più alto alla pandemia, la generazione dimenticata che rischia di diventare invisibile, e ingaggiarli per una speranza che non si nasconde dietro le difficoltà, ma le affronta con coraggio per definire insieme un nuovo patto generazionale. È indispensabile rompere l’atmosfera di rassegnazione che avvolge il Paese, uscire dallo stallo, dalla tentazione di facili ripiegamenti e conservatorismi, e decidere di stare dentro la fatica di questo tempo, di questa modernità, accettando la sfida di essere generatori di speranza, costruttori di capitale sociale, esploratori di futuro.

In questo tempo, quindi, serve un’organizzazione attrezzata, come lo è la grande famiglia Cisl, per affrontare queste nuove sfide: sono certo che la nuova segreteria che uscirà da questo Congresso nazionale sarà in grado di fare un lavoro encomiabile, sempre sotto la guida ineccepibile del segretario generale Cisl, Luigi Sbarra: un amico e una persona capace che, anche in questo momento delicato per me e per tutta la Fnp, saprà sostenere la grande Federazione dei pensionati, la sua unità e i suoi progetti.