Le sue parole non solo favoriscono i dubbi su una situazione chiarissima, ma “legittimano” la posizione criminale di Putin

In Ucraina la figura del Santo Padre è molto rispettata. I fedeli cattolici e anche gli ortodossi vedono il Pontefice come un leader progressista, difensore dei più deboli e portatore dei valori del Vangelo e dell’umanesimo, in contrasto all’oscurità medievale al servizio del potere del patriarcato di Mosca. Per molti decenni il Vaticano è stato uno dei simboli della lotta per la libertà contro il comunismo. Nel 1946 la Chiesa Greco- Cattolica Ucraina è stata “liquidata” da Stalin. Centinaia di migliaia di fedeli ucraini sono stati deportati in Siberia solo perché non erano disposti a convertirsi all'ortodossia russa. Erano pronti a “morire per il Papa”, e molti sono diventati i nuovi martiri della Chiesa Cattolica. “Radio Vaticana” veniva ascoltata di nascosto, insieme a “Radio Free Europe”, e queste erano le voci di speranza che hanno portato alla rinascita della Chiesa e dello Stato ucraini. Per questi motivi gli ucraini considerano il Vaticano come un alleato, da sempre. Ma dall’inizio dell’aggressione russa su larga scala qualcosa ha iniziato a incrinarsi.

Negli interventi dedicati alla guerra russo- ucraina Papa Francesco ha fatto diverse volte affermazioni ambigue che hanno scandalizzato i semplici cittadini, il governo e la chiesa ucraina. Come si spiega, infatti, un Papa che definisce «l’abbaiare della Nato alla porta della Russia» come causa della guerra; o la sua contrarietà «alla distinzione tra buoni e cattivi, senza ragionare su radici e interessi» quando c’è chiaramente un aggressore e un aggredito; o l’equidistanza della «pazzia di tutte le parti, perché la guerra è una pazzia. E nessuno che è in guerra può dire: “No, io non sono pazzo”» quando di fronte a un invasore ci si può solo difendere; o quando nel Giorno dell’Indipendenza dell’Ucraina ricorda la morte di una propagandista russa che incentivava all’odio anti ucraino, definendola “vittima innocente”?

Il Papa ha veicolato la propaganda del Cremlino per cui la colpa è della Nato, la Russia si difende perché minacciata, non bisogna armare l’Ucraina, gli ucraini hanno ucciso Dugina… Ma c’è una enorme differenza quando certi concetti li esprime il dittatore Putin e quando lo fa il Papa. Il Pontefice non solo favorisce i dubbi delle persone su una situazione chiarissima, ma “legittima” la posizione criminale di Putin. E c’è un’altra conseguenza che dovrebbe prevedere ed evitare: la massiccia delusione tra i cattolici ucraini e l’allontanamento dalla Chiesa. Gli ucraini sono molto grati a Papa Francesco per le sue preghiere per le vittime e per le iniziative umanitarie promosse dalla Santa Sede a favore dei rifugiati e malati, però l’aiuto maggiore può arrivare dalla definizione chiara di chi è l’aggressore da condannare e chi è l’aggredito da aiutare.

Non ci sono dubbi che Putin sarà processato insieme con i suoi gerarchi per i crimini commessi in Ucraina, come dall’inizio della guerra chiede Radicali Italiani con l’iniziativa “Putin all’Aja”. Ma quando in quel momento si chiederà se Papa Francesco ha fatto tutto il possibile per salvare gli ucraini, come si chiedeva per Pio XII, vorremmo rispondere: “sì, l’ha fatto”.

* presidente dell’Associazione Cristiana degli Ucraini in Italia, membro di Direzione di Radicali Italiani