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Come anticipato dal Dubbio la scorsa settimana, Roberto Mucci, sostituto procuratore generale in Cassazione e attuale consigliere giuridico del vicepresidente Fabio Pinelli, è il nuovo segretario generale del Csm. Lo ha deciso ieri all’unanimità, con la sola astensione del procuratore generale della Cassazione Luigi Salvato, il plenum di piazza dei Marescialli. Si chiude quindi dopo mesi di tensioni uno dei procedimenti più importanti e complicati dell’attuale consiliatura.
L’unanimità raggiunta ieri sul nome di Mucci cela solo in parte i “maldipancia” fra i gruppi associativi della magistratura, ben esternati ieri dall’intervento del togato progressista Antonello Cosentino. Nel mirino del togato, la procedura prevista per la scelta del segretario generale. La norma prevede infatti che sia “designato” dal Comitato di presidenza, ma l’incarico è poi conferito con “deliberazione” del Csm. Il termine “designazione” della nomina da parte del Comitato, premesso che la stessa debba avvenire previo “interpello” fra tutti i magistrati, evidenzia il carattere non concorsuale della procedura, e conseguentemente gli attribuisce un altissimo tasso di discrezionalità in ragione della natura fiduciaria dell’incarico.
L’immancabile giurisprudenza amministrativa ricorda che la natura fiduciaria dell’incarico non va intesa come una scelta che può prescindere da profili meritocratici, in quanto la nomina deve avvenire sempre nel «rispetto dei canoni di buona amministrazione, attraverso la individuazione di un soggetto professionalmente qualificato con riferimento al grado ed alle funzioni dell’ufficio da ricoprire e in forza di un procedimento da cui emergano i criteri seguiti e le ragioni giustificatrici poste a base dell’atto, così da consentirne la puntuale verifica in sede giurisdizionale».
Al Consiglio, nella sua sede plenaria, compete dunque dimostrare, in modo trasparente, il possesso da parte del designato di un bagaglio di esperienze e di un profilo professionale che lo rendano idoneo ad assolvere al meglio compiti e responsabilità connesse all’incarico, restando però escluso l’obbligo di motivazione comparativa dei profili di magistrati che hanno reso la dichiarazione di disponibilità, obbligo che è proprio, invece, delle procedure concorsuali.
Previsioni quanto mai difficili da mettere in pratica, è l’obiezione di parte del plenum, se la nomina del segretario generale arriva di fatto blindata, non essendoci proposte alternative da parte del Comitato di presidenza, composto dal vicepresidente e dai due capi di Corte. Al netto dei bizantinismi procedurali, la nomina di Mucci segna un punto a favore di Magistratura indipendente, essendo il magistrato un esponente di primo piano del gruppo moderato delle toghe. Ed era di Magistratura indipendente anche l’altro candidato forte per il posto di segretario generale, il sostituto pg Gianluigi Pratola, che poteva contare sull’appoggio della presidente della Cassazione Margherita Cassano.