Allarme per la «variante italiana» del Covid che sarebbe in circolazione da agosto Il rapporto positivi- tamponi scende al 12,4 per cento. 445 i decessi registrati ieri

Giorno tre della lotta al virus via vaccino. Dopo il V- day simbolico di domenica, l’Italia si avvia alla campagna di somministrazione di massa con l’arrivo della prima fornitura settimanale del preparato Pfizer- Biontech: 469.950 le dosi confermate, che si aggiungono alle 9.750 fiale destinate all’Italia per la partenza. La consegna del primo lotto è prevista per oggi, ma il maltempo potrebbe far slittare l’operazione di almeno un giorno. In ogni caso, le dosi dovrebbero arrivare entro il 31 dicembre presso «i primi 203 siti di somministrazione allestiti in accordo con le Regioni», fa sapere lo staff del commissario straordinario per l’emergenza Domenico Arcuri. In tutto saranno 200 milioni le dosi del vaccino anti Covid sviluppato da Pfizer e Biontech, la cui distribuzione progressiva in Europa - annuncia un portavoce della Commissione Ue - dovrebbe concludersi «entro settembre 2021». Altre 400 milioni sono attese da AstraZeneca, e 160 milioni da Moderna, una volta che i sieri prodotti dalle rispettive aziende avranno ottenuto l’approvazione dell’Agenzia Europea del Farmaco ( Ema). Per quanto riguarda l’Italia, a cui spetta il 13,45 per cento delle dosi acquistati dell’Ue, il piano vaccinale prevede una prima fase di somministrazione al personale sanitario e agli anziani nelle Rsa su tutto il territorio nazionale. «Se arriva subito al traguardo anche AstraZeneca- spiega il ministro della Salute, Roberto Speranza entro il primo trimestre si aggiungeranno altri 16 milioni di dosi, che corrispondono ad altre 8 milioni di persone vaccinate. Risultato finale: noi già dal primo aprile potremmo avere 13 milioni di vaccinati», prosegue il ministro. L’obiettivo è fissato in due tranche, calcolando due dosi a persona: 15 milioni di vaccinati per un «primo impatto epidemiologico», e 40 milioni per raggiungere l’immunità di gregge nella seconda fase. Ai nastri di partenza non sono mancate però le polemiche: fra tutte quella che agita il governo sul nodo dell’obbligatorietà. Soprattutto per i camici bianchi “refrattari” al vaccino. Proprio ieri l’ordine dei medici di Roma ha aperto un’inchiesta nei confronti di 13 suoi iscritti che sono stati segnalati per aver espresso pubblicamente contrarietà o scetticismo. Ma i medici e gli operatori sanitari non sono le uniche categorie a impensierire il governo. L’obbligatorietà dovrebbe «essere una pre- condizione per chi lavora nel pubblico», raccomanda la sottosegretaria alla Salute Sandra Zampa. A cui replica la ministra della Pubblica Amministrazione, Fabiana Dadone: «Non sono grande appassionata dell’obbligo in campo vaccinale. Il governo si è raccomandato e penso che una raccomandazione forte sia il modo migliore per raggiungere l’immunità di gregge». Il monito corale, per ora, resta quello di non abbassare la guardia. Proprio nelle ore in cui si diffonde l’allarme per una variante «italiana» del virus «simile a quella inglese», rilevata a Brescia grazie al sequenziamento del genoma virale raccolto dal tampone di un paziente e che sarebbe in circolazione da agosto. La variante «non rappresenta un pericolo per l’immediato perchè i vaccini funzioneranno, ma pone l’accento sull’importanza di studiare il virus e tutte le sue mutazioni, in modo da sviluppare strategie efficaci per combatterlo», spiega Arnaldo Caruso, presidente della Società Italiana di Virologia e docente di Microbiologia presso l’Università di Brescia. Intanto, il tasso di positività nel nostro Paese resta sopra la soglia del 10 per cento: i nuovi contagi registrati nell’ultimo bollettino, su 68.681 tamponi processati. Il rapporto di positività è quindi al 12,4 per cento, mentre le vittime registrate ieri sono 445 per un totale di 72.370 dall’inizio dell’emergenza.