Arriva un sostanziale via libera della Cassazione all'utilizzabilità delle chat criptate Sky-Ecc nei procedimenti giudiziari. È quanto hanno deciso le Sezioni unite penali chiamate a dirimere la questione relativa al sistema di messaggistica criptato, nell'ambito di procedimenti che riguardano, tra gli altri, la criminalità nel nostro Paese, in particolare nell'ambito di grandi inchieste sul narcotraffico. Le Sezioni unite della Cassazione in particolare, interpellate su diversi quesiti, hanno rigettato i due ricorsi proposti dalle difese.

Per i supremi giudici, come riportato nell'informazione provvisoria, «l'acquisizione, mediante ordine europeo di indagine, dei risultati di intercettazioni disposte dall'Autorità giudiziaria estera su una piattaforma informatica criptata integra l'ipotesi disciplinata nell'ordinamento interno dall'art. 270 del codice penale» sull'utilizzabilità delle intercettazioni in altri procedimenti. Inoltre ai fini dell'emissione dell'ordine europeo di indagine per l'acquisizione non occorre la preventiva autorizzazione del giudice.

La Cassazione ritiene che «l'autorità giurisdizionale dello Stato di emissione dell'ordine europeo di indagine deve verificare il rispetto dei diritti fondamentali, comprensivi del diritto di difesa e della garanzia di un equo processo». La procura generale nella memoria depositata in vista dell'udienza che si è tenuta ieri mattina, con l'avvocato generale Pietro Gaeta e il sostituto procuratore generale della Cassazione Luigi Giordano, aveva sottolineato: «L'acquisizione delle chat per mezzo di ordine europeo di indagine, ad avviso di questo Ufficio, non ha determinato alcuna violazione della libertà e della segretezza della corrispondenza e di ogni altra forma di comunicazione, né, più in generale, del diritto alla riservatezza ed alla vita privata dei cittadini, né, ancora, della direttiva relativa al trattamento dei dati personali e alla tutela della vita privata nel settore delle comunicazioni elettroniche».

«Giova rilevare che, come è stato rilevato in una delle decisioni della Corte di Cassazione che si è occupata delle questioni, anche altre Autorità giudiziarie dell'Unione Europea hanno esaminato li tema relativo alle modalità di acquisizione e ai limiti di utilizzabilità delle comunicazioni ottenute “violando” le piattaforme di comunicazioni criptate (come Encrochat e Sky-Ecc), successivamente trasferite in altri Stati membri mediante ordine europeo di indagine. Le soluzioni accolte sono tutte favorevoli - evidenziano dalla procura generale della Cassazione - all'utilizzo processuale delle prove acquisite secondo le modalità illustrate».

«Risulterebbe davvero singolare che, mentre i più alti consessi giurisdizionali del Paesi dell'Unione riconoscono la piena legittimità dello strumento di collaborazione investigativo, si prospettasse un'inspiegabile enclave di eccezione da parte dello Stato italiano, in nulla giustificata. L'effetto, in punto di affidabilità del principio di collaborazione giudiziaria tra gli Stati, risulterebbe disastroso ed assai marginalizzante, in futuro, per il nostro Paese - si legge nella memoria- soprattutto, se privo di qualsivoglia effettiva giustificazione e, dunque, incomprensibile a livello unionale».