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Il leader della Dc Totò Cuffaro
«Da anni sono costretto a richiedere che dalla rete internet sia rimossa una notizia tanto falsa quanto odiosa: ovvero, che nel 1991, innanzi a Santoro e Costanzo, avrei attaccato Giovanni Falcone. E, periodicamente, sono costretto a chiedere ai miei legali di inviare diffide, avviare azioni e mediazioni contro giornali, blogger, utenti vari e leoni da tastiera, che a corredo di tali video mi insultano e mi minacciano di morte senza ritegno. Lo faccio non solo per tutelare la mia reputazione, ma anche per evitare che la figura dell'eroe e martire Giovanni Falcone venga strumentalizzata per fini opachi». Così il leader della Dc Salvatore Cuffaro.
Caos digitale
«Tra le varie azioni avviate ve ne è stata una contro Youtube, e della quale da un resoconto, parziale e assai impreciso, ''Il fatto quotidiano'' - dice - La società americana, nonostante diffide e istanze di mediazione avviate sin dal 2020 nel rispetto della normativa vigente, ha ritenuto di rimuovere i contenuti diffamatori solo dopo avermi costretto ad avviare una causa. Addirittura, aveva perfino negato la legittimazione passiva al giudizio».
Cosa ha scritto un giudice
«Ebbene, non può essere questa la sede per ''appellare'' puntualmente una sentenza che ritengo, a dir poco, sorprendente, ma un fatto non può non essere sottolineato - dice – Se è vero, come riconosce lo stesso giudice Guarnotta, che non ho mai attaccato Falcone nella trasmissione del 1991, perché Youtube può continuare a mantenere on line contenuti diffamatori che, come attestato da una perizia forense regolarmente depositata in atti, sono stati solo apparentemente rimossi dalla rete e restano visibili a tutti gli utenti? È, infatti, sufficiente un semplice click per modificare le impostazioni e rendere visibili quei contenuti che la società sostiene essere stati rimossi. Evidentemente, i contenuti della perizia forense, neppure citata in sentenza, e lo stesso portale di Youtube, a disposizione di tutti, non devono aver convinto il giudice nonostante l'assenza di prova forense (ed empirica) contraria».
«Il web rimuova questo fango»
«Ad ogni modo, ad oggi sappiamo che è stato consacrato il principio giuridico che l'hate speech è ammissibile contro Cuffaro e che si può dire che un video sia stato rimosso nonostante sia ancora visibile. Magari, di questo passo, si finirà con il dire che essere accusati di aver aggredito Falcone, in fin dei conti, sarà falso ma non è diffamatorio - conclude - Se per qualcuno non è diffamatorio essere contrapposto a Falcone, lo è certamente per me. Se non vi è diffamazione, vi è certamente lesione dell'identità personale, sulla cui domanda non si trova risposta nella sentenza. Ad ogni modo, continuerò a confidare nella giustizia ma prima ancora proverò a raggiungere una intesa con controparte. Perché mi interessa che questo fango venga finalmente rimosso dal web».