Dalle dieci domande di Repubblica a Silvio Berlusconi alle circa 180 domande rilanciate dal pool di giornalisti amici di procura, mentre è in corso a Genova l’interrogatorio del governatore Giovanni Toti. In una caserma in mezzo al Porto, e il luogo la dice tutta.

I pubblici ministeri sono arrivati in gruppo, il sostituto Luca Monteverde, che arriva da La Spezia, la città dove l’inchiesta ha avuto inizio, il suo collega Federico Manotti, che ha contribuito a riempire gli otto faldoni di novemila pagine delle indagini nel corso di tre anni, e Vittorio Ranieri Miniati, il procuratore aggiunto responsabile del settore reati contro la pubblica amministrazione. Una bella squadra, per le 180 domande. Al termine delle quali, e soprattutto delle relative risposte, si porrà il problema della libertà di Giovanni Toti, visto che il suo avvocato Stefano Savi ha già annunciato la richiesta di revoca degli arresti domiciliari.

Anche perché solo da libero il governatore potrà decidere sul proprio futuro politico e soprattutto su quello della Regione Liguria. Su cui la sinistra, ora all’opposizione, sta già facendo qualche pensierino su un possibile rovesciamento elettorale. Non è già capitato, a parti invertite, in altre Regioni come la Basilicata o la Calabria? L’ex ministro Andrea Orlando, savonese, ci conta. Ma intanto si valutano le domande. E le risposte.

Il punto principale dell’accusa è quello che riguarda il rinnovo trentennale della concessione del Terminal Rinfuse. Gli uomini della procura di Genova ritengono che l’imprenditore Aldo Spinelli abbia corrotto sia Giovanni Toti che l’ex presidente dell’autorità portuale Paolo Emilio Signorini per ricevere vantaggi in quel contratto. Ma io ho svolto solo un’attività di mediazione, ha spiegato il governatore, e del resto non era mio compito attribuire quel rinnovo. È piuttosto noto, ha ricordato, quanto storicamente siano state accese le guerre nel porto tra i “terminalisti”. E io non ho favorito nessuno, ha insistito, tanto che, al termine, a decisione presa dall’autorità portuale sulla base di criteri e regole molto precisi, ambedue i contendenti, lo stesso Spinelli e Aponte, si erano lamentati. Proprio a significare la funzione super partes che io ho svolto.

Del resto, come ha spiegato l’avvocato Stefano Savi, il fatto di chiedere e ricevere, da parte di un rappresentante della pubblica amministrazione, contributi elettorali anche da parte di imprenditori che in seguito potrebbero avere concessioni o vincere gare, non può essere considerato reato in sé. Perché questo fa parte delle regole del finanziamento di privati alla politica. L’importante è che ogni versamento sia tracciato e che l’uso che il politico ne fa sia trasparente e motivato. Così è sempre stato nei miei due mandati alla presidenza della Regione Lombardia, ha detto Toti ai pubblici ministeri. Ma qualcuno può mai pensare che un imprenditore dia aiuti elettorali a qualcuno che poi gli boccerà ogni richiesta legittima? Ma che cosa intendono le procure per “finanziamento privato”? L’attività di gruppi di masochisti?

Un’altra delle accuse riguarda la questione dei supermercati Esselunga, da sempre tenuti lontani dalla Liguria dalle amministrazioni regionali di sinistra. Un membro del consiglio di amministrazione della società, Francesco Moncada, si sarebbe attivato per sbloccare due permessi per l’attivazione di altrettanti supermercati. E avrebbe ricambiato con alcuni spot di pubblicità elettorale gratuita su una emittente televisiva privata. Proprio su questo punto dell’accusa, la giudice dell’indagine preliminare Paola Faggioni ha dato un segnale negativo, che potrebbe aver messo in allarme gli altri indagati. Soprattutto il governatore Toti. Infatti, benché Moncada si sia da subito dimesso dall’incarico societario, non gli è stata revocata l’interdittiva professionale che lo ha colpito dal 7 maggio, giorno degli arresti.

Non c’è poi molto da dire su due accuse “minori”, che sono parse da subito di scarsa consistenza. Quella sui numeri “gonfiati” di malati nei giorni della pandemia da covid per ottenere da Roma un numero elevato di vaccini. È evidente che in quei giorni di grande allarme e di enorme confusione, ogni presidente di Regione, ma anche ogni sindaco, faceva quel che poteva per assistere al meglio la propria popolazione. E non sarà qualche intercettazione a dimostrare che quei numeri della Regione Liguria fossero “gonfiati”.

Così come del tutto estranea all’attività del governatore appare quella ricerca di voti in una campagna elettorale presso la comunità riesina, un gruppo di siciliani della provincia di Caltanissetta radicati in Liguria che sarebbero stati compensati con una proposta di un posto di lavoro che non arrivò mai. Giovanni Toti avrebbe forse solo partecipato a una cena. Ed è comunque tutto da dimostrare che quel gruppo, di cui nessuno è stato arrestato, ma solo tre indagati sono stati sottoposti all’obbligo di dimora, fosse composto di “mafiosi”, tanto da giustificare per loro l’aggravante prevista dall’articolo 416-bis del codice penale.

Pare poi sparita dai radar del pool di giornalisti di procura la vicenda della privatizzazione della spiaggia “Punta dell’Olmo” di Varazze. Era solo una suggestione dell’imprenditore Aldo Spinelli. Ma non aveva nessuna speranza, essendo il litorale pubblico e non privatizzabile sulla base della direttiva europea Bolkestein. Il sospetto di tangente sarebbe derivato dal fatto che Toti, pressato dall’imprenditore, potrebbe aver detto che se ne sarebbe occupato, anche se in termini molto vaghi.

Ma siamo sempre al punto di partenza, e cioè a quei 74.100 euro, che vanno divisi in quattro tranche di diverse scadenze elettorali, e che sono una parte dell’attività politica di un’amministrazione. Ma il discorso è ancora quello della possibilità per una procura, o due come in questo caso che nasce a La Spezia e arriva a Genova, di praticare quella pesca a strascico per cui si parte da una (presunta) notizia di reato e si arriva a indagare l’intera attività di un’amministrazione. Se non la vita intera di una persona. Ce lo si può permettere solo perché la persona in questione è un uomo politico e un pubblico amministratore? E si può per tre anni vessare e violare gli uffici di una Regione per andare alla ricerca di eventuali reati?