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Il ministro Carlo Nordio durante il voto finale del ddl sulla riforma della giustizia alla Camera dei deputati a Roma, Mercoledì, 10 Luglio 2024 (Foto Roberto Monaldo / LaPresse) Minister Carlo Nordio during the final vote on the justice reform bill in the Chamber of deputies in Rome, Wednesday, July 10, 2024 (Photo by Roberto Monaldo / LaPresse)
Ancora uno scontro a distanza tra il guardasigilli Carlo Nordio e l’Anm. Per il sindacato delle toghe, “il ministro della Giustizia non perde occasione per mostrare quanto sia poco interessato a tutelare, nei fatti e non con inutili declamazioni, l’indipendenza della magistratura e la credibilità dell’istituzione giudiziaria. Con poche battute - infelicemente ironiche - pronunciate a margine del question time del 17 luglio scorso alla Camera dei deputati, ha accusato il Tribunale di Genova, che ha rigettato la richiesta di revoca degli arresti domiciliari applicati al presidente della Regione Liguria, di aver emesso un provvedimento incomprensibile”.
Il riferimento è alle parole usare dal ministro per rispondere all’interrogazione di Maurizio Lupi che chiedeva a via Arenula di valutare l’invio degli ispettori a Genova dopo la decisione del Riesame su Toti. «Non la posso né criticare né commentare – aveva detto con ironia Nordio – posso dire che l’ho letta con grande attenzione e che, a suo tempo e anche di recente ho letto e riletto con grande attenzione la Fenomenologia dello spirito di Hegel e sono riuscito a capirla, ho letto questa ordinanza e non ho capito nulla».
«Ciò ha detto – attacca ora la Giunta esecutiva centrale in una nota - dopo aver premesso che le vicende giudiziarie non devono condizionare le sorti di una carica politica o amministrativa legittimata dal voto popolare. Ha così lasciato intendere all’opinione pubblica che il Tribunale di Genova abbia male operato e che il processo nei confronti del presidente della Regione Liguria sia una indebita interferenza nella vita politica e amministrativa di quella Regione». E ancora: «La frequenza con cui il ministro si lascia andare a commenti irriguardosi per l’autonomia e l’indipendenza della magistratura ci impedisce di dirci sorpresi da questa ennesima esternazione - prosegue la nota -. Non ci libera però dal dovere di ricordare che la nostra Costituzione, meritevole di essere letta e riletta non meno dei grandi classici del pensiero filosofico, è incentrata sul principio di eguaglianza di fronte alla legge di tutti i cittadini, abbiano o meno un incarico per mandato elettorale, e stabilisce, proprio nel suo primo articolo, che la sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione stessa».
«Non v’è spazio nella nostra democrazia per pretese di impunità per quanti hanno ricevuto un mandato elettorale, perché anche la sovranità popolare, di cui gli eletti sono espressione, incontra limiti, quelli posti in Costituzione. E la Costituzione affida alla giurisdizione, che si pronuncia in nome del popolo italiano, e che quindi non ha un minor grado di legittimazione democratica, il controllo di legalità anche nei confronti dei dei rappresentanti dei pubblici poteri, seppure eletti. Questa cornice di principi inderogabili assicura effettività alla vita democratica del Paese. Coltiviamo con ostinazione la speranza che stia a cuore a tutti, specie a quanti hanno il dovere istituzionale di preservarla», conclude la Giunta dell’Anm.