Nasce ufficialmente la “squadra speciale di giustizia per la protezione dei minori”, presieduta dal ministro della Giustizia Alfonso Bonafede, la cui prima convocazione è prevista per il 31 luglio.

Il team Una squadra composta da sedici componenti, dieci interni e sei esterni. Per il Cnf, tra i componenti esterni, prenderà parte al nucleo del ministero la vicepresidente Maria Masi, che affiancherà, tra gli altri, il presidente dell'Associazione nazionale magistrati, Luca Poniz e Jacopo Marzetti Garante per l'Infanzia e l'adolescenza della Regione Lazio e Commissario governativo della Cooperativa agricola ' Il Forteto'.

La cabina di regia parte non solo dal caso Bibbiano, ma anche dalle numerose pronunce di condanna dell’Italia da parte della Cedu per la violazione degli standard di tutela nella sfera dei rapporti familiari e si pone l’obiettivo di monitorare l’attuazione della legislazione vigente in materia di affidamento dei minori e del loro collocamento in case famiglia, alla luce «del preminente diritto del minore a crescere e ad essere educato nel proprio nucleo familiare ed a mantenere con esso continuità affettiva».

I compiti della task force La squadra promuoverà una banca dati nazionale sui procedimenti minorili ed in particolare di quelli relativi ai ricoveri in istituti di assistenza, gestita a livello centralizzato. Il tutto raccordando i diversi attori coinvolti e confrontandosi con l’istituenda commissione parlamentare d’inchiesta. Da tali attività dovranno emergere eventuali proposte di modifica delle norme e l’adozione di circolari di armonizzazione e razionalizzazione integrata delle procedure nei diversi settori coinvolti.

I lavori si concluderanno, salvo proroga, il 30 novembre. «L'istituzione della cabina di regia - si legge in una nota del Cnf - è un’iniziativa importante che, al di là delle motivazioni contingenti che l’hanno suggerita, risulterà certamente preziosa per affrontare la tutela dei minori da intendersi come soggetti pienamente titolari di diritti, tema centrale per ogni civiltà evoluta.

Il Consiglio nazionale forense, anche con il contributo che potrà ricevere da tutte le altre componenti dell'avvocatura, è consapevole della responsabilità e si impegnerà per risolvere i tanti problemi che riguardano il sistema dei diversi istituiti riguardanti i minori, problemi che da tempo l'avvocatura tutta sta denunciano e su cui occorre intervenire in modo rapido e sinergico».