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LA PRIMA RESA DI PUTIN
A GLI ABITANTI FESTEGGIANO IN STRADA LA FINE DELL’OCCUPAZIONE RUSSA DELLA CITTÀ
Scene che rimandano inevitabilmente a quelle della seconda guerra mondiale, quando gli alleati entravano nelle città liberate dai nazisti. E quello che infatti si sta verificando nella citta di Kherson dove la popolazione festante e scesa in strada per accogliere le truppe ucraine che stanno prendendo posizione in tutta la città, la prima ad essere occupata dai russi a febbraio e che fa parte delle regioni annesse da Mosca con i contestatissimi referendum di un mese fa.
I fatti sono stati confermati da Yuriy Sak, consigliere del ministero della Difesa ucraino, il quale ha comunicato ieri pomeriggio che gli uomini di Kiev hanno il controllo quasi totale della citta. In verità le bandiere ucraine erano già apparse giovedì quando Mosca aveva comunicato di lasciare Kherson, una volontà che aveva forse in qualche modo destato sospetto negli stessi ucraini che hanno temporeggiato prima di fare un passo decisivo in avanti.
Al momento non è possibile verificare per la stampa internazionale, in tempo reale, gli effettivi movimenti delle truppe, rimangono dunque i bollettini di Kiev e dei russi. Ancora Sak ha affermato che alcuni soldati di Mosca, rimasti nella zona, si stanno togliendo le uniformi militari e stanno cercando di confondersi con la gente del posto.
Il ritiro dunque, sebbene sia accertato, ha comunque lasciato spazio a una inevitabile situazione di tensione. Anche perché si continua a combattere nei dintorni di questa città, capitale regionale del Donetsk, che molti analisti ritengono un punto chiave per le sorti della guerra.
Per quanto riguarda Mosca, bisogna affidarsi ai comunicati rilasciati ieri dal portavoce del ministero della difesa Igor Konashenkov. Nel briefing svoltosi ieri allo stato maggiore sono state prodotte le mappe che mostrano l'intera area di Kherson, sul lato occidentale del fiume Dnipro, in mano ucraina. Le truppe russe invece ora si sono attestate su posizioni difensive sulla riva orientale del corso d'acqua. Complessivamente, sempre secondo i bollettini del ministero della Difesa russo, più di 30 mila militari russi sono stati riportati indietro compresi materiali e armamenti.
Tuttavia il Cremlino ha negato che il ritiro sia stata un'umiliazione per Mosca. Il portavoce Dmitri Peskov ha affermato che l'operazione speciale va avanti fino al raggiungimento degli obiettivi prefissati.
Difficile però capire quali siano vista l'impossibilità di negare, al di là della propaganda di rito, che si tratta di una sconfitta data dall'enorme numero di perdite, quello che si apre e però uno scenario che potrebbe far pensare ad un gesto propedeutico ad un inizio di trattativa.
Nei giorni scorsi i segnali arrivati a Zelensky da parte di Biden erano chiaramente indirizzati in questo senso, così come pare verificato che Russia e Usa si stiano parlando da tempo.
Niente è scontato perché in ogni caso il ritiro russo da Kherson potrebbe aprire le porte a nuovi sviluppi. La citta infatti costituisce un accesso diretto verso la Crimea che Kiev ha piu volte detto di voler riconquistare dopo il referendum del 2014. Come segnalato dall intelligence britannica poi il controllo di Kherson permette fondamentalmente di tenere in mano anche il fiume Dnipro, il centro dell'Ucraina stessa.