La quasi totalità dei procedimenti penali per abuso d'ufficio si conclude ora con una archiviazione. L'ultima modifica introdotta nel 2020 durante il governo Conte due ha molto ristretto il suo ambito di applicazione, rendendolo di fatto “inapplicabile”. Il calo, leggendo le statiche del Ministero della giustizia che raccolgono i dati di tutti gli uffici giudiziari, è del 40 percento negli ultimi cinque anni, con l' 85 percento di archiviazioni già al termine delle indagini preliminari. Nel 2021, ultimo anno disponibile, su 5.418 procedimenti definiti dall’ufficio gip/ gup, le archiviazioni sono state 4.613 ( di cui 148 per prescrizione).

Una quota superiore al dato medio dei procedimenti penali, fermo al 62 percento. Si tratta, poi, in gran parte di richieste di archiviazione presentate dalle stesse Procure che avevano inizialmente proceduto all'iscrizione sul registro degli indagati. Poche, all’opposto, le condanne. Sempre nel 2021, sono state appena 9, alle quali devono essere aggiunte 35 sentenze di patteggiamento. Per fare un confronto, nel 2020 le condanne erano state 12 e 19 l'anno precedente. 29, invece, i patteggiamenti in entrambi gli anni.

Nel 2021, poi, sono stati 370 i decreti che dispongono il giudizio. E proprio al dibattimento, sempre nel 2021, su 513 procedimenti definiti le condanne sono state 18 (a fronte di 37 nel 2020 e di 54 nel 2019), mentre le assoluzioni 256. In pratica, la stragrande maggioranza dei fascicoli si chiude senza che neppure si sia celebrato il processo.

L'abuso d'ufficio, che non consente le intercettazioni telefoniche o l’applicazione di provvedimenti di natura cautelare, rientra però nei reati previsti dalla legge Severino per quanto concerne la sospensione (o decadenza in caso di condanna definitiva) dalle funzioni per il pubblico amministratore. Una “spada di Damocle” che il ministro della Giustizia Carlo Nordio, nonostante i bassi numeri, ha deciso comunque di togliere sulla testa di sindaci ed assessori.