E PALAZZO CHIGI ANNUNCIA: «ALZIAMO IL TETTO AL CONTANTE»

Una replica colpo su colpo quella del presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, agli esponenti dell’opposizione che non le hanno risparmiato critiche nella discussione generale prima della fiducia a palazzo Madama, ottenuta dal governo con 115 sì, 79 no e 5 astenuti. Meloni ha parlato di lavoro e politiche energetiche, di economia e salute, di questioni sociali e di politica estera. Ma soprattutto ha replicato a Ilaria Cucchi e Roberto Scarpinato sui temi delle condizioni indegne delle nostre carceri e dei tafferugli tra polizia e ragazzi alla Sapienza, citati dalla prima, e del rapporto tra neofascismo, stragismo e visione politica del nuovo governo, portato alla luce dal secondo.

«La soluzione al sovraffollamento delle nostre carceri non è la depenalizzazione ma la responsabilizzazione - ha detto l’inquilina di palazzo Chigi rivolgendosi a Cucchi - La certezza del diritto passa anche dalla certezza della pena, certo anche dalla rieducazione del condannato».

E a Cucchi, che aveva citato Liliana Segre, Meloni risponde. «Se dobbiamo saper scegliere il giusto chiede - come si fa se chi ha sbagliato non paga mai? Io credo che la responsabilità stia in questo e che il problema delle carceri vada affrontato ampliando gli spazi e creando condizioni di vita migliori».

Sulle violenze tra polizia e manifestanti alla Sapienza, Meloni è stata chiara. «Ho partecipato a tante manifestazioni - ha sottolineato - Ma non ne ho mai organizzata una per impedire a qualcuno di dire qualcosa». Di fatto difendendo l’operato delle forze di polizia, che hanno respinto con le manganellate il tentativo dei ragazzi di entrare nell’Aula dove si stava svolgendo un convegno di Gioventù nazionale. «La democrazia non vale più per qualcuno che per qualcun altro - ha aggiunto - Se qualcuno della mia parte politica impedisse a qualcuno di parlare sarei la prima a condannarlo».

Per poi denunciare azioni di intimidazione contro Fd’I nelle scorse settimane. «Noi in campagna elettorale abbiamo avuto banchetti devastati, per non parlare di quel che accadeva nelle nostre sedi, e nessuno ha detto una parola - ha scandito - E poi a noi si viene a parlare di democrazia: dico ai ragazzi che manifesteranno nel rispetto delle idee altrui che sarò sempre dalla loro parte, è il fondamento della democrazia».

All’ex magistrato Roberto Scarpinato, che nel corso del suo intervento aveva messo in relazione il neofascismo dell’epoca stragista con un altro tipo di neofascismo secondo lui oggi presente nelle istituzioni e che attraverso il presidenzialismo tenta di riportare l’uomo solo al comando, Meloni ha così replicato.

«Da lei arriva un atteggiamento così smaccatamente ideologico che mi stupisce fino a un certo punto - ha detto - Il transfert tra neofascismo, stragi e sostenitori del presidenzialismo - ha commentato - è significativo di un certo atteggiamento di una parte della Magistratura di procedere per teoremi che ha portato a risultati fallimentari, a cominciare dal depistaggio per la strage di via D’Amelio».

La presidente del Consiglio ha poi toccato i temi economici, confermando l’intenzione di alzare il tetto al contante. Siparietto, su questo, con l’opposizione. «Non c’è correlazione tra l’intensità del tetto al contante e l’economia sommersa - dice tra i sussurri dei banchi del Pd - Non siete d’accordo? Sono parole di Pier Carlo Padoan».

Poi spiega che «la pace non si fa sventolando bandiere» e che «quella in Ucraina è una guerra d’aggressione che non possiamo accettare».

Si passa alle dichiarazioni di voto. Su tutte, quella di Matteo Renzi, che cita Alda Merini e definisce Carlo Nordio «il migliore». E quella di Silvio Berlusconi. «Sono felice di trnare a parlare in Senato dopo nove anni - gigioneggia - e sono anche felice perchè tre ore fa è nat il mio diciassettesimo nipotino. Evviva!». Chapeau.