È stata fissata per l’11 giugno la data in cui la riforma costituzionale sulla separazione delle carriere approderà in Aula. Lo ha confermato il viceministro alla Giustizia, Francesco Paolo Sisto, in un’intervista a Il Tempo, denunciando come le opposizioni abbiano presentato circa 1.300 emendamenti con «intento dichiaratamente ostruzionistico».

Secondo Sisto, ogni emendamento richiederebbe 15-20 minuti di discussione. «Servirebbero mesi per esaminarli tutti», spiega. Da qui la scelta del presidente della Commissione Giustizia al Senato, Alberto Balboni, di accelerare il percorso valutando il ricorso al cosiddetto “canguro”, ovvero la possibilità di votare un emendamento che assorba e faccia decadere quelli simili o identici. Una prassi già adottata in passato, anche in Commissione: «C’è un precedente importante del presidente Grasso del 2017», ricorda Sisto.

L’obiettivo è rispettare la data dell’11 giugno per il voto in Aula e mandare avanti il cronoprogramma: primo passaggio al Senato a giugno, secondo alla Camera entro luglio, nuovo passaggio a Palazzo Madama a settembre e approvazione finale entro la fine del 2025. Referendum previsto nei primi mesi del 2026.

«La riforma non è contro i magistrati – precisa Sisto – ma vuole tutelare il diritto del cittadino a un processo giusto, equo, trasparente. È un sistema di garanzie, non una resa dei conti. Come da sempre sostiene Forza Italia, il popolo sarà sovrano nel decidere il futuro di questa riforma».