L’imbarazzante “siparietto” che ha avuto come protagonisti due docenti della Scuola superiore della magistratura di Scandicci, presieduta dal presidente emerito della Corte costituzionale Giorgio Lattanzi, ha creato non poco imbarazzo in una istituzione che forma i prossimi magistrati. Il professor Daniele Domenicucci, referendario preso la Corte di giustizia di Lussemburgo, in collegamento da remoto, aveva notato scarsa attenzione degli allievi all’argomento che stava trattando. Ha iniziato a chattare via mail con il suo collega Fabio Filpo, anche lui referendari presso la Corte di Lussemburgo, commentando l’avvenenza di alcune neo magistrate. la conversazione, però, non è rimasta privata tra i due docentoi, ma è apparsa sullo schermo dell’aula. Quando alcune ragazze che seguivano il corso hanno apostrofato il professor Domenicucci, lui ha provato a scusarsi ma l’episodio rischia di essere fatale per la sua docenza. 

La Scuola superiore della magistratura in un comunicato nel quale si riassume l’episodio apparso sulla stampa e sui social network, precisa che “si trattava, in particolare, di un gruppo di lavoro sul rinvio pregiudiziale alla Corte di Giustizia dell’Unione Europea, coordinato da specialisti della materia, non magistrati. Inavvertitamente, durante una pausa dei lavori, sono stati condivisi sullo schermo dell’aula scambi di email intervenuti tra docenti, con contenuti inopportuni e offensivi nei confronti dei MOT (Magistrati Onorari in Tirocinio), compresa un’intollerabile espressione finale di tipo sessista relativa a magistrate che avevano partecipato all’attività formativa”.

Il Comitato Direttivo della Scuola Superiore della Magistratura, si legge ancora nel comunicato, si è "scusato subito attraverso i suoi rappresentanti presenti a Scandicci e, successivamente, con una lettera inviata a tutti i MOT esprimendo sconcerto e dispiacere per l’accaduto. La Scuola ritiene che l’alta responsabilità di chi è chiamato a svolgere attività di formazione per i magistrati, e in particolare per i MOT, richieda una condotta irreprensibile e doveri di particolare attenzione e cura, anche per il ruolo rivestito. Comportamenti incompatibili con tali doveri non possono trovare giustificazione anche se, come in questa occasione, emergono per effetto di una condivisione involontaria dello schermo, cosa che si verifica non di rado a seguito della rapida diffusione della didattica a distanza”. Inevitabile, quindi, la decisione del Comitato Direttivo che “ha deliberato di non affidare più incarichi formativi al responsabile dell’accaduto”.