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La vicenda della famiglia anglo-australiana stabilitasi nei boschi di Palmoli (Chieti), con i tre bambini trasferiti con la madre in una casa famiglia su decisione della magistratura, è all’attenzione del governo. E ha riaperto lo scontro tra la politica e le toghe dell’Anm, che difendono la posizione dei giudici.
Giorgia Meloni, ora in Sudafrica per partecipare ai lavori del G20 dei leader, sarebbe rimasta colpita e vorrebbe approfondire il caso. A quanto apprende l'Adnkronos, la premier avrebbe avuto sulla vicenda anche un colloquio con il ministro della Giustizia Carlo Nordio e non si esclude che da via Arenula possano essere inviati gli ispettori per fare luce sulle misure del Tribunale per i minorenni dell'Aquila che ha disposto l'allontanamento urgente dei tre figli della coppia, affidati ad una casa-famiglia di Vasto (Chieti). Il papà, l'unico ad essere rimasto nel casolare, questa mattina si è recato dalla sua famiglia, portando un po' di frutta ai bimbi, vestiti e oggetti personali.
«In questo momento è prematuro fare qualsiasi considerazione procedurale. Certo, faremo degli accertamenti profondi», dice il guardasigilli rispondendo a una domanda dei cronisti durante un evento a Stresa. «Bisogna vedere se» vivere allo stato di natura «compromette o meno l'educazione dei bambini, però penso che i genitori siano i primi a essere consapevoli dei loro doveri. In questo caso faremo degli accertamenti. Strappare un bambino a una famiglia è un atto estremamente doloroso, quindi bisognerà approfondire». «Strappare i bambini da una famiglia è un atto profondamente doloroso, bisogna approfondire», conclude il ministro.
«Il sequestro dei tre bambini portati via da una mamma e da un papà in maniera indegna» è una vicenda «preoccupante e pericolosa, vergognosa. Sono impegnato ad andare fino in fondo e se serve anche a parlare con il giudice del tribunale dei minori. Andrò in Abruzzo la settimana prossima. Giudice e assistenti sociali in Abruzzo non rompano le scatole», tuona il ministro e segretario della Lega Matteo Salvini. «Anche questa storia – aggiunge - dimostra che una profonda, sana e giusta riforma di una giustizia che non funziona sarà fondamentale».
La replica dell’Anm
«L’Associazione nazionale magistrati invita al rispetto del ruolo della giurisdizione in una vicenda che coinvolge valori tra i più delicati: il diritto della famiglia a determinare le proprie scelte di vita e, al tempo stesso, il dovere di tutela dei minori previsto dalla nostra Costituzione. Il provvedimento di sospensione della responsabilità genitoriale del Tribunale per i minorenni di L'Aquila si fonda su valutazioni tecniche e su elementi oggettivi: sicurezza, condizioni sanitarie, accesso alla socialità, obbligo scolastico. Ed è stato assunto nel rispetto delle norme vigenti e con finalità esclusivamente protettive», scrive in una nota la Giunta esecutiva centrale dell’Anm. «Le strumentalizzazioni di certa politica su ciò che sta succedendo appaiono a nostro avviso in netto contrasto col rispetto dei diritti dei minori, dei più deboli, e della dignità di tutte le persone coinvolte. Occorre invece avere fiducia nelle decisioni assunte dai tribunali ed evitare semplificazioni e contrapposizioni, nel rispetto dei diritti dei minori e della dignità di tutte le persone coinvolte», conclude la nota.
Ad intervenire con una nota è anche l’Associazione Italiana dei Magistrati per i Minorenni e per la Famiglia (A.I.M.M.F.), la quale sottolinea che «l’allontanamento è stato disposto secondo criteri di gradualità ed ha costituito extrema ratio dovuta all’inefficacia dei rimedi precedenti, dal momento che la decisione del 20 novembre scorso è stata adottata dopo un periodo di osservazione e sostegno, protrattosi oltre un anno, durante il quale le prescrizioni del Tribunale sono state sistematicamente disattese dai genitori». «Il maltrattamento dell’infanzia – si legge nella nota – spesso si esprime non solo attraverso condotte violente ma anche in forme di trascuratezza gravi e protratte nel tempo che, secondo quanto gli specialisti della tutela dell’infanzia hanno ampiamente provato, costituiscono causa di danni gravi e irreversibili allo sviluppo psicofisico di un bambino, meno espliciti ma spesso anche più pervasivi».
La difesa della famiglia
«Stiamo analizzando l'ordinanza del Tribunale per i minorenni dell'Aquila che, rispetto i giudici, ma contiene una valanga di inesattezze. Contiamo di impugnarlo entro i termini di legge, cioè dieci giorni, davanti alla Corte d'Appello dell'Aquila», aveva spiegato ieri l'avvocato Giovanni Angelucci, legale della famiglia anglo-australiana. «I giudici - ha spiegato l'avvocato - nel provvedimento delineano e descrivono un quadro inquietante, che è il contrario della realtà dei fatti. Non sono state prese in considerazione le relazioni che abbiamo prodotto. Si sono attenuti sostanzialmente ad un rapporto dei carabinieri dell'anno scorso quando la famiglia rimase intossicata dai funghi. Da lì è partita tutta la vicenda. Abbiamo prodotto tanti documenti che non sono stati considerati. Vivono in un rudere? Quello non è un rudere come viene definito nell'ordinanza, dato che abbiamo un certificato di abitabilità rilasciato da un tecnico, un ingegnere».


