Giustizia 4.0: diritti, algoritmi e nuovi equilibri”: è stato questo il titolo del convegno, promosso dal Ced della Cassazione e in collaborazione con le principali istituzioni che si occupano di digitalizzazione, tenutosi lo scorso fine settimana a Capri. L’evento, giunto quest’anno alla tredicesima edizione, rappresenta da sempre un momento di confronto sui temi della digitalizzazione della giustizia, della pubblica amministrazione e dei rapporti commerciali. Inizialmente focalizzato sulla giustizia ordinaria, è stato successivamente esteso a tutti i processi telematici e, più in generale, agli strumenti digitali trasversali tra pubblico e privato, con l’apertura più recente a interventi di esperti delle istituzioni europee.

L’edizione 2025 ha avuto come focus “L’intelligenza artificiale nella giustizia”. L’apertura dei lavori, dopo i saluti istituzionali dei rappresentanti di Csm, ministero della Giustizia, Scuola superiore della magistratura, Notariato, Avvocatura pubblica, Libero foro, Istituzioni nazionali e mondo accademico, è stata affidata al guardasigilli Carlo Nordio. L’IA è “inarrestabile”, ha affermato il ministro, evocando esempi storici: “La tecnologia può essere piegata in un modo o in un altro: la pietra nelle mani di Caino ha ucciso Abele, nelle mani di Michelangelo ha fatto la Pietà”. E ancora: “I caratteri mobili di Gutenberg portarono la più grande rivoluzione religiosa senza che lui immaginasse le conseguenze”. Per Nordio, allora, “non è possibile fermare la ruota della storia, ma si può governarne la direzione”. Concetto ribadito da Antonio Mura, capo dell’Ufficio legislativo di via Arenula, secondo cui, prendendo spunto da un aforisma di Seneca, “non possiamo dirigere il vento, ma possiamo orientare le vele”.

Sostenuta anche dalla recente legge numero 132, l’IA, come è stato da più parti sottolineato, è ora una realtà pienamente operativa in ambito giudiziasrio. La legge, in particolare, riafferma la centralità del fattore umano nel processo decisionale e conferma la responsabilità del giudice come garante ultimo delle decisioni. Per quanto concerne la trasparenza algoritmica, essa deve tradursi in una reinterpretazione coerente con i limiti e le peculiarità del contesto giudiziario. La trasparenza, ad esempio, va intesa come comprensibilità effettiva dei processi tecnologici che incidono sulle decisioni giudiziarie, rendendo conoscibili i sistemi di IA impiegati e le basi di dati da essi utilizzate, con garanzie di accessibilità e verificabilità.

Il convegno si è quindi articolato con sessioni dedicate al processo civile telematico, al processo penale telematico, a esperienze concrete e sperimentazioni di IA nella giustizia, alla cooperazione internazionale e, infine, alla giustizia tributaria.

In quest’ultimo panel, promosso da Alfonso Bonafede, presidente della Commissione formazione del Consiglio di presidenza della giustizia tributaria, è intervenuta anche Carolina Lussana, presidente dell’organo di autogoverno dei giudici tributari, ricordando come tale giurisdizione speciale sia, per sua natura, “un momento d’incontro tra diritto, economia e tecnologia. La crescente mole di dati fiscali, l’interconnessione tra sistemi e la necessità di decisioni rapide e fondate su basi oggettive rendono questo ambito particolarmente esposto, e potenzialmente favorito, dalla rivoluzione digitale”, ha puntualizzato Lussana, evidenziando ai presenti che, a seguito dell’introduzione del processo tributario telematico, oltre il 98 dei ricorsi viene adesso depositato online, con tempi di trattazione e costi notevolmente ridotti.

' La vera sfida è quella di evolvere verso una “intelligenza dei processi”, integrando strumenti di IA che supportino i giudici e rendano il sistema più efficace', ha concluso la presidente del Cpgt.

“La decisione non potrà mai essere algoritmica – ha voluto precisare Francesco Greco, presidente del Cnf – ma deve scaturire dal convincimento interiore del giudice”. Per Greco, l’uso delle tecnologie non deve mai sostituire la “centralità del fattore umano nella giustizia”, a iniziare proprio da quella tributaria, in cui la progettualità al riguardo è già in una fase molto avanzata, come peraltro precisato da Fiorenzo Sirianni, capo dipartimento della Giustizia tributaria del Mef.