Il governo Conte «non rappresenta il popolo italiano. Non penso che possano andare avanti per molto». Matteo Salvini gusta il sapore della nuova vittoria elettorale e invia l’avviso di sfratto all’esecutivo giallo rosso dalle prime ore del mattino. Ma non pretende dimissioni. «Lasciamo alla propria coscienza e alla propria dignità la libera scelta per qualcuno. Capisco le giornate intense del momentaneo premier perché deve districarsi tra Financial Times, interrogazioni parlamentari, Vatileaks... non lo invidio», dice in conferenza stampa a proposito dell’avvocato del popolo, quello stesso Giuseppe Conte che a metà agosto ebbe il coraggio di affrontarlo in Aula, consegnando il proprio mandato nelle mani del Capo dello Stato, proprio per togliere dalle mani di Salvini la pistola della mozione di sfiducia.

Uno smacco, per il segretario del Carroccio, consumato in combutta con Matteo Renzi. E ora l’ex ministro dell’Interno vuole togliersi più di un sassolino dalle scarpe con gli ex alleati. «Saranno altre belle giornate di democrazia», dice, affiancato dalla nuova governatrice dell’Umbria Donatella Tesei, pensando già ai prossimi appuntamenti elettorali in Emilia Romagna e Calabria. Ma quello umbro «è un voto che ha anche una valenza nazionale, Conte continua con la sua arrogante distruzione dell'Umbria, sbagliare è umano ma perseverare è diabolico... ogni giorno si apre un problema nuovo», dice. Poi Salvini mette nel mirino la strana alleanza che ha scelto di sfidare il sovranismo a partire dalle regionali.

«Il voto di ieri è stato anche a due diverse foto: quella dell'improvvisato Cdm a promettere brioche, caviale, autostrade, ferrovie. Sono arrivati a promettere tutto, da Conte a Zingaretti e Speranza», insiste. «Donatella ( Tesei, ndr) invece ha ragionato con i governatori del Nord di quello che una regione può fare. Evidentemente gli umbri hanno scelto la concretezza».

Il segretario della Lega, poi, veste i panni del leader di una coalizione ritrovata dopo la fine dell’esperienza giallo- verde e esalta i propri compagni di viaggio: Fratelli d’Italia, che in Umbria ottiene un consenso a doppia cifra, e Forza Italia, nonostante anche qui confermi un trend in discesa. «Il centrodestra è una squadra, si è vinto insieme. Se qualcuno poi non cresce, crescerà la prossima volta. L'importante è che cresce la squadra», commenta Salvini, che nega di voler fagocitare il partito di Silvio Berlusconi. «All'inizio, quando ho cominciato da segretario, la Lega aveva il 3 per cento. L'importante è meritarsi i voti il giorno dopo».

Infine, c’è spazio per una battuta sulla precedente esperienza di governo insieme ai Cinquestelle che, assicura, non potrà mai più riproporsi: «Non ho nessun rimpianto dei Cdm con Di Maio, Toninelli e Bonfede per non decidere un fico secco. Indietro non si torna, la strada è tracciata».