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A dieci anni dalla scomparsa, avvenuta nel gennaio 2014, il “Centro Studi Pentesilea” e l’associazione culturale “Identità Europea” ricordano il magistrato Romano Ricciotti. L’occasione sarà il convegno intitolato “Nodi irrisolti della giustizia in Italia”, in programma a Rimini domani 12 aprile, con inizio alle ore 17, presso la Sala Santa Colomba della Diocesi di Rimini (via IV Novembre n. 35).
Sono previsti i saluti di Angelica Ceoldo (“Centro Studi Pentesilea”) e Adolfo Morganti (“Identità Europea). Interverranno Massimo Pasquinelli (avvocato) e Marco D’Orazi (magistrato) che offriranno un ricordo personale di Romano Ricciotti. Francesco Mario Agnoli (presidente on.agg. di Corte di Cassazione) rifletterà sul tema della “Separazione delle carriere: una storia infinita”. L’intervento di Marcello Maddalena (già procuratore generale presso la Corte d’appello di Torino) riguarderà i magistrati e il processo disciplinare.
Le conclusioni saranno affidate all’avvocato Giovanna Ollà del Foro di Rimini (consigliere segretario del Consiglio nazionale forense), che parlerà del ruolo del difensore all’esito della riforma Cartabia. I lavori saranno moderati da Gennaro Grimolizzi del quotidiano “Il Dubbio”. L’evento è stato accreditato dall’Ordine degli avvocati di Rimini: ai partecipanti saranno riconosciuti tre crediti formativi.
«Romano Ricciotti, classe 1930, è stato un magistrato che ha segnato sicuramente la vita della magistratura per oltre trent’anni», commenta Maria Cristina Ceoldo del centro studi “Pentesilea”. «Il magistrato riminese – aggiunge Ceoldo – è tuttora ricordato per aver scritto numerosi libri diventati poi divenuti dei veri e propri manifesti del pensiero della magistratura indipendente, fra questi il volume “La giustizia in castigo”, poco tempo fa ristampato. Ricciotti ha sempre sostenuto con convinzione che l'unica cosa a cui un magistrato deve ubbidire è la propria coscienza. Ricordarlo oggi, a dieci anni dalla sua scomparsa, trattando alcuni di strettissima attualità, ci fa capire come i nodi della giustizia in Italia non siano mai stati sciolti a discapito di tutti noi».