IL 22 SARÀ RICEVUTA A PALAZZO CHIGI

DAMIANO ALIPRANDI Conte incontrerà Bernardini e lei sospende lo sciopero della fame

Il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, incontrerà Rita Bernardini e lei, dopo 36 giorni, interrompe lo sciopero della fame. Quella dell’esponente del Partito Radicale e Presidente di Nessuno Tocchi Caino si tratta di un’azione nonviolenta per chiedere al governo di adottare urgentemente delle misure atte a ridurre la popolazione detenuta, anche per frenare l'epidemia covid tra detenuti, agenti e altro personale. A lei si è affiancata una mobilitazione ugualmente pacifica e nonviolenta portata avanti da 3.887 detenuti, 653 liberi cittadini, 203 professori di diritto e procedura penale che hanno sottoscritto l’appello lanciato da Giovanni Fiandaca e Massimo Donini, e personalità quali il professor Luigi Manconi e gli scrittori Sandro Veronesi ( vincitore di due Premi Strega) e Roberto Saviano.

L’esponente del Partito Radicale e Presidente di Nessuno Tocchi Caino, ha ricevuto la telefonata direttamente dalla presidenza del Consiglio ieri pomeriggio alle 14 e 18 e le è stato fissato un incontro con il premier per il 22 dicembre alle 11: 30 presso Palazzo Chigi.

Ricordiamo che proprio l’altro ieri, Conte ha incontrato a Palazzo Chigi il già senatore e presidente di “A Buon Diritto” Luigi Manconi, il presidente emerito della Corte Costituzionale Giovanni Maria Flick, il dottor Gherardo Colombo e lo scrittore Sandro Veronesi. Al centro dell’incontro la situazione delle carceri italiane, con particolare riferimento all’emergenza Covid. Nell’occasione è stata consegnata al presidente Conte una lettera di Rita Bernardini con proposte legislative e amministrative volte a ridurre la popolazione detenuta nelle carceri. La richiesta è quella di introdurre almeno la liberazione anticipata speciale ( proposta di legge del Partito Radicale e di Nessuno tocchi Caino presentata da Roberto Giachetti anche sotto forma di emendamento al “Decreto Legge Ristori”) e altre sostanziali modifiche del decreto Ristori che finora ha “ristorato” ben poco detenuti e agenti.

Il presidente Conte, durante l’incontro con la delegazione, ha assicurato che si confronterà con il ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, sulle problematiche sollevate e le proposte avanzate, assumendo anche l’impegno a incontrare Rita Bernardini. Detto, fatto. Ora la riceverà il 22 dicembre e per questo, almeno fino a quella data, come atto di fiducia, l’esponente radicale ha interrotto lo sciopero della fame che oramai durava da oltre un mese.

Ma l’emergenza nelle carceri c’è o no? Il sovraffollamento, la mancata carcerizzazione come extrema ratio, le problematiche sanitarie, sono tutte criticità ben presenti prima della pandemia: il covid è solo il colpo di grazia. C’è ora una grave emergenza in corso, perché in molti istituti è impossibile assicurare quel distanziamento raccomandato dalle disposizioni anti- Covid. A causa del sovraffollamento, non ci sono gli spazi adeguati a questa misura. La gestione sanitaria, già carente, è di difficile attuazione ed è stato quindi facile commettere errori – come denunciato sul caso Tolmezzo e non solo – tanto da non evitare enormi focolai. Per giunta – come ha scritto Rita Bernardini nella lettera indirizzata al Presidente Mattarella -, si ritrova costretta a non occuparsi di casi urgenti che richiederebbero controlli diagnostici e addirittura interventi chirurgici. Ora, in attesa di recuperare il grande lavoro degli Stati generali per l’esecuzione penale affossato proprio dal governo Conte 1 quando approvò la riforma dell’ordinamento penitenziario a metà, si spera che il premier convinca il guardasigilli a compere un gesto molto più umano che dia il senso “alto” della Politica che da tempo scarseggia.