IGIORGIO MULÈ FORZA ITALIA

Giudica il dibattito interno a Forza Italia “franco e alla luce del sole” e invita a non confondere la responsabilità degli azzurri con l’ipotesi di collaborazione con il governo giallorossa. Giorgio Mulè, responsabile dei dipartimenti forzisti, non crede che il governo avrà problemi domani con il voto sulla riforma del Mes, perché “ancora una volta i grillini sono disposti a rinnegare se stessi pur di mantenere la poltrona”. Onorevole Mulè, Forza Italia voterà contro la riforma del Mes, ma diversi esponenti storcono il naso. Come riuscirete a trovare una quadra? Le anime e le sensibilità diverse nel nostro partito sono le stesse di una settimana fa, e non vedo né spaccature né ho la sensazione di deputati o senatori particolarmente ostili alla decisione. Che è stata presa dal partito all’unanimità, certo con fatica ma senza gli stravolgimenti di cui abbiamo sentito in questi giorni. Alla Camera sono forse due o tre i contrari alla linea, mentre al Senato lo stesso senatore Cangini ha detto che il suo voto sarà vincolato a quello del partito per non dare alibi al governo. Il dibattito c’è stato, ma è stato franco e alla luce del sole e non c’è alcuna possibilità di sostegno al governo.

Un governo che sta affrontando queste ore in fibrillazione, con il Movimento 5 stelle che sta cercando di far rientrare i dissidenti. Come finirà?

I cinque stelle stanno dando vita all’ennesima inversione a U della loro vita. Non c’è nulla di nuovo sotto il sole per un partito di tale inattendibilità e incoerenza che ormai dopo Tav e Tap ci ha abituato a qualsiasi tipo di giravolta. Sono stantii e non rispettano quello che hanno detto agli elettori ma è un loro problema. Dal nostro punto di vista ho sempre detto che il governo non sarebbe caduto perché conosco l’ipocrisia dei cinque stelle. Pur di non andare a votare e non mollare la poltrona sono disposti a qualsiasi abiura, ma credo che per questo abbiano problemi seri a guardarsi allo specchio.

La linea di Forza Italia è contraria a quello del Partito popolare europeo, del quale fate parte. Come spiega questa incoerenza? Penso che, coerentemente rispetto a quella che è da sempre la nostra linea, anche sulla riforma del Mes mettiamo l’interesse del Paese prima di quello del partito. L’interesse dell’Italia in questo momento non coincide con quello del Ppe, perché il Mes bancario, che è differente dal Mes sanitario, finisce per dare le chiavi della cassaforte europea a grandi paesi come Francia e Germania, dal momento che noi non abbiamo possibilità di veto. Inoltre è un meccanismo intergovernativo che risponde a se stesso e che non rende conto a Commissione e Parlamento europeo. Le banche italiane devono sfuggire dalla tentazione di essere preda di altri paesi e in questo caso abbiamo marcato la differenza proprio perché l’interesse dell’Italia non può essere abdicato in nome dell’aderenza a una famiglia politica. Il dibattito sulla riforma del Mes esiste solo in Italia, in attesa di un voto che probabilmente il governo alla fine supererà indenne. Tanto rumore per nulla?

La maggioranza si è attaccata alla corda del Mes ma quando si sono resi conto che stavano salendo le scale del patibolo e non appena hanno visto il cappio sono fuggiti via rinnegando loro stessi. Lo spettro della coerenza li ha fatti essere per l’ennesima volta ambigui e distaccati da quello che hanno sempre detto e questo è il risultato.

Dal Colle filtra il disappunto per un’eventuale crisi di governo, dopo la quale ci sarebbe solo l’ipotesi del voto e niente Conte ter o simili. Forza Italia da che parte sta? Dal nostro punto di vista neanche il Conte bis doveva nascere, perché espressione dell’ennesima maggioranza spuria con un presidente del Consiglio che non è espressione di un voto popolare. Ormai, dal punto di vista istituzionale, non siamo più di fronte a un’anomalia ma a una neoplasia. Abbiamo sempre detto e ripetiamo che in caso di crisi non ci sono soluzioni alternative o manovre di palazzo. Quando si è parlato di governo di unità nazionale dicemmo che deve essere un governo di tutti, con tutti i partiti dentro per una fase emergenziale. L’emergenza c’è ancora a causa dell’inaffidabilità del governo ma dovesse cadere il Conte bis per noi c’è solo il disbrigo degli affari correnti e il voto con la legge elettorale vigente.

In maggioranza si discute molto anche di Recovery Plan, con lo scontro tra Conte e Italia Viva. L’opposizione, e in particolare Forza Italia, è disposta alla collaborazione cn il governo per la gestione dei fondi in arrivo da Bruxelles? Ancora una volta si confonde la responsabilità con la collaborazione. Forza Italia è sempre stata responsabile e sempre lo sarà, ma questo non significa minimamente che siamo proiettati a essere complici di questo governo. Responsabilità significa denunciare che sul Recovery Plan il governo è molto in ritardo e portare alla luce del sole l’incapacità dell’esecutivo di riuscire a fare sintesi e presentarsi in maniera degna in Europa. Sulla cabina di regia siamo invece di fronte all’ennesimo ballo delle poltrone, ma quello di pensare al potere piuttosto che ai fatti è una patologia che questo governo si porta dietro da tempo.

Tuttavia in gioco c’è il futuro dell’Italia, siete pronti a favorire un tavolo di lavoro con l’esecutivo?

Noi proponemmo una commissione bicamerale snella e veloce che facesse da cabina di regia per individuare i progetti migliori. Ma questa proposta, come le altre che andavano nella direzione di una distinzione di ruoli tra governo e opposizione, è stata rinviata al mittente e ci ritroviamo oggi con discussioni ridicole tra Italia Viva, Pd e Movimento 5 stelle. Siamo quasi a Natale e i progetti e le linee guida sono ancora fermi ai titoli. Doveva essere tutto pronto per settembre mentre siamo l’unico paese in Europa che non ha una rotta precisa sul Recovery Plan. Nonostante questo, Conte fischietta e va in tv a dire che è tutto a posto. Il nostro dovere è dire che non è tutto a posto e che la colpa è di questo governo.

«in caso di crisi niente manovre di palazzo»

«ABBIAMO SEMPRE DETTO E RIPETIAMO CHE IN CASO DI CRISI NON CI SONO SOLUZIONI ALTERNATIVE O MANOVRE DI PALAZZO. QUANDO SI È PARLATO DI GOVERNO DI UNITÀ NAZIONALE DICEMMO CHE DEVE ESSERE UN GOVERNO DI TUTTI, CON TUTTI I PARTITI DENTRO PER UNA FASE EMERGENZIALE »