L’ex premier sta già lavorando alle liste e individuando per ciascuno dei big il collegio giusto: per se stesso ha scelto Pisa, dove dovrebbe incrociare Nicola Fratoianni

Matteo Renzi ha deciso: Italia Viva correrà da sola. I confronti fin qui portati avanti con Carlo Calenda e gli annusamenti avviati con il Pd non l’hanno convinto. E, così, ieri dal suo ufficio ha riunito in call i suoi per una serie di comunicazioni che non lasciano dubbi. «Correremo da soli e venderemo cara la pelle, centimetro per centimetro. Sono convinto che andremo oltre il 3 per cento, ma anche il 3 per cento ci basta».

L’ex sindaco di Firenze è parso determinato come non mai, forse così come lo era stato nel momento in cui ha deciso di staccare la spina al governo Conte per preparare l’arrivo di Mario Draghi a palazzo Chigi.

Insieme al suo staff sta già lavorando alle liste e individuando per ciascuno dei big il collegio giusto. Lui stesso, ad esempio, ha annunciato la sua corsa nel collegio di Pisa, preso di mira da Nicola Fratoianni. Luigi Marattin invece dovrebbe essere schierato nel collegio di Luigi Di Maio e, infine, una “pasionaria di sinistra” ( Teresa Bellanova?) sarebbe pronta a sfidare Enrico Letta.

E proprio al segretario nazionale del Pd, Matteo Renzi ha dedicato parte importante del suo intervento. Secondo il senatore di Rignano sull’Arno, la linea scelta dai dem per affrontare le prossime politiche è perdente e porterà ad una sconfitta di dimensioni importanti. «Letta perderà le elezioni e, a quel punto, nel centrosinistra dovrà aprirsi un’importante riflessione».

Il messaggio è chiaro: le scelte fin qui compiute dal segretario del Pd sul fronte delle alleanze sono valutate deboli e Letta dovrà puntualmente rendere conto dei risultati, una volta che le urne saranno chiuse. In pratica Renzi proverà a rendersi indispensabile nel prossimo Parlamento per poi chiedere conto ai mancati alleati e avviare un processo che potrebbe portare alla rifondazione del centrosinistra.

È chiaro che le prossime giornate saranno fondamentali per valutare anche le reazioni degli altri partiti al messaggio di Renzi, ma di certo la partita si complica per Letta che provando a tenere insieme tutti si sta esponendo anche alle pretese, ai veti e i mal di pancia di ogni singolo partito. Un rischio assai elevato, considerando che gli avversari, invece, al momento sembrano avanzare con un schieramento blindato che si avvarrà anche del contributo in prima persona di Silvio Berlusconi, che di campagna elettorali fin qui ne ha sbagliate ben poche. Renzi non è convinto neanche dei temi che il Pd ha iniziato a sciorinare in vista della campagna elettorale con polarizzazione del scontro con Giorgia Meloni.

«Non è vero che la partita si giocherà sull’asse fascismo/ antifascismo ma sull’asse competenza/ superficialità. E sulla competenza ce la giochiamo - ha scritto nella sua Enews - Ovviamente, in questa campagna elettorale la differenza la farà la mobilitazione. Sotto tutti i punti di vista. Abbiamo registrato i primi 5 mila volontari, vogliamo arrivare a diecimila. È una struttura che ci serve come il pane per organizzare eventi, per aiutare nelle piazze e nella rete, per veicolare i nostri messaggi e raccogliere gli umori più profondi. Ma ci serve anche per allargare i contatti».

Centrale sarà poi l’appuntamento con la Leopolda, fissata per i primi di settembre, che «sarà il momento del rilancio e dello sprint finale. Chiedo soprattutto ai ragazzi di ' Meritare l’Europa', la nostra scuola di Formazione, di dedicarci del tempo non solo nei giorni leopoldini ma in questi due mesi folli e affascinanti» . Il generale, dunque, Renzi sta schierando l’intera potenza di fuoco per giocarsi il tutto per tutto in una campagna elettorale in cui chiederà «un voto di testa e non un voto di pancia» per segnare, di nuovo, una presenza significativa in Parlamento e sperare di potere essere determinante, così come lo è stato nella passata legislatura. Lo sguardo del leader, però, è fissato anche al dopo voto ed è chiaro che le decisioni che il Pd e gli altri partiti del centrosinistra assumeranno nei prossimi giorni saranno usate come una clava nel caso di una sconfitta di proporzioni importanti, come quella immaginata da Renzi nel corso della call con i suoi.