DODICESIMO GIORNO DI GUERRA. SCONTRO SUI CORRIDOI UMANITARI: TIEPIDE APERTURE NELLA TARDA SERATA DI IERI

La Russia riapre al negoziato e chiede la neutralità dell’Ucraina, il riconoscimento della Crimea e delle repubbliche del Donbass

Riconoscimento della Crimea come territorio russo, riconoscimento delle repubbliche separatiste del Donbass e neutralità dell’Ucraina. Mentre le delegazioni di Mosca e Kiev si sono incontrate per il terzo round dei negoziati, Vladimir Putin detta le sue condizione per fermare l’invasione militare dell’Ucraina. Altrimenti la guerra andrà avanti.

E sul campo di battaglia, al dodicesimo giorno dall'inizio dell'offensiva russa, si è combattuto su diversi fronti da sud a est fino ai sobborghi di Kiev. Purtroppo ancora senza un’ intesa sui corridoi umanitari che dovrebbero consentire alle popolazioni assediate nelle città bombardate di mettersi in salvo. DODICESIMO GIORNO DI GUERRA, NIENTE INTESA SUI CORRIDOI UMANITARI

Riconoscimento della Crimea come territorio russo, riconoscimento delle repubbliche separatiste del Donbass e neutralità dell’Ucraina. Mentre le delegazioni di Mosca e Kiev si sono incontrate per il terzo round dei negoziati, Vladimir Putin detta le sue condizione per fermare l’invasione militare dell’Ucraina. Altrimenti la guerra andrà avanti.

E sul campo di battaglia, al dodicesimo giorno dall'inizio dell'offensiva russa, si è combattuto su diversi fronti da sud a est fino ai sobborghi di Kiev. Purtroppo ancora senza un’ intesa sui corridoi umanitari che dovrebbero consentire alle popolazioni assediate nelle città bombardate di mettersi in salvo o per lo meno di cercare luoghi lontani dai combattimenti.

La Russia ha annunciato che dalle 10 di ieri mattina sarebbero state aperte vie dove consentire alle persone di incamminarsi, ma ha sgomberato wolo le strade che portano principalmente in Russia e Bielorussia. Un'eventualità frontalmente respinta dal governo ucraino che ha giudicato questa ' possibilità' come ' immorale'. Le vie di fuga consentite dai russi sono quelle che partono da Kiev, Mariupol, Sumy e Kharkiv, ma a quanto sembra le direzioni possibili verso occidente ( oltre 1,5 milioni di rifugiati ucraini hanno già attraversato il confine dell'Ue, e una stima ragionevole parla di 5 milioni di persone attese) sono solo quelle che si diramano dal secondo e dal terzo centro urbano. Russia e Ucraina si rimpallano la responsabilità del sostanziale fallimento dei corridoi umanitari, mentre i portavoce di Zelensky affermano che le truppe russe bombardano i civili che cercano di lasciare le città, un alto funzionario del ministero della Difesa russo ha accusato Kiev di non rispettare gli accordi presi.

E'certo che scappare è in ogni caso pericolosissimo, le strade ad esempio sono state minate ( non è certo da quale esercito), lo testimonia da Mariupol Dominik Stillhart, alto funzionario del Comitato internazionale della Croce Rossa. Tra tutte queste enormi difficoltà circa 1000 persone sono state in grado di fuggire da Irpin, a nord- ovest della capitale Kiev, nonostante i continui bombardamenti.

E un nuovo tentativo di tregua umanitaria è stato al centro del terzo round di colloqui tra le delegazioni russe e ucraine che si sono tenute in Bielorussia. Un incontro difficilissimo iniziato con le parole scontate di Putin da Mosca: ' La Russia è disposta a mettere fine in un istante alle operazioni militari in Ucraina se Kiev accetta le nostre richieste'. E il governo russo ha anche stilato una lista di paesi considerati nemici se non cobelligeranti, tra di essi oltre gli Stati Uniti anche tutti i 27 dell'Unione Europea, tra cui l’Italia.

Ma la diplomazia prosegue su più tavoli anche con altri attori. Il ministro degli Esteri cinese Wang Yi si è detto pronto a lavorare con la comunità internazionale per una ' necessaria mediazione' sull'Ucraina, pur ribadendo che l'alleanza con la Russia è solida come una roccia. Non un'assicurazione di un intervento sui negoziati ma quantomeno una presa d'atto di non poter rimanere in disparte per sempre. Anche oggi a quanto sembra si terrà un colloquio tra Macron e il presidente cinese Xi Jinping, un pressing del quale presumibilmente si è parlato ( oltre a questioni generali) anche nella video conferenza che ieri si è svolta tra Biden, Macron, Scholz e Johnson.

Sta invece mostrando qualche crepa il fronte favorevole a dare armi a Kiev, l'Ungheria ad esempio si è opposta al transito di armamenti così come la Polonia ha precisato che non ospiterà aerei da combattimento ucraini. È le richieste reiterate anche ieri dal presidente Zelensky per l'istituzione di una no fly zone sono irricevibili per la Nato.

Un debole spiraglio si è aperto con la notizia che giovedì è in programma un incontro al vertice, in Turchia ad Antalya, tra il ministro degli Esteri russo Lavrov e il suo omologo ucraino Kuleba. A fare da mediatrice la diplomazia di Erdogan che spera di avere più successo degli israeliani che avevano provato a intercedere presso Putin con il premier Bennet.