Salvo variazioni dell’ultima ora nell’ordine del giorno dei lavori del plenum, il prossimo 13 settembre si conoscerà finalmente il nome del nuovo procuratore di Napoli, incarico vacante da oltre un anno, da quando a maggio del 2022 Giovanni Melillo lasciò la Procura partenopea per essere nominato al vertice della Direzione nazionale antimafia.

All’inizio dello scorso luglio, poco prima della pausa estiva, la commissione per gli Incarichi direttivi del Csm si era espressa a larga maggioranza per il procuratore di Catanzaro Nicola Gratteri, che aveva ricevuto il voto della togata di Magistratura indipendente – il gruppo moderato delle toghe – Maria Luisa Mazzola, del togato indipendente Andrea Mirenda, dei laici Daniela Bianchini ed Ernesto Carbone, rispettivamente in quota Fratelli d’Italia e Italia viva. I togati Roberto D’Auria e Antonello Cosentino, il primo esponente del gruppo centrista Unicost, il secondo del raggruppamento progressista Area, avevano invece votato per i propri candidati di corrente: il procuratore di Bologna Gimmi Amato e la ex procuratrice aggiunta di Napoli Rosa Volpe.

Quella relativa alla guida della Procura di Napoli è sicuramente la nomina più importante che il Csm guidato dal leghista Fabio Pinelli si accinge a fare in questo scorcio di 2023. Una decisione che rischia però di acuire le tensioni fra le correnti dell’Anm, anche con spaccature al loro interno.

Ma andiamo con ordine. Il nome di Gratteri è attualmente “caldeggiato” con grande forza dai laici di destra, Fratelli d’Italia e Lega, che vedono in lui il prototipo perfetto del magistrato “legge ed ordine”. Pur privo di una corrente di riferimento, l’attuale capo dei pm di Catanzaro è riuscito infatti a catalizzare attorno a sé un importante consenso trasversale da parte della politica. Matteo Renzi, da presidente del Consiglio, lo avrebbe addirittura voluto nominare guardasigilli, prima di essere costretto a una retromarcia sotto la pressione della magistratura associata e dei più importanti procuratori dell’epoca, che di Gratteri non avevano mai apprezzato l’attivismo e lo stile da “superpoliziotto”.

Nessuno dei diretti interessati, ovviamente, lo dirà mai, ma molti si aspettano che Gratteri a Napoli possa dare una “scossa” alle indagini sulla Pa. In Campania il prossimo anno si vota per le Regionali, con il presidente Vincenzo De Luca in rotta con il Pd e a rischio ricandidatura: uno scenario per nulla definito in cui un eventuale “aiuto giudiziario” sarebbe particolarmente gradito.

Gratteri, sul punto, non ha mai guardato in faccia nessuno, senza fare sconti legati a motivi di “opportunità” o di “sensibilità istituzionale”: nella sua esperienza a Catanzaro ha indagato praticamente tutta la politica calabrese, maggioranza e opposizione, dal Pd a Forza Italia, passando per FdI.

Molto del destino di Gratteri dipenderà, però, dalla posizione di Magistratura indipendente, che lo ha votato e che non aveva un proprio candidato per Napoli, come invece Area e Unicost. Non è un mistero che alcuni pm napoletani della stessa “Mi” siano “perplessi” circa l’arrivo di Gratteri, conoscendone l’approccio al lavoro. D’altra parte la Procura di Napoli è diversa da quella di Catanzaro: vi sarebbero adeguati “contrappesi”. In primo luogo, la presenza di ben otto procuratori aggiunti, e soprattutto una età media elevata, di circa 55 anni. Mentre a Catanzaro il turn over è accentuato, e quindi l’età media dei pm è molto bassa, a Napoli la maggiore anzianità di servizio dei sostituti in qualche modo bilancerebbe una personalità forte come quella di Gratteri.

Il procuratore di Catanzaro, al momento del voto in plenum, ed è questa la novità delle ultime ore, potrebbe ricevere il voto anche di qualcuno dei togati di Unicost e Area. Un dato che non potrebbe passare inosservato, con inevitabili ripercussioni. Se le previsioni della vigilia dovessero essere confermate, non ci sarebbe dunque partita per Amato e, soprattuto, per Volpe, toga di “Md” la cui nomina sarebbe stata in continuità con l’ufficio. Secondo indiscrezioni, la magistrata sarebbe pronta a impugnare la nomina di Filippo Spiezia a procuratore di Firenze, dove si era candidata senza successo. Gratteri, in caso di vittoria, non avrebbe problemi sul fronte dei ricorsi in quanto Volpe, diversamente da lui, non ha mai ricoperto incarichi direttivi.